15° al traguardo: Luca Marini ha preceduto sotto la bandiera a scacchi l’altra Ducati di Enea Bastianini e le due Yamaha di Franco Morbidelli e Maverick Viñales. Il numero 10 ha concluso il Gran Premio del Sachsenring con un ritardo di 23 secondi sul primo classificato Marc Marquez conquistando anche un ulteriore punto in ottica campionato.
“Per me la gara è andata abbastanza bene, ho guidato bene e ho gestito le gomme meglio che ho potuto – ha esordito Luca – Mi sono trovato in difficoltà mentre ero in scia ad Enea perché sia la pressione che la temperatura della gomma anteriore sono salite di parecchio. Verso la fine ero abbastanza veloce per fare una gara costante, sono abbastanza contento in generale. Conquistare anche solo un punto è bello ogni volta, credo sia stata una delle migliori gare dall’inizio della stagione perché fisicamente questa pista è molto faticosa”.
Zarco ha detto che dal decimo giro della gara in poi ha avuto problemi per quanto riguarda la temperatura della gomma posteriore dalla curva 6 alla 10.
“Io ho avuto più difficoltà sull’anteriore. Sulla posteriore sia la temperatura che la pressione erano molto buone. Penso che Zarco avesse un passo più veloce rispetto al mio, quindi ha usato di più la posteriore. La Michelin ha fatto un ottimo lavoro”.
La tua altezza potrebbe essere la spiegazione delle diverse sensazioni che prova Zarco rispetto a quelle che percepisci tu?
“No, penso che riguardi di più lo stile di guida. Zarco è molto aggressivo sull’acceleratore, lui la fa girare molto, nel modo giusto. È davvero veloce quando ha intenzione di fare un buon giro. Durante la gara quando guidi così diventa difficile arrivare alla fine in modo costante. Il punto di forza di Zarco è la trazione in curva, penso che in questo circuito sia normale avere dei problemini alle gomme verso la fine. Per quanto riguarda il mio stile di guida, cerco sempre di gestire bene la gomma posteriore. Cerco sempre di essere pulito e cauto per salvarle il più possibile. Non è facile ma è necessario per essere costante in gara”.
Come spieghi la differenza di prestazione di ogni moto nei vari circuiti?
“Ogni moto ha il suo DNA, quindi, ha i propri punti forti e i punti deboli. Ovviamente, quando sei nel circuito che esalta i punti forti ti aspetti di fare una gara migliore rispetto agli avversari. Dipende anche molto dalle temperature e dal circuito. Dove ci sono lunghi rettilinei la Ducati ha vantaggio, dove bisogna girare in punti stretti lo è la Honda. Ogni moto ha il suo punto forte e quando viene esaltato da queste condizioni riesce a venire fuori. Siamo talmente tutti vicini che ogni piccolo dettaglio fa la differenza. La Ducati è stata competitiva in quasi tutte le piste, si è rivelata la moto che si adatta di più a quasi tutti i tipi di condizione. Abbiamo un buon pacchetto, è la casa che ha lavorato meglio negli ultimi anni”.