Ha vinto al Mugello e non potevamo farci sfuggire l’occasione per farlo salire sulla nostra GPOnecar. Andrea Migno ha preso la palla al balzo e con la spontaneità che da sempre lo contraddistingue ci ha svelato le emozioni del successo al GP d’Italia, ma anche il suo arrivo nella VR46, il rapporto con gli altri ragazzi e molto altro.
“Non c’è stato molto tempo per festeggiare, però mi sono goduto la vittoria, sfruttando il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione”.
Rossi ha detto elogiato la tua vittoria, perché secondo lui tu sei uno di quelli che si impegna di più perché ha un pizzico in meno di talento rispetto agli altri. Lo pensi anche tu?
“Penso che in ogni sport ci sia qualcuno che ha tanto talento e raggiunge gli obiettivi con più facilità. Forse io ne ho meno rispetto a chi ne ha veramente tanto, però anch’io penso di avere qualcosa”.
Abbiamo parlato di talento. Chi ne ha davvero tanto secondo te?
“Bulega, Mir, penso tutti coloro che corrono in Moto3 siano talenti. Io penso di essere nel mezzo”.
Arrivare a questa vittoria non è stato semplice. Molti ti vedevano come il protetto di Rossi e di conseguenza qualcuno pensava corressi per quel motivo. Adesso cosa ti senti di dire?
“Nello sport per parlare servono i risultati. La squadra ha sempre continuato a credere in me, fino ad arrivare alla vittoria del Mugello”.
Cosa ti lega di così speciale a Rossi? Sei il suo preferito?
“Sembra che io sia in cima alla sua classifica, ma non è del tutto vero. Magari può sembrare, perché in base ai consigli che ho ricevuto, sono riuscito a crescere. Per lui siamo tutti allo stesso livello, forse non mi faccio più di tanti problemi a chiedergli le cose”.
Ci racconti come ti sei avvicinato alla VR46?
“Nel 2012 ero rimasto a piedi. Attraverso un amico di mio padre, che tra l’altro conosce Rossi, iniziai a disputare qualche gara dell’italiano, però accadde che mi feci male alla spalla. Allora questa persona mi portò dal preparatore di Vale per iniziare la riabilitazione e in quel momento conobbi Morbidelli, Pasini. In seguito poi arrivarono anche tutti gli altri”.
Domenica sono saliti sul podio solo piloti romagnoli. Cosa avete di così speciale?
“Forse è una zona propensa al motociclismo e ai motori, poi ovviamente mangiamo bene e porta bene (sorride)”.
Com’è il rapporto tra voi ragazzi della VR46? Siete così uniti come sembra oppure capita che ci siano i vari gruppetti?
“Siamo veramente tutti amici e penso che questa cosa valga per tutti. Tra i piloti della Moto3 e della Moto2 c’è comunque la consapevolezza che poi si corra contro in pista”.
Come li definiresti i tuoi compagni?
“Bulega è un ignorante, ma in senso buono, tipo Aldo Baglio (scherza). Dico così perché è un pilota che dà sempre tutto anche quando non è necessario. Pecco è Hamilton, è il bello del gruppo, ha il suo stile. Morbidelli Ginga, Marini invece il Russo, ma anche Raikkonen perché è freddo. Poi c’è Lu Principe Balda, sempre difficile da battere nel flat track”.
E tu invece?
“Mi chiamano Mignotta (ride)”
Ci puntiamo o no al Mondiale?
“Mi sono già toccato le palle un casino di volte. Dobbiamo solo cercare di lavorare e poi vedremo quello che arriverà”.