È terminata nella sesta tappa l’avventura alla Dakar dell’equipaggio del team Italtrans, formato da Danilo Petrucci, Claudio Bellina e Marco Arnoletti. Mentre si trovava alla guida dell’Iveco Powerstar #608, Bellina è stato vittima di un importante calo di pressione che ha convinto la squadra a chiamare i soccorsi e abbandonare anzitempo la competizione a scopo precauzionale.
“Ci siamo spaventati perché Claudio non si è sentito bene una mezz’ora dopo che gli avevo dato il volante. Ma sinceramente era da un po’ di giorni che era stanco e non si sentiva a posto. Quindi, per precauzione abbiamo deciso di fermarci. Abbiamo chiamato i soccorsi, l’hanno portato in ospedale, ha fatto tutti i controlli e fortunatamente sta bene” ci ha raccontato Petrucci, felice che tutti gli esami a cui si è sottoposto l’esperto pilota bergamasco abbiano dato esito negativo.
“Per fortuna, non è niente di grave, ma non era il caso di continuare. Anche perché comunque la gara di quest’anno è stata particolarmente dura per tutti” ha continuato Petrux, sottolineando l’alto tasso di difficoltà raggiunto dall’edizione di quest’anno della celebre maratona nel deserto: “Mi sono accorto che rispetto alla Dakar che avevo fatto io tre anni fa in moto, la situazione è notevolmente peggiorata. Nel senso che è una gara volutamente sempre più dura e sempre più difficile, dove secondo me non ha ormai senso partecipare per gli amatori, perché nel deserto è pericoloso. Bisogna essere molto allenati e molto preparati. La cosa principale comunque è che Claudio stia bene e non abbia particolari problemi. Sono contento di questo e ringrazio l’equipe medica per aver preso subito in mano la situazione”.
Nonostante la conclusione anticipata, il pilota di Terni non può che essere soddisfatto del bagaglio di esperienza e di emozioni accumulato in questa Dakar a quattro ruote, che sembrava poter regalare un grande risultato al team Italtrans fino a pochi giorni fa.
“È stata un’esperienza fortissima e dalle persone come Claudio Bellina c’è solo da imparare. A guidare il camion ma prima ancora come persona, perché è veramente un uomo d’altri tempi e mi ha fatto davvero piacere condividere due settimane, giorno e notte, con lui - ha affermato - Ci siamo fatti diverse risate, ci siamo raccontati la nostra vita e ho imparato tanto. Spero di frequentarlo sempre più spesso e di poter imparare sempre più cose da lui, perché è veramente un figo!”.
Prima ancora del malore accusato da Bellina, a compromettere la gara della squadra era stato lo sfortunato incidente avvenuto nella quinta tappa. Un capottamento che li aveva fatti precipitare a oltre 50 ore dal leader della classifica, mettendo fine a ogni speranza di puntare al podio finale.
“Dopo i primi tre giorni, quando eravamo in quinta posizione dopo la tappa da 48 ore, mi sono detto: vedrai che se arriviamo alla fine viene fuori davvero il miracolo di salire sul podio’. Solo che i primi cinque lo fanno di professione, mentre io ho accumulato 30 km di esperienza con un camion e non l’ho ancora guidato nelle dune - ha osservato Danilo - Io e Claudio ci dividevamo il volante ed è stato un signore, perché non so quanti milioni di euro di camion mi abbia lasciato in mano. Come dicevo è una persona d’altri tempi, ma non sarebbe stata veramente una cosa possibile. Però spero sia la mia prima vera esperienza a quattro ruote e non l’unica”.
Petrucci sogna già di ritornare nuovamente nel deserto, ma dovrà prima tornare a concentrarsi sul suo impegno nel Mondiale Superbike.
“La Dakar è sempre affascinante, è sempre un’esperienza forte, che spero di poter rifare, ed è stato un grandissimo onore farla con una famiglia come quella di Italtrans. È stato veramente bello condividere così tanti giorni con loro e poter conoscere tutta la famiglia. Sono contento e, guardando al lato positivo, ho fatto tanta esperienza, ho guidato un mezzo pauroso da 1.100 cavalli ed era tanto tempo che non provavo così tanta paura nel guidare un mezzo a motore, quindi è stata un’esperienza fortissima - ha concluso - Adesso però c’è da pensare al mio vero lavoro e quindi tornare ad allenarmi. Il problema diventa un’opportunità, perché almeno ho una settimana in più per allenarmi in vista dei test. Sinceramente, non vedo l’ora di tornare un po’ a casa e di salire in moto a Jerez tra dieci giorni”.