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SBK, Jerez: Il Bello, il Brutto e il Cattivo

Davies imbattibile in Spagna, Rea un altro passo verso il titolo; la Stock incorona De Rosa e ci fa scoprire il cileno Scheib

Jerez: Il Bello, il Brutto e il Cattivo

Anche il penultimo appuntamento di quest’anno è stato archiviato ed i giochi finiranno in Qatar; la SBK ha vissuto a Jerez il dodicesimo round 2016 e, seppur manchino ancora due manche da correre, si attendono solo le due bandiere a scacchi nelle notti di Losail per pensare solo alle vacanze e, in seguito, alla stagione prossima.

Jerez, con le sue colline praticamente deserte, ha vissuto due gare fotocopia in cui il colore predominante è stato il rosso, quello della Ducati Panigale di Chaz Davies, l’uomo più in forma delle derivate di serie al giorno d’oggi.

IL BELLO- Con una moto finalmente cucitagli addosso, il gallese numero 7 di Borgo Panigale sta esprimendo tutte le sue qualità di guida, doti già ammirate quando vinse il titolo Supersport nel 2011 con la Yamaha R6 e, quando tutto è come piace a lui, il pilota britannico guida in modo superlativo e spettacolare, mixando lo stile acrobatico di Casey Stoner ed il coraggio di Troy Bayiliss, due che in casa Ducati hanno fatto “benino”… se questo finale di stagione è la premessa del prossimo campionato, tremate avversari.

IL BRUTTO- La cosa brutta, l’abbiamo vissuta nella Superstock 1000, con un finale non degno di una stagione fino a lì avvincente. Senza nulla togliere ai meriti del bravissimo Raffaele De Rosa e di tutto il team Althea di Genesio Bevilacqua, in tanti avremmo preferito un epilogo differente, indipendentemente dal risultato finale.

Sia De Rosa che Mercado avrebbero meritato il titolo ma, povero argentino, rompere la moto proprio nel giro di allineamento e nella ultima decisiva gara è stata una mazzata che ha privato il pilota Ducati di giocarsi il campionato e confermare la sua leadership nella categoria. Che sfiga.

IL CATTIVO- Non è affatto una persona cattiva, anzi; ma quando sale in sella ed abbassa la visiera, Kenan Sofuoglu si trasforma in un animale da gara, capace di correre e vincere con ogni condizione tecnica e psicologica. Il turco a Jerez ha conquistato il suo quinto campionato mondiale Supersport guidando come un assatanato, incurante del pericolo ed infilando gli avversari con una decisione ed una cattiveria difficili da imitare. Il record di categoria è ampiamente meritato e, forse, il conto non è finito qui. Affamato.

LA CONFERMA- Ok, ok, anche a Jerez Tom Sykes e Johnny Rea si sono dovuti accontentare dei gradini più bassi del podio, senza impensierire le galoppate vincenti di Davies con la Ducati, però, fatti quattro calcoli, la cosa sembra quasi studiata: comunque vada, sarà uno dei due alfieri Kawasaki a portare a casa il campionato 2016 e, proprio ieri, i due britannici con i loro risultati hanno garantito alla marca di Akashi il titolo costruttori, ampiamente meritato se analizziamo tutta la stagione. Risultato ripetuto in Supersport dove le ZX6R hanno dominato: Sofuoglu ha centrato il quinto alloro ed il giovanissimo Axel Bassani ha vinto la European Supersport Cup. La Kawasaki investe nelle derivate di serie ed i risultati le danno ragione. Verde speranza.

LA CURIOSITA’-  Prima che il semaforo si spenga, speriamo sempre di vedere qualche outsider sul gradino più alto del podio, invece no. A parte l’exploit di Nicky Hayden con la Honda nel diluvio di Sepang, a vincere le gare sono sempre gli stessi, Rea e Sykes con le Kawasaki e Davies su Ducati. Restano solo due gare da correre e le altre case, Yamaha, Aprilia, MV Agusta e BMW avranno le ultime possibilità per mettere in luce le proprie moto, finora molto deludenti, alcune, addirittura, senza neanche un risultato da podio da incorniciare. Qatar, ultima spiaggia?

LA DELUSIONE- Non sta bene fisicamente e non sa ancora se l’anno prossimo sarà della partita: Davide Giugliano, diventato da poco papà, ha disputato una stagione ben al di sotto del potenziale suo e della moto che guida. Il paragone con il compagno di squadra Davies è improbabile, eppure, come abbiamo scritto più volte, Davide è uno dei piloti più talentuosi di tutto il mondiale e dispiace molto vederlo così lontano dai risultati degni del suo calibro. L’ennesimo infortunio ha limitato Davide a Jerez ed il futuro è tutto da ricostruire.

LA SORPRESA- Lo ammettiamo, prima di Jerez non lo conoscevamo bene e, da adesso, lo terremo d’occhio: Maximilian Scheib, cileno di 19 anni, si è presentato a Jerez ed ha battuto avversari ben più esperti e titolati, guidando la sua BMW privata “come se non ci fosse un domani?” No, come se non ci fosse una pellaccia da portare a casa e, se qualche team desidera una presenza esotica e coraggiosa nel proprio box, ora sa a chi bussare.

IL SORPASSO- Niki Tuuli, pilota finlandese del compaesano Mika Kallio, appena vede un varco ci prova; a dire il vero, ci prova anche quando lo spazio per passare non c’è e la sua Yamaha R6 intimoriva gli avversari all’interno ed all’esterno. Per il giovane finnico a Jerez un altro bellissimo podio e l’anno prossimo, ovunque andrà, farà parlare di sé.

L’ERRORE- Gli errori, plurale. Alex Lowes quest’anno si è alternato tra SBK e MotoGP e, a parte la vittoriosa parentesi alla 8 Ore di Suzuka (in condivisione, ricordiamolo), il gemello di Sam nelle derivate di serie con la R1 e sulla M1 del team Tech3 ha solo rimediato voli, capitomboli, telai spezzati ed ossa rotte; un bilancio non proprio rassicurante per un pilota che, in primis, deve garantire piazzamenti costanti al team Yamaha ma non come il mesto settimo posto ottenuto a Jerez.

 

 

 

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