L’attacco contro la guida in stato d’ebbrezza è stato sferrato duramente dal nuovo Codice della strada, in vigore da agosto: quasi per tutti, resta il limite di mezzo grammo di alcol per litro di sangue; per i neopatentati (ossia per chi ha la patente da meno di tre anni), tolleranza zero, e divieto assoluto di bere alcol prima di guidare; etilometri obbligatori nei locali aperti anche dopo la mezzanotte. Ma i produttori di vino, in Italia, hanno sempre attaccato questa legge, parlando di "criminalizzazione" del buon bere. E adesso scende in campo a protestare anche la Coldiretti, preoccupata dal crollo dei consumi, già arrivato a -15% nei ristoranti, parlando di "sindrome da etilometro".
A OGNUNO IL SUO
La Coldiretti si spinge più in là, e lancia una proposta particolare: un certificato medico personale per attestare il grado di tollerabilità individuale al consumo di vino. Un’idea che si basa su alcuni studi (come quello del direttore del reparto di gastroenterologia dell'ospedale Maggiore di Novara,
Mario Del Piano), secondo cui
"non è automatico che chi viene scoperto con un livello di 0,51 sia ubriaco. Molti consumatori con quella concentrazione restano sobri, perché abituati al consumo di vino". Una questione non solo di abitudini, ma anche di
"famiglia e popolo a cui appartengono". Chi tollera meglio il vino produrrebbe, stando a Del Piano,
"l’enzima che tratta l’alcol in maniera doppia rispetto ad altri". Invece, i
"veri nemici della sicurezza sono i superalcolici e gli 800mila ragazzi sotto i 16 anni che li consumano".
TESI AZZARDATE
Non ci permettiamo di contestare la validità scientifica della tesi di Del Piano. Tuttavia, un certificato medico individuale aprirebbe le porte a notevoli problemi: dal tipo di
misurazione utilizzata per emanare il certificato stesso, alla
durata di quell’attestato (oggi magari un soggetto tollera mezzo grammi di alcol per litro di sangue, fra qualche mese non più), fino alle
proteste di chi si vede assegnare una soglia bassa. Con possibili ricorsi per disuguaglianze legislative. Senza considerare che potrebbe saltare fuori anche uno studio sui superalcolici, secondo cui serve un certificato di tollerabilità anche per questi ultimi…