Il tempo di chiudere i bagagli, sistemare le ultime cose in casa, per poi dirigersi in aeroporto e prendere il volo per il Portogallo. Una cosa è certa: per Davide Bulega questa è una settimana speciale, perché suo figlio Nicolò correrà la sua prima gara in MotoGP.
Lo farà nel weekend, in occasione del GP di Portimao, dove sostituirà Marc Marquez in sella alla Ducati GP25. Prima della partenza per l’Algarve, lo abbiamo intercettato, scambiando qualche battuta in merito all’appuntamento che lo attende.
“Cosa devo dirvi ragazzi - ha esordito - in questo momento penso di essere il papà più felice del mondo, perché questa è una di quelle occasioni che non capitano tutti i giorni. Da una parte c’è la felicità, la gioia, dall’altra invece la tensione, perché questa è una cosa grossa”.
Possiamo dire che è stata una bella centrifuga questo ultimo mese?
“Direi di sì! Prima c’è stata la sfida Mondiale con Toprak e poi questa bellissima opportunità. Peccato non aver vinto il titolo in SBK: Toprak è stato fortissimo, anche se un po’ glielo abbiamo regalato. Sono convinto che Nicolò farà di tutto per riprovarci nel 2026”.
Parlando del GP di Portimao, come vivi questa attesa?
“Penso ai tanti sacrifici fatti in passato, i viaggi, gli hotel, i km percorsi in macchina e la continua ricerca del budget. Tutte cose che i genitori dei ragazzi che corrono in moto ben conoscono. Alla fine però penso sia una favola a lieto fine e io sono tanto felice”.
Hai parlato con Nicolò in questi giorni?
“Certo! Io pensavo di guardare la gara qua a casa, seduto sul divano. Poi l’altro giorno mi fa: “Hai fatto i biglietti? Cavolo fai, non vieni a vedere la mia prima gara in MotoGP? Che dire: mi tocca andare, non posso non andare (sorride). Ammetto già di essere teso e non voglio nemmeno pensare a come vivrò il weekend, infatti mi sa che passerò prima in farmacia a comprare qualche calmante”.
Davide, senza entrare nel dettaglio, cosa ti ha detto Nicolò della Ducati GP25?
“Abbiamo parlato un po’ in generale. Diciamo che non è rimasto scioccato più di tanto, anche perché come ben sappiamo la Panigale V4 di oggi si avvicina alla MotoGP. Per il resto mi ha raccontato dei freni, gli abbassatori e poi tutto il resto lo vedremo nel weekend. Quello che posso dirvi è che Nicolò è sereno e tranquillo, consapevole di cosa sta andando a fare. Lui è uno che non enfatizza mai le cose, infatti cerca sempre di tenere i piedi ben ancorati a terra”.
Cosa dobbiamo aspettarci?
“In cuor mio io so che ci sorprenderà. Quando dico sorprenderà non intendo che vince, fa podio, top five. Per me sorprenderà significa anche un solo punto. È una opportunità da vivere con serenità e consapevolezza, ricordandoci che lui ha girato solo poche ore con la MotoGP mentre tutti gli altri piloti come Alex Marquez e Pecco Bagnaia la conosco bene, sono fortissimi, hanno grandissima esperienza ed è il finale di stagione”.
Parlando del lato umano: che Bulega è quello di oggi rispetto a quello che ha lasciato la Moto2?
“Penso che la SBK abbia consentito a Nicolò di scoprirsi e farsi conoscere meglio. Di certo è diventato un uomo, serio, professionale, che come tanti altri ama fare qualche battuta, ridere e scherzare. A me dispiace che molti pensano che lui sia uno sborone, che magari si atteggia. Quello che posso dirvi è che lui è un ragazzo timido, introverso, che tende a dare poca fiducia a chi non conosce. E forse tutto ciò è anche colpa mia, perché quando eravamo nel paddock, gli dicevo di non sbottonarsi”.
Quando ha lasciato la Moto2 pensavi fosse “finita”?
“Sì, invece mi sono completamente sbagliato! Penso che questa sia la vittoria della vita e per me questa vale più di qualunque altra vittoria. Credo che la sua storia sia un esempio di forza, coraggio, animo e vorrei che questa storia possa essere d’aiuto per tanti altri ragazzi, che sognano di arrivare un giorno a correre in moto. Ovvero mai arrendersi, continuare a dedicarsi col sacrificio e l’impegno ai propri sogni e obiettivi”.
Cosa gli dirai prima che salirà in sella alla MotoGP a Portimao?
“Nulla, lui sa già tutto, non ha bisogno dei miei consigli. Lo abbraccerò come fa un padre col proprio figlio”.
Tu invece cosa farai?
“Bella domanda. Io quando mancano 20 minuti al via inizio a girare nel paddock senza una meta ben precisa e non so dove mi fermerò. Scherzi a parte: penso che cercherò un posto un po’ isolato dove guardarlo, perché sono in sella con lui”.
Davide, cosa hai provato quando l’hai visto per la prima volta sulla GP25?
“Ho visto la vostra foto… Ci sono rimasto un attimo, mi ha fatto specie. Mi sarebbe piaciuto esserci a Jerez, ma purtroppo non era possibile. Ci sarò però questa volta e tutti insieme vedremo quello che sarà”.





