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MotoGP, La grande fuga di Bagnaia verso il titolo in 10 gare e 13 settimane

L'ANALISI - Pecco ha portato a casa il 68% dei punti disponibili nella prima metà di campionato, contro il 51% di Martin e Bezzecchi e il 43% di Binder, ma il difficile arriva ora

MotoGP: La grande fuga di Bagnaia verso il titolo in 10 gare e 13 settimane

Dieci gare in archivio e altre 10 ancora da correre, la MotoGP ha girato la boa della stagione al Red Bull Ring poco più di una settimana fa e ora è pronta al rush finale. A differenza degli ultimi anni, il campionato sembra avere un dominatore (quasi) incontrastato e il suo nome è Pecco Bagnaia. Il campione del mondo ha lasciato l’Austria con 62 punti di vantaggio su Martin, il suo più diretto inseguitore, 68 su Bezzecchi e 91su Binder. Gli altri, sono già tutti in tripla cifra per quanto riguarda lo svantaggio dal pilota in testa alla classifica, a iniziare da Zarco, 5° a 126 lunghezze dal piemontese.

Come vedete dal grafico qui sopra, la scalata di Bagnaia è stata costante e inarrestabile dal Mugello in poi. Dopo qualche errore di troppo a inizio stagione (le cadute in Argentina, Austin e Le Mans) il campione della Ducati ha cambiato passo: nelle ultime 5 gare (parliamo di quelle della domenica) ha vinto 3 volte e le rimanenti 2 è stato 2°, due invece le vittorie nella sprint con altri 2 posti (con un solo passo falso a Silverstone). Facendo ricordo alla calcolatrice, Pecco ha portato a casa il 68% dei 370 punti disponibili nei primi 10 GP dell’anno.

I suoi avversari sono distanti da questa media: Martin e Bezzecchi si fermano a circa il 51%, mentre Binder al 43%. I tre inseguitori hanno a volte dato filo da torcere a Bagnaia, ma non sono riusciti a replicare la sua costanza di risultati. Le linee dei loro grafici rendono chiaro l’andamento del loro campionato, con picchi, ma anche flessioni che hanno pagate care. Per Marco c’è stata almeno la soddisfazione di avere guidato la classifica per un paio di GP, cosa non riuscita a Jorge e Brad, con quest’ultimo ancora in cerca della vittoria nella gara di domenica (cosa riuscita invece due volte all’italiano e una allo spagnolo).

I numeri dicono che Pecco ha tutte le carte in regola per farcela nell’impresa che solo Rossi e Marquez prima di lui hanno portato a termine in MotoGP: difendere il titolo. C’è però un fattore da non sottovalutare ed è il calendario. Se i piloti hanno affrontato i primi 10 Gran Premi in quasi 6 mesi, gli ultimi 10 sono compressi in poco più di 3: per la precisione 10 appuntamenti in 13 settimane.

Si inizia questo fine settimana con Barcellona, per trasferirsi direttamente a Misano. Un weekend di pausa, poi un’altra doppietta: India e Giappone. Si tirerà il fiato una domenica per arrivare alle tre triplette finali: Indonesia-Australia-Thailandia, seguita da Malesia-Qatar-Valencia. Un vero e proprio tour de force in cui, dopo le prossime due tappe europee, i piloti cambieranno fuso orario e condizioni climatiche da una settimana all’altra.

Inutile dire che, in queste situazioni, la costanza è fondamentale. Un errore avrebbe un prezzo altissimo, senza parlare di un eventuale infortunio che potrebbe fare saltare molti GP. La velocità come sempre farà la differenza, ma la condizioni fisica e la capacità di adattamento avranno un ruolo più importante del solito. I rischi dovranno essere calcolati e l’esercizio sarà (anche) squisitamente mentale.

Partire per questo lungo viaggio che porterà a Valencia con un tesoretto di punti farà molto comodo a Bagnaia, con i rivali che saranno costretti a inseguirlo e, quindi, premere di più sull’acceleratore. Una questione di equilibrio, in più di un senso.

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