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Avanti adagio, quasi indietro: la MotoGP non ha ancora deciso cosa farà da grande

Fra diritti TV non ancora assegnati, Case ufficiali non ancora d'accordo per il rinnovo quinquennale con Dorna e mercato piloti già pronto a partire 'lo sport più emozionante del mondo' vive ancora una fase adolescenziale: si deciderà a crescere?

Avanti adagio, quasi indietro: la MotoGP non ha ancora deciso cosa farà da grande

Il mondiale degli ‘altri’ alla fine lo ha vinto Alex Marquez, anche se a Valencia, dopo il successo nella Sprint, nel Gran Premio non ha fatto meglio del 6° posto, alle spalle anche del compagno di squadra Fermin Aldeguer.

E’ stata la gara del trionfo di Aprilia, che ha messo sui primi due gradini del podio Bezzecchi e Raul Fernandez in un insolita - per il motociclismo - doppietta di marca. L’ultima volta che Aprilia ottenne una doppietta nella classe regina MotoGP fu al Gran Premio di Catalogna 2023, con Aleix Espargaró primo e Maverick Viñales secondo. Un segno, questo che come in F1, quando hai un mezzo che funziona bene il risultato è in gran parte merito del mezzo. Senza ovviamente togliere nulla ai piloti.

Il mondiale degli altri, però si è corso su cinque gare, le ultime, dal GP di Indonesia in poi. Da quando cioè Marc Marquez è rimasto fuori dai giochi e lo ha vinto comunque il fratello Alex che ha totalizzato 127 punti. Quindici in più dell’arrembante Pedro Acosta, a quota 112 che a sua volta ha preceduto Bezzecchi staccato di una sola lunghezza.

Ci sono stati un bel po’ di vincitori diversi da quando il 9 volte iridato è in fisioterapia: il campionato è stato meno prevedibile, anche se alla fine dei giochi non ci sentiamo di dire che i valori in campo siano cambiati.

Quel che è mutata, nel paddock, è stata l’atmosfera. Una volta che Marc ha vinto il 9° titolo e si è fatto, involontariamente, da parte la maggior parte dei discorsi ha virato dal lato sportivo a quello politico.

Lasciate da parte le teorie più strampalate sul futuro di Pecco Bagnaia si è discusso principalmente del mercato piloti 2027 - che secondo la maggior parte degli addetti ai lavori inizierà addirittura a marzo - e dei cambiamenti che dovrà affrontare la MotoGP con l’arrivo di Liberty Media.

Sul primo argomento sono tutti d’accordo che la hot property del mondiale è Pedro Acosta: non ha ancora vinto il suo primo Gran Premio, cosa riuscita invece al rookie Aldeguer, ma ha guidato ottimamente la KTM fuori dai marosi del fallimento tenendo alta l’attenzione sulle potenzialità della casa austriaca a suon di piazzamenti. L'ultimo: ha soffiato il quarto posto nel mondiale a Pecco Bagnaia.  E siamo d’accordo con chi dice che se Pedro avesse fra le mani, non una moto migliore perché la Kappona non è male, ma una Casa con maggiori possibilità di sviluppo alle spalle, i risultati cambierebbero, e di molto. 

Il suo futuro verrà scritto nelle prossime settimane quando si conosceranno maggiori particolari sulla situazione della Casa di Mattighofen, situazione che coinvolge anche il nostro Enea Bastianini, decisamente al di sotto delle aspettative e del suo potenziale.

Sul mercato poi galleggia la mina vagante di Fabio Quartararo: il pilota francese, come Acosta, merita una moto più competitiva dell’attuale Yamaha. I giapponesi sono un po’ in ritardo, anche in confronto ai cugini della Honda, e pensiamo che saranno proprio queste due Case a movimentare il mercato all’inizio della prossima stagione, con la Honda in leggero vantaggio sia tecnico che economico. Anche se pure ad Iwata stanno investendo moltissimo, con addirittura tre motori diversi in pista contemporaneamente.

Ma veniamo all’altra grande incognita della MotoGP: tutti si attendono grandi cambiamenti e un fiume di denaro dall'arrivo di Liberty Media. Come nel mito greco della capra Amaltea, che nutrì il piccolo Zeus, il cui corno spezzato si trasformò magicamente nell’ oggetto che non si svuota mai, la cornucopia

Idealmente LM dovrebbe riversare denaro sulla MotoGP, però siamo arrivati quasi alla fine dell’anno e non è ancora chiaro chi deterrà i diritti TV per le prossime stagioni. E non è proprio un dettaglio di secondaria importanza visto che dalle TV dipende, oggi, gran parte della popolarità dello sport visto che i media cartacei sono praticamente estinti.

Si è parlato di Warner, di Discovery, di Dazn, ovviamente anche di Sky, visto che qui a Valencia per discutere sono arrivati i suoi vertici, ma questo ritardo significa due cose: da una parte nessuna rete è disposta ad investire somme enormi di denaro, dall’altra l’imperativo categorico iniziale - avere una TV in chiaro - sembra un desiderio difficile da ottenere.

La dicotomia, avere comunque cifre importanti dalle TV, nel momento cui la MotoGP non è certo in fase crescente, è segno che l’obiettivo - la crescita - non è ancora categorico. O comunque estremamente difficile da ottenere. Perché crescita è sinonimo di investimento. Ma la MotoGP al momento non può farne con le sue sole forze.

La MotoGP comunque ad oggi ha ancora una linea direzionale forte, quella di Carmelo Ezpeleta, visto che Liberty non ha ancora un volto.

Nel passato il boss spagnolo ha tirato fuori dalle secche ‘lo sport più emozionante del mondo’ inventandosi le CRT, le ricordate? Moto di serie prototipizzate. Servivano per riempire lo schieramento di partenza. Chissà, magari Carmelo utilizzerà qualche altro spauracchio per convincere le Case a firmare per il prossimo quinquennio (e soprattutto ad investire non solo in tecnologia), visto che i grandi marchi vogliono più denaro e non lo hanno ancora fatto.

Tutti vogliono qualcosa. Tutti si aspettano di più, ma alla base il motociclismo rimane rustico, con un po’ di vernice patinata sopra. Bisognerebbe imparare dagli altri sport, e non solo dalla F1. Prendiamo il tennis oggi: attorno a Jannik Sinner ruotano sponsor dei tornei e personali, ma questi investono non solo sull'atleta, ma anche sull'ecosistema che supporta l'attività. Voi avete, solo per fare un esempio, mai visto pagine di pubblicità o annunci in TV di Lenovo riferite alla MotoGP? Al contrario la campagna “L’eccellenza è una scelta” di Lavazza realizzata con Sinner come volto, sfrutta i successi del tennista per veicolare il messaggio della marca.

Eppure il giro d'affari è interessante. 

Per il 2023, Dorna ha registrato ricavi pari a circa 486 milioni di euro. Per il 2024, i ricavi sono scesi a circa 420,5 milioni di euro. A livello più generale, alcune analisi parlano di un valore dell’intero business MotoGP “oltre 1 miliardo di dollari all’anno”. Per il 2024 i ricavi ~ €420,5 milioni, sono così suddivisi: Diritti audiovisivi: ~ €207,9 milioni (≈ 45% del totale). Sponsorizzazioni e commerciali: ~ €83 milioni (≈ 18% del totale). Royalties/entrate da Gran Premi (race-promotion): ~ €134 milioni.

Nel frattempo, però, sarebbe meglio che il nostro amato sport delle due ruote iniziasse dai fondamentali: recuperare l’interesse dei media (non solo social), organizzandosi meglio. Va bene la ‘MotoGP House’ per i super Vip, ma a Valencia i cosiddetti ‘media scrum’ si sono tenuti in un corridoio, assomigliando più ad una mêlée di rugby. Divertente. Ma fino ad un certo punto. Alla fine l'importante è poter lavorare, ma come direbbe qualcuno: bene, ma non benissimo.

 

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