Un’onorevolissima quarta posizione per Luca Marini nel Gran Premio d’Italia. Stringendo i denti per i postumi della frattura alla mano rimediata nel precedente GP di Le Mans, contro ogni pronostico il portacolori del team Mooney VR46 ha lottato strenuamente per la conquista del podio all’Autodromo del Mugello, prima che sul più bello il dolore iniziasse a farsi sentire. Un risultato che comunque non cancella la prestazione.
“Non mi aspettavo di tenere questo ritmo, nonostante non fossi al meglio partire da davanti mi ha aiutato - ha ammesso Marini - buona parte di questo risultato è figlio proprio del mio gran giro in qualifica. Una gara incredibile, ho sempre cercato di gestire le energie. Ho fatto di tutto per mettere pressione addosso ad Alex (Marquez; ndr), nel finale purtroppo avevo poca forza e perciò ho dovuto rallentare. Mi è venuto quasi da piangere quando Zarco mi ha sorpassato. Ci ho provato in ogni modo, ma lui è uno dei migliori della griglia quanto a gestione degli pneumatici. Sarebbe stato un sogno salire sul podio in un luogo magico come questo, rimanderò i miei propositi al 2024”.
L’atmosfera di festa respirata dentro all’autodromo toscano ha finito per contagiare tutti i protagonisti della MotoGP, Marini compreso: “Finalmente abbiamo riassaporato il Mugello colorato dei tempi d’oro, con prati e tribune quasi del tutto gremiti. Ho visto tanti giovani appassionati e per noi piloti questo è gratificante perché ci fanno passare una domenica piacevole e viceversa”.
Tornando sul piano puramente tecnico, Marini ha spiegato quali fossero le proprie lacune di guida nel corso di questo fine settimana: “Il mio unico punto debole era la Bucine, punto in cui ad esempio Pecco faceva la differenza. Ho chiesto dei consigli a Valentino, anche se con scarso successo. Mi ha risposto di non potermi aiutare dato che in 20 anni anche lui non ha mai imparato come affrontarla”, ha scherzato.
La MotoGP entra adesso nel periodo più caldo della stagione, tra meno di una settimana si scenderà di nuovo in pista al Sachsenring per il GP di Germania. Un tracciato toboga, prettamente sinistrorso, in cui il Ducatista confida molto alla luce del suo attuale stato fisico: "Là c’è soltanto una frenata a destra, poi tutte curve a sinistra. Sulla carta dovrei avvertire di meno il dolore. Spero di tornare in forma il prima possibile. Speravo di progredire come accaduto tra venerdì e sabato. Invece, da ieri le mie condizioni sono rimaste pressoché simili”.
Bezzecchi: “L’anteriore mi si chiudeva ovunque"
Gara tutta di sofferenza invece dall’altro lato del box per Marco Bezzecchi, non andato oltre l’ottava posizione alle spalle della KTM di Jack Miller. Scivolato a 21 lunghezze dal leader Francesco Bagnaia nella classifica di campionato, il secondo alfiere Mooney VR46 Racing Team Ducati non si è espresso sui livelli della Tissot Sprint del sabato pomeriggio per problemi non meglio accertati.
“Già alla terza curva ho capito che qualcosa non andava, in pratica non stavo in piedi e l’anteriore mi si chiudeva ovunque - ha spiegato Bezzecchi - non riuscivo ad avvicinarmi agli avversari, ho fatto una fatica bestiale. Dobbiamo ancora analizzare i dati, strano dato che rispetto a ieri non avevamo modificato nulla sulla moto”.
L’amarezza è comprensibile nelle parole del miglior debuttante della passata stagione, specie se il risultato viene a mancare davanti ad un pubblico caloroso come quello presente oggi: “Potevo giocarmi il podio. Bello rivedere il Mugello pieno di spettatori, il nostro è uno sport che merita. Peccato non avergli regalato ciò che probabilmente si aspettavano. Per fortuna ci saranno tre appuntamenti di fila per dimenticare la giornata odierna, il Sachsenring mi piace”.