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MV Agusta: Castiglioni e le "sue" moto

"Le moto più belle del mondo" e la loro storia

Moto - News: MV Agusta: Castiglioni e le

Il 17 agosto 2011, verrà ricordato come una data triste per tutti gli appassionati di motori, soprattutto di moto, ma naturalmente anche per i designer. E’ il giorno in cui è finito
Claudio Castiglioni, il Presidente di MV Agusta Motor S.p.A., nonché una vera e propria icona del motociclismo mondiale.
L’imprenditore ha portato in alto, marchi come MV Agusta, Husqvarna, Cagiva e Ducati. Un "lavoro" il suo, iniziato nel lontano 1978, anno in cui entrò nel business motociclistico con Cagiva. Successivamente acquisì dei marchi gloriosi come, appunto, Ducati, Mv Agusta e Husqvarna.

Personalmente ho avuto il piacere e l’onore di averlo incontrato più volte alle presentazioni stampa di nuovi modelli di moto, ed ogni volta mi affascinava, con quel suo modo di parlare, semplice, ma puro, ricco e grondante di passione. Ricordo che al termine di ogni presentazione concludeva sempre così: "Le nostre sono delle MV Agusta, le moto più belle del mondo", seguito da un sorriso così coinvolgente che non potevo fare a meno di replicare stirando le labbra sul mio volto. Analizziamo dunque, alcune delle sue più belle creazioni, o meglio, creature.

LE CAGIVA

A Castiglioni dobbiamo tutte le Cagiva, sia stradali che da competizione, con queste ultime che venivano identificate dalla sigla iniziale "C" (categoria 500GP), come la C587, C592 e la C594. Proprio con la seconda, Eddie Lawson conquistò la prima vittoria. Una storia, iniziata nel 1982 e terminata nel 1994.
Per quanto riguarda le moto omologate, non possiamo non nominare la Mito 125, un vero e proprio… mito, per generazioni di giovani. Nata nel ’90, vantava il medesimo design della C589 da GP disegnata da Massimo Tamburini. La Mito, annoverava tra le sue qualità tecniche un telaio a doppia trave in alluminio, l’impianto frenante Brembo Serie Oro, e soprattutto un motore a sette marce che "pompava" 32 CV alla ruota, con una velocità massima prossima ai 175 Km/h. Nel 2008 fu poi presentata la Mito SP525.

Chi non ricorda la Cagiva Elefant? Una enduro-stradale equipaggiata con il propulsore Desmodue Ducati 900 (aveva anche l’iniezione elettronica), perfetta per viaggiare anche in due. Nella colorazione "Lucky Explorer" poi, faceva battere il cuore, ed il sound del motore faceva il resto. Solo pochi giorni fa ne abbiamo vista una con 200.000 Km, ed il proprietario ha confermato che non ha mai avuto un problema! Con questa moto, Edi Orioli ci vinse la Dakar nel 1990 e nel 1994, e fino a tre anni dopo la Elefant fu sempre in lizza per il podio.

E poi c’era il Supercity, una supermotard che fu prodotta con tre motorizzazioni: 50, 75 e 125cc. Capostipite della disciplina del supermotard, nacque nel ’91, ed aveva già le forcelle rovesciate, ed il propulsore raffreddato a liquido (la 75 aveva anche le alettature sul cilindro). Il 125 raggiungeva i 150 Km/h, e se pensiamo che il supermotard si è iniziato a farsi vivo nel 2000, possiamo capire quanto Cagiva fosse "avanti".

LE DUCATI

Appena Ducati passò sotto il comando di Castiglioni, fu introdotta la Superbike 851 nel Mondiale Superbike, al debutto con Marco Lucchinelli nel 1988, fino alla conquista del Mondiale con Raymond Roche, due anni dopo. Nel ’91 venne poi sostituita con il modello 888, una moto con prestazioni più elevate.
Dal ’94 al ’98 fu poi il momento di una delle moto più belle di sempre, la Ducati 916, una motocicletta sviluppata sotto la direzione di Massimo Tamburini, allora direttore del CRC (Centro Ricerche Cagiva). Questa fu una moto che non solo riscosse diversi premi per via della sua bellezza, ma che conquistò diverse vittorie nel Mondiale SBK, ricordiamo su tutto, le vittorie di "King" Carl Fogary. Pressoché invariate, le successive 996 e 998, moto stravendute sul mercato e ultravittoriose nel Mondiale delle derivate di serie.

La naked per eccellenza? Quale, se non il Ducati Monster! Una moto che diede origine a questo segmento, e che fu presentata nel 1993. Estrema, minimalista, e soprattutto venduta in oltre 150.000 esemplari! La prima fu la M900 a carburatori, con motore di derivazione SuperSport e telaio a traliccio derivato dalle superbike 851/888. Si è dovuto aspettare addirittura il 2008 per vedere un aggiornamento estetico importante, anche perché fino ad allora il Monster ha continuato ad ottenere risultati eclatanti nelle classifiche di vendita.

LE MV AGUSTA

E finalmente ci siamo, parliamo di MV Agusta. Noi del settore cerchiamo sempre di rimanere "neutrali" quando si parla di estetica, perché… i gusti son gusti! Ma mi prendo la responsabilità: le MV Agusta sono belle da togliere il fiato, Brutale, F4 o F3 che siano, poche discorsi!
Iniziamo dalla supersportiva, la F4, disegnata da Massimo Tamburini. Nasce nel 1997, con motorizzazione da 750cc in versione "Serie Oro". Sicuramente la caratteristica che stupì maggiormente fu a livello tecnico, con le valvole radiali di derivazione Ferrari F1. Diverse le versioni, tra cui l’esagerata
F4 CC da 100.000 euro, e la 312RR, capace di 312 Km/h. L’F4, è poi stata utilizzata in diversi action movie, quali "Il Cavaliere Oscuro", "Out in 60 seconds", "Transformers", "XXX" e "Matrix Reloaded".

Veniamo ora alla Brutale. Derivata dalla F4, vide il suo esordio nel 2001, con la versione da 750. Disegnata anch’essa da Massimo Tamburini, ha ottenuto diversi premi per via della sua… bellezza! Sono state prodotte diverse cilindrate, ma ognuna di questa ha sempre avuto come riferimento le prestazioni pure. "Storici", gli scarichi doppie e laterali, tagliati a "fetta di salame".

Ed eccoci all’ultima creazione, la F3. Una moto tutta nuova, da 675 cc a tre cilindri in linea che sta facendo battere il cuore a tutti! A metà luglio è poi stata fatta vedere la versione "Serie Oro", moto che sarà prodotta in soli 200 esemplari. Il family feeling è quello della F4 ovviamente, ed è impossibile non definirla… bellissima e… una delle moto più belle del mondo!

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