Si è chiuso con un nono posto nelle FP2 il venerdì ad Aragon di Andrea Iannone. Una prima giornata senza infamia e senza lode per il pilota abruzzese, che proprio ad Aragon ha conquistato la sua prima vittoria nel Mondiale Superbike nel 2024.
“È stata una giornata normale. Abbiamo provato alcune cose che hanno funzionato come volevamo e altre che non l’hanno fatto. Non c’è nulla di cui preoccuparsi e il passo non è male, anche se vorrei certamente essere più avanti. Il feeling rispetto allo scorso anno? La moto è totalmente uguale, eccetto la limitazione del flusso di carburante che peggiora l’erogazione e la potenza del motore. Non funziona bene come l’anno scorso, ma è normale”, ha spiegato l’alfiere Go Eleven.
Mettendo da parte le sensazioni in pista, il pilota di Vasto è tornato a parlare del suo futuro e di quelle che possono essere le sue opzioni per il prossimo anno: “Credo di avere delle opportunità per restare in questo paddock. Come ho già detto, di soluzioni potrebbero essercene tante. Parlerò quando sarò pronto per dire quello che farò il prossimo anno. La volontà e l’idea sono comunque quelle di restare in questo paddock. Abbiamo parlato un po’ con tutti, come è giusto che sia, e adesso vediamo”.
Il 36enne non vuole sbilanciarsi più di tanto, nemmeno riguardo la possibilità di continuare su una Ducati anche nel 2026.“Dipende. Non è detto - ha affermato - Ma la Ducati è sicuramente l’opzione più concreta, perché c’è la volontà di continuare da parte di entrambi”.
Tra le tematiche su cui si è espresso Iannone a fine giornata ci sono anche le recenti dichiarazioni di Marco Barnabò, che intervistato dal nostro Riccardo Guglielmetti, ha sottolineato il divario sempre più ampio che si sta venendo a creare tra squadre ufficiali e team Indipendenti.
“È una cosa che avevo detto già a inizio anno e che confermo. Barni è una squadra privata abbastanza strutturata e di un certo livello, che è a stretto contatto con Ducati. Barnabò ha una passione sfegatata, vive per fare le corse con lo spirito con cui vanno fatte. Per me è un aspetto ammirevole e credo che ciò che ha detto nell’intervista mostri la vera problematica che c’è oggi - ha sottolineato - Però questo è quel che è, ma non so cosa accadrà in futuro perché non sono io quello che fa le regole ed un compito che non vorrei nemmeno avere. A me piace guidare e andar forte e basta”.
Visto l’attuale gap che si è creato, cambia l’approccio al weekend?
“Lo scorso anno qualche volta siamo arrivati vicino ai team ufficiali. Quest’anno ci siamo un po’ tirati la zappa sui piedi da soli. Io ho commesso sicuramente degli errori, volendo potrei dire che ho sbagliato anche a rimanere con Go Eleven, perché una serie di situazione ti portano a non essere tranquillo, andando in pista diversamente, ma è inutile parlare di tutto ciò - ha risposto Andrea - Siamo arrivati a fine anno e faremo ciò che possiamo con quello che abbiamo a disposizione, consapevole che non è facile estrarre il massimo dal nostro pacchetto”.
Interrogato su come spiega l’attuale situazione rispetto a quella di un anno fa, quando ha vinto, The Maniac ha aggiunto: “Stamani siamo stati più veloci di quattro decimi senza fare i test. Togliendo i primi 2-3 piloti siamo tutti attaccati, poi non ho mai cambiato la gomma. Bisogna anche capire come lavorano gli altri. Ovviamente Nicolò e Toprak sono davanti, ma ci sono tanti altri fattori che incidono. Poi la moto di Barni va molto veloce, addirittura più di quella di Bautista. Sarà anche vero che ha seccato due motori, ma se vuoi arrivare terzo nel Mondiale, devi tirare tutto al limite. Ricordo ancora quando ero con Gigi, le prove che facevamo”.





