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Morbidelli: "In MotoGP non c'è rispetto, non volevo farmi fregare da Marquez"

"Una volta se un pilota non voleva essere seguito, l'altro passava oltre e basta. Il non rispetto tra piloti era limitato agli ultimi cinque giri di gara, oggi invece inizia al primo giro del venerdì"

MotoGP: Morbidelli:

Franco Morbidelli aveva a Sepang un ottimo passo oggi nella Sprint Race, chiusa in 11a posizione alle spalle di Vinales dopo essere scattato 15° in griglia. Ma è proprio quella posizione di partenza ad aver lasciato l'amaro in bocca al pilota Yamaha, che non è riuscito ad esprimersi al meglio in qualifica per diverse ragioni. Probabilmente la più chiara è legata a Marc Marquez ed alla scelta fatta dallo spagnolo in Q1 di seguire proprio Morbidelli per limare il proprio riferimento. 

L'abitudine di Marc di scegliere una vittima predestinata in qualifica è ormai arcinota, e lo spagnolo ha la capacità di individuare spesso esattamente il pilota perfetto allo scopo. Quando però oggi in Q1 Franco si è reso conto di essere stato estratto dalla lotteria del totoscia di Marc, ha deciso di non accettare senza problemi questo ruolo. Ha rallentato, ha gesticolato, ha insomma chiarito che non avrebbe accettato di farsi seguire, ma nonostante questa abbondanza di comunicazione non verbale, Marquez ha continuato a restare inchiodato alla sua Yamaha al punto da perdere a sua volta qualsiasi chance di passare il turno. 

"Ne stavo parlando con Simon Crafar - ha spiegato Morbidelli - e lui mi ha ricordato che quando correva, se il pilota davanti manifestava la volontà di non fare da traino a chi lo seguiva, quello semplicemente passava oltre. Invece oggi non è così, secondo me è semplicemente come vanno le cose oggi qui in MotoGP, non è un bene né un male. Semplicemente è come si sono sviluppate le cose oggi. Se una volta i momenti di non rispetto tra i piloti erano gli ultimi cinque giri di una gara, oggi dal primo giro del primo turno di libere è così. Magari la pressione è aumentata, siamo tutti più vicini, i tempi cambiano, non so. Ma oggi è così e si gioca secondo le regole di oggi".

Secondo te si deve intervenire?
"Non sta a noi moderare o gestire questo tipo di cose, noi dobbiamo solo cercare di fare la migliore prestazione nel weekend. Marc voleva attaccarsi perché lo riteneva giusto, io ritenevo giusto non farlo attaccare in scia perché spesso lui riesce a passare il turno attaccandosi e non mi sembrava una cosa saggia farmi fregare una ulteriore posizione in qualifica. Questo è il mio punto di vista. Poi sta ad altri, magari con il nostro aiuto e i nostri commenti, gestire e moderare questo tipo di comportamenti in pista".

Serve una regola insomma. 
"Sicuramente se si continuerà così…bisogna decidere se è una cosa pericolosa, brutta, bella. Spesso in Moto3 è pericoloso perché sono in tanti, si fanno degli sciami. In MotoGP sono meno moto, oppure è un uno contro uno. Bisognerebbe parlarne se si vuole moderare questa cosa, ma abbiamo visto cosa succede in MotoGP".

Pensi che questo episodio abbia condizionato il tuo weekend?
"Stare lì a giocare con Marc non mi ha aiutato a fare il massimo che potevo in qualifica. Magari sarei passato o magari no, se avessi pensato solo a fare il tempo. Però sono più inasprito per il venerdì, per non essere passato in Q2 per 84 millesimi, che non per le occasioni mancate del sabato. Certo, se Marc avesse superato il turno della Q1 mettendo me fuori, me la sarei presa davvero tantissimo".

Oggi però avevi un buon ritmo, domani si può fare una bella gara?
"Domani è tutta un’altra storia, partendo dietro sarà un’altra bella lotta, serve una bella partenza ed essere aggressivi. Dovrò dare tutto nei primi giri per guadagnare posizioni e poi tenere il ritmo giusto per restare con quelli davanti. Vediamo se ce la farò".

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