Una chiacchierata durata quasi un’ora tra passato e presente con gli aneddoti del suo viaggio nel mondo della MotoGP che non potevano certo mancare. Mauro Sanchini è pronto a partire per il Gran Premio d’Italia e quest’oggi si dirigerà verso il Mugello in sella alla Guzzi Stelvio.
Poco prima della partenza abbiamo intercettato colui che assieme a Guido Meda ci tiene compagnia nei weekend di gara, regalandoci tutti i dettagli tecnici delle moto. Adesso lo vediamo in cabina di commento a Sky, anche se la sua avventura è iniziata qualche anno prima, quando con Gigi Vignando raccontava la Superbike.
“Quelli erano sicuramente altri tempi – ha esordito – io e Gigi raccontavamo la Superbike con molti meno replay e telecamere, il tutto era ben diverso. Lo vivevo più come un gioco mentre ora abbiamo moltissime immagini e le moto presentano differenze sostanziali, dato che nella MotoGP di oggi vediamo tantissimi dettagli tecnici tra telai, appendici aerodinamiche, diffusori”.
Cosa ti manca di quei tempi della Superbike?
“Una cosa che mi piacerebbe portare nella MotoGP odierna era il tavolino in plexigas che portavamo ai tempi della SBK nei box, sopra il quale mettevamo una componente per analizzarla nel dettaglio. Se lo facessi oggi mi sparerebbero, perché è impossibile (sorride)”.
Sei arrivato a Sky, inaugurando un qualcosa di inedito come lo Sky Tech…
“Esatto! L’obiettivo era quello di analizzare nel dettaglio l’aspetto tecnico delle moto così come il comportamento dei piloti in un determinato frangente di gara come l’interpretazione di una curva oppure la staccata. Penso sia stato un arricchimento per il nostro prodotto”.
Lorenzo ti fece i complimenti, ricordi? Disse: “Si vede che capisci di moto!”
“Certo, infatti fui molto riconoscente a Jorge. Tra l’altro, due gare dopo, Jorge mi chiese personalmente le immagini dello Sky Tech da far vedere alla squadra, perché doveva spiegare alcune cose al team. Fui molto orgoglioso del mio lavoro e c’è un altro bel retroscena con Jorge”.
Quale?
“Ricordo il warmup di Misano. Chiesi al mio operatore di fare dei tagli dei piloti tra la curva 6 e l’ingresso della Quercia, in modo da spiegare il confronto tra di loro. Alla fine, nel montaggio, avevamo una sola immagine di Lorenzo e non sei come avremmo dovuto averne. Il fatto è che Jorge passava sempre nello stesso identico punto, ripetendo il medesimo movimento alla perfezione, sembrava un’unica immagine senza che vi fossero sfumature. Fu davvero impressionante”.
Ti vediamo sempre al fianco di Meda in cabina di commento. Chi è Guido?
“Guido è un bambinone e nel nostro rapporto c’è sempre questa componente sana legata al gioco, che fa da sfondo al nostro rapporto lavorativo. Con lui abbiamo condiviso molto, tanti momenti di gioia, divertenti e anche difficili come ad esempio la morte di Salom oppure la moto che in Austria sfiora la visiera alla Yamaha di Valentino”.
Hai sottolineato però anche i momenti belli!
“Assolutamente! Quando Dovi vinse a Motegi siamo volati dalla sedia, il Mondiale di Pecco rimarrà fantastico. C’è poi quella volta che per poco non ci ribaltavamo a Valencia attraversando il canale in macchina o quando Guido venne a liberarmi con lo svitol dal bagno del Mugello perché rimasi chiuso dentro mezz’ora”.
Hai mai pensato di essere saturo di questo mondo?
“Per ora no, amo stare nel paddock, confrontarmi con i piloti e gli addetti ai lavori… L’unica cosa che mi pesa sono i viaggi”.
Come vivi i minuti prima della diretta. Ci ha fatto l’abitudine?
“Ancora no! Sono passati tanti anni dalla prima volta, ma l’adrenalina è tremenda, non è facile conviverci. La soffri e penso che non ci fai mai l’abitudine, anche perché avverti quella che è la componente emozionale che c’è prima del via”.
C’è un pilota al quale vorresti chiedere scusa per una parola o un’analisi sbagliata?
“Vinales! Quando lo scorso anno ci fu l’incidente con Bezzecchi in Australia, vennero riportate delle cose sbagliate a Maverick, che non dissi. Purtroppo non abbiamo mai avuto l’occasione per parlare faccia a faccia, senza essere di fretta, ma spero ci sia. Ci ho provato nel retrobox in una delle prime gare, ma non siamo riusciti a trovare il momento adatto”.
Molti sostengono che sei di parte e spesso le tue idee non sono condivise. Un esempio può essere la tanto discussa GP23 di Marc in confronto alla GP24 di Pecco.
“A volte capita che sottolinei un errore di Marquez e qualcuno sui social ti attacchi, dicendo che sono di parte. Poi però, durante le interviste, capita che Marc stesso ammetta l’errore sottolineato da me in precedenza. Quindi cosa facciamo? Personalmente io non ho mai mancato di rispetto alle qualità in pista di Marc e lo abbiamo sempre rispettato, dato che lui è uno che fa cose che agli altri non riescono a fare e Pecco stesso lo ha ammesso. Un esempio è Brno, quando con lo slick diede due secondi agli altri sul bagnato”.
“Ovvio che se devo tifare un italiano contro uno spagnolo, sostengo un italiano, perché sono italiano e penso sia la stessa cosa anche per i miei colleghi a ruoli invertiti. Io penso che tutto ciò derivi dal passato, dall’era di Valentino e tutto ciò ce lo portiamo dietro oggi. Questo vale per coloro che attaccano Marc e Pecco, infatti mi dispiace quando si dice che Pecco è un pilota fermo o un chiodo, ma non si può offendere in questo modo. Io rimango dell’idea che chi critica in maniera aspra sia perché dettato dall’invidia, il che ti porta a vivere male. Io non nego di essere amico di Valentino, ma non ho mai pensato di attaccare uno come Marquez”
Abbiamo citato Marquez…
“Quando ci troviamo ci scambiamo diversi pareri con rispetto e stima reciproca. Poi è ovvio che lui abbia la sua compagnia e non andiamo a berci una birra insieme, ma questo penso faccia parte della vita”.
Cosa ti colpisce di Marc?
“Dal lato tecnico, in sella alla moto, mi colpiva molto Dani Pedrosa. Per quanto riguarda Marc, invece, a volte sento dire che non è più funambolico come una volta, ma bisogna ricordare che le moto sono cambiate negli ultimi anni, non sono più le stesse, di conseguenza anche lui ha dovuto adattarsi. Lui però ha una capacità sensoriale sua, psicomotoria, di leggere cosa fa la moto e capire fino a che punto può arrivare. Brno con le slick ne è la dimostrazione così come ad Aragon lo scorso anno. Ovviamente non dobbiamo dimenticarci che quando si fece male a Jerez, dava mezzo secondo a tutti”.
E Pecco invece?
“Durante l’inverno pensavo lottasse più duramente con Marc, invece è costretto a rincorrere. Io penso che al momento Pecco sia all’80% e il Mugello potrebbe essere un importante ago della bilancia. Spero però che la tappa di Aragon sia un punto di ripartenza per riportarlo nuovamente a giocarsi le posizioni di vertice”.
Com’è raccontare un Mondiale che sembra già scritto?
“È vero che Marc sta dominando, però questo Mondiale ci ha raccontato diverse sfumature come Alex Marquez oppure Bezzecchi e l’Aprilia senza dimenticarsi di Aldeguer. Marc sta meritando tutto ciò e gli altri devo muoversi”.
Il prossimo anno arriverà Toprak..
“Sono curioso! Per me doveva arrivarci prima, ma vogliamo tutti vederlo. Gli dissi a Brivio di portarlo in Aprilia”.
Buon Mugello Sanchio!
“Grazie e… buon Mugello anche a tutti voi! Sono curioso di vedere l’atmosfera che ci sarà. In passato si diceva “Al Mugello non si dorme”, poi è arrivato il COVID, poi c’è stata la ripartenza con il confronto Bagnaia-Martin mentre quest’anno la sfida a tre con Pecco, Alex e Marc Marquez. Gli anni passano, ma la magia del Mugello resta sempre”
QUI gli orari su Sky, TV8 e Now del GP del Mugello





