Col match point per il titolo rimandato agli appuntamenti extraeuropei, Marc Marquez approda in quella stessa Misano che soltanto un anno fa lo vedeva vincere la seconda vittoria stagionale sulla GP23 del team Gresini, la stessa Misano che lo accolse però coi fischi e che ora lo accoglie da incontestato leader del mondiale e prossimo alla conquista del nono titolo.
Una vittoria quella sul circuito riminese che preludeva al dominio di questa stagione, in un campionato con poca vera e propria competizione eccezion fatta per quella del fratello Alex, reduce appunto proprio da una vittoria a Barcellona. Una stagione di vero e proprio ritorno sportivo quella di Marc, che fa dal contraltare alle difficoltà di un Bagnaia verso il quale lo spagnolo sembra però nutrire un sincero rispetto umano e sportivo, del resto chi meglio di un altro pilota, di lui che ha visto l'abisso e lo spettro del ritiro, potrebbe elargire consigli ad un due volte campione del mondo? Il campionato quindi prosegue sulle medesime note, la strategia quella di sempre: puntare al podio ed essere costanti senza commettere errori, una strategia che Marc ha fatto sembrare sin troppo facile. Le domande dei giornalisti partono proprio dalla vittoria "concessa" alla superiorità di Alex sul circuito spagnolo.
"(Ride) Qui voglio batterlo! - esordisce Marc - teoricamente Misano sulla carta è un circuito più favorevole al mio stile di guida quindi punterò di nuovo a vincere. Mi aspetto che anche le KTM non saranno lontane, e lo abbiamo visto nelle ultime gare come con Acosta a Balaton Park o con Bastianini a Barcellona".
Avresti potuto vincere il titolo qui ma è tutto rimandato al Giappone forse, hai fretta di chiuderlo?
"Beh ci ho provato, ho cercato di ottenerlo qui, l'ho detto non mi importa dove o quando lo vincerò, ma continuare con la stessa mentalità di sempre. A Barcellona c'è stato un pilota più veloce di noi, nonostante abbia fatto più punti nel weekend alla fine non è bastato. Ora quindi si parla del Giappone ma non è scontato, perchè significa che in queste due gare Alex farebbe pochi punti. Sarà importante quindi mantenere la stessa mentalità e cercare di puntare sempre al podio. Cercherò di evitare di commettere errori stupidi, si può cadere come è caduto Alex nella sprint, è già successo in passato e succederà ancora, l'importante sarà cercare di non farlo in modo stupido perchè queste ultime gare sono la base su cui si poggia la costruzione del 2026".
Ti senti in territorio Comanche qui a Misano, pensi che vedremo di nuovo Tardozzi doversi rivolgere al pubblico gridando che sei rosso?
"Come pilota Ducati, per loro è il GP di casa, abbiamo molti impegni, quasi più che a Barcellona. Ma siamo pronti a goderci un bel weekend di motociclismo e con una bella atmosfera. Ci saranno fischi ma anche applausi, noi cercheremo di dare il 100% in pista perchè questo è l'importante"
C'è però anche chi ha pensato che tu non volessi vincerlo a Misano per via di Valentino".
"Quelli che la pensano così, scrivono così. Che vadano al diavolo".
Come vivrai le prossime gare andando verso le extraeuropee?
"A Barcellona ero più serio del solito perchè a volte non sai in che situazione ti trovi, ero in modalità ECO come quando devi gestire le tue energie. Fisicamente ero in forma ma mentalmente ero stanco e credo che questo weekend sarà lo stesso. Per un pilota è più semplice nelle gare extraeuropee, ci sono meno persone attorno, ma so che è importante fare tappa all'estero per la MotoGP ed anche per i team".
Dopo aver vinto il mondiale cambierà il tuo approccio alle gare?
"Ci sarà meno tensione, meno pressione, più rilassatezza, alle volte meno concentrazione e più errori. E' quello che mi è successo per molti anni, quasi tutti direi, perchè è un eccesso di fiducia. Se guardi è come nella Moto3, quando si vince una gara nella successiva si cade o si va male. In MotoGP con l'esperienza accade meno, ma dopo esser diventato campione può succedere, ma cercherò di evitarlo".
Da otto volte campione del mondo, quali sono le qualità che contraddistinguono un pilota da un buon pilota o un campione?
"Per me è la gestione del tutto, i momenti, la pressione, le persone attorno a te, la squadra, il fine settimana. Puoi essere un pilota veloce ma se ti interessa più il denaro che la moto allora non vincerai. Puoi essere un pilota veloce ma se ti attira più la festa che il lavoro, non ce la farai. Puoi essere un pilota veloce con molto talento, ma se la pressione ti influenza di più, non vincerai. Quindi è la gestione di tutto ciò che fa la differenza in un campione, di piloti veloci ce ne sono molti".
Dall'altro lato del box invece c'è ancora difficoltà, hai suggerito a Pecco un reset.
"Ovviamente non sono la persona più indicata per dargli consigli, Pecco ha il suo team e le sue persone con esperienza attorno a lui. Ma voglio anche il meglio per la Ducati e abbiamo bisogno di vedere entrambi i piloti in grado di lottare al vertice perchè sarà di aiuto anche per lo sviluppo. Poi è chiaro che voglio battere tutti, che sia il mio compagno di squadra, mio fratello o chiunque altro ma non voglio vedere qualcuno soffrire come sta facendo Pecco in questo momento. Non è facile per un pilota una situazione simile, ed è difficile da dimenticare perchè sei sempre sotto i riflettori dei media. Ma è un qualcosa che dobbiamo accettare, è la prima volta che gli succede in carriera ma ha tutto il talento per uscirne".
Se il prossimo anno Bagnaia chiedesse di tornare alla GP24?
"Dalla Thailandia e dalla Malesia i nostri commenti erano simili e seguivamo la stessa direzione. Alla fine da ciò che ho appreso dagli ingegneri, la base è della GP24 con le evoluzioni in termini di aerodinamica. Ma voglio il massimo per la Ducati, ciò che funzionerà per lui funzionerà per me e sarà vero anche l'opposto".
Diggia parlando con gli ingegneri per il 2026 ha chiesto più feeling sull'anteriore, tu cosa chiederesti?
"E' chiaro che si cerca sempre di migliorare, ma quando si migliora l'anteriore si rischia sempre di perdere qualcosa altrove, magari nell'aderenza sul posteriore. Bisogna trovare un compromesso, ma Ducati sa già di avere un'ottima base di partenza. Proveremo a introdurre delle piccole cose ma non possiamo aspettarci un grande passo o un grande miglioramento in un aspetto senza correre il rischio di sbagliare direzione nello sviluppo".
Acosta ha paragonato il tuo ritorno a quello di Michael Jordan.
"Per me è importante quando tra piloti c'è rispetto e vengono elargite belle parole. L'ho ringraziato, è importante più che essere veloci essere anche una fonte d'ispirazione. Ne sono orgoglioso ma non voglio soffermarmici troppo, e continuare a spingere in campionato".





