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Moto3, Locatelli: "Il mio primo podio? Testa e tanta pazienza"

Il pilota Leopard dopo il secondo posto: "Vivo sui monti, potevo fare lo sciatore, ma la passione per la moto ha vinto su tutto"

Locatelli: "Il mio primo podio? Testa e tanta pazienza"

Per lui non è stato tutto così semplice e scontato, anche perché vivendo a Selvino, comune di oltre 2000 duemila abitanti dell’Alta bergamasca, era sicuramente più facile mettere ai piedi un paio di sci oppure puntare sull’Enduro. Invece, quella passione per le moto sbocciata all’età di cinque anni, non se l’è mai lasciata sfuggire. Domenica, al Sachsenring, Andrea Locatelli ha conquistato il primo podio del Motomondiale, in una gara dove serviva più testa che acceleratore. È forse questo il segreto di un risultato che difficilmente si scorderà il giovane lombardo.

A parte l’extraterrestre Pawi sei stato il primo degli umani.

“Possiamo dire così (sorride). Pawi ha disputato una grandissima corsa, è incredibile la fiducia che ha nella sua moto in condizioni di bagnato. Io mi sentivo bene fin dal venerdì, ovviamente quando ho visto la pioggia domenica mattina non ero contento, però ho pensato a mantenere la concentrazione, evitando errori”.

Un podio a lungo atteso e sognato. Qual è il segreto?

“Nelle moto bisogna spingere sull’acceleratore. Secondo me domenica era più importante usare la testa, ma soprattutto la calma e la pazienza. La corsa era lunga, bastava poco per sbagliare, infatti anch’io ho commesso un errore. Appena sono rientrato in pista ho cercato di mantenere il mio ritmo, senza strafare. E alla fine ho conquistato questo primo podio”.

Te lo immaginavi così?

“No, però dentro di me ero consapevole di essere veloce. Fin dal venerdì siamo riusciti a trovare il giusto setting, in qualifica la pole è mancata di poco, mentre nel warmup avevo un buon ritmo. Erano tre indizi importanti”.

La Romagna è la patria della moto, tu invece vivi in un paesino sui monti. Quanto è stato complicato avvicinarsi a questa specialità e anche allenarsi durante l’inverno?

“E’ verissimo. Come molti sanno vivo a Salvino, un luogo dove non c’è forse grande passione per la moto, anche perché se ti va bene puoi diventare uno sciatore o al massimo pilota di Enduro. La mia passione è nata verso i cinque anni, mio padre mi regalò la prima moto per il compleanno e non sono mai riuscito a staccarmi. Ovviamente vivere in montagna non è semplice, perché a settembre fa subito freddo e devo fare parecchi chilometri in bici per andare a girare, però tutti questi sacrifici mi hanno aiutato a conquistare questo bellissimo risultato al Sachsenring”.

Bagnaia è di Chivasso, quest’anno si è trasferito a Pesaro. Ci hai pensato anche tu ad intraprendere una simile scelta e spostarti?

“Sicuramente nella Bassa bergamasca è più facile andare in moto, inoltre anche il meteo aiuta. Io però mi trovo bene qua a Selvino, l’affetto delle gente non manca e per il momento non voglio staccarmi dal mio paese”.

Tornando alla gara di domenica hai dimostrato per l’ennesima volta buon feeling col bagnato.

A me non dispiace correre in queste condizioni, serve una guida molto pulita e precisa. Anche in Argentina le condizioni erano difficili, ovviamente non come in Germania, però siamo riusciti a ottenere un buon risultato. Ricordo quando vinsi la mia prima gara di Campionato Italiano a Forlimpopoli, quel giorno pioveva tantissimo”.

In questi anni sei passato da Mahindra a Honda, fino ad arrivare alla KTM. Quali sono le differenze?

“KTM è senza dubbio un progetto nuovo, di conseguenza ci vuole del tempo, perché non abbiamo ancora i riferimenti come magari il team Ajo o Sky Racing. Di sicuro si è rivelata una moto molto veloce e competitiva. Magari c’è da compiere qualche passo avanti per quanto riguarda il telaio, però credo che siamo sulla giusta strada e personalmente sono soddisfatto”.

Adesso c’è la pausa di un mese. Dopo un podio come quello di domenica è un bene o un male?

“Diciamo che la voglia è quella di tornare subito in moto, perché un podio regala grande carica. Adesso ci sono le vacanze e quindi mi godo qualche giorno di relax qua in montagna, continuando però ad allenarmi perché voglio essere pronto per l’Austria”.

Con il terzo posto di domenica gli obiettivi rimangono sempre gli stessi o si può puntare a qualcosa di più?

“Ad inizio stagione ero più fiducioso, infatti le ambizioni erano ben altre. Siamo a ridosso della top ten, credo quindi che arrivare tra i primi dieci sia un risultato positivo. Il Campionato è lungo e quindi pensiamo gara per gara”.

A chi la dedichi la gara di domenica?

“Ai miei genitori, per me hanno fatto davvero tanti sacrifici. Spero di averli resi felici”.

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