Con la vittoria conquistata nella gara Sprint, e la caduta di Francesco Bagnaia, Jorge Martin è più vicino che mai alla conquista del titolo. Nel sabato malese, l’alfiere del team Pramac ha infatti portato a 29 punti il vantaggio sul suo diretto inseguitore. Aumentando esponenzialmente le sue probabilità di chiudere la partita iridata già nella giornata di domani. Quando basterà che un pilota si frapponga tra lui e Pecco, perché Martinator conquisti matematicamente la sua prima corona in MotoGP.
“Mi sento molto bene. È stata una giornata fantastica e molto importante - ha osservato il madrileno al termine della Sprint - È stata una gara complicata, perché era molto più veloce rispetto all’anno scorso e anche al passo che abbiamo tenuto per tutto questo weekend. Sono emersi alcuni problemi che non avevamo avuto ieri ed è stato difficile riuscire a gestire la situazione dopo la caduta di Pecco, ma sono ci riuscito bene e sono contento per come è andata la giornata. Ero partito con le idee molto chiare. Volevo vincere e per riuscirci avrei dovuto rischiare anch’io. Poi la sua scivolata ha cambiato un po’ tutto”.
La scivolata del piemontese ha offerto un inaspettato assist a Martin, che ha raccontato come ha vissuto gli istanti successivi all’incidente.
“Sono cose che capitano e non ho fatto finta che non fosse successo: dovevo pensare al fatto che era caduto, che dovevo stare attento e finire la gara - ha raccontato - A un certo punto ho anche pensato che forse avrei dovuto rallentare, aspettare Marc, e chiudere secondo, ma d’altra parte non aveva senso farlo, perché avevo otto decimi di margine. Quindi, ho continuato a fare quello che stavo facendo, perché sapevo cosa fare e lo stavo facendo bene. Ero molto concentrato sui miei riferimenti. Cercavo di fare tutto allo stesso modo, senza cambiare nulla, e così facendo ho anche aumentato il mio margine. Finire la gara odierna era importante per avere delle buone informazioni per domani, perché non siamo abituati a fare dei long run qui”.
In questo finale di stagione, soprattutto, Jorge sta dimostrato di aver acquisito la mentalità e l’esperienza con cui gestire al meglio la lotta per il campionato. Doti che gli avrebbero permesso di vincere anche nel 2023?
“L’anno scorso non ero pronto per vincere - ha ammesso - Ero veloce, ma non ero pronto. Ero davvero spaventato e ho vissuto dei momenti difficili, mentre quest’anno sono un pochino più maturo. Essere qui in questo momento, con questo vantaggio, è sicuramente un privilegio, ma non è ancora finita. Devo essere concentrato sulla gara di domani. Sarà molto lunga e penso che Bagnaia rischierà tanto per vincere. Sarà dura batterlo in queste condizioni, perché non ha niente da perdere adesso: sarà tutto o niente. Io proverò a fare del mio meglio per stare davanti a tutti e, nella peggiore delle ipotesi, provare a chiudere 2°”.
Avendo un buon margine da amministrare sul pilota ufficiale Ducati, Martinator potrà comunque tirare un po’ il fiato in queste ultime gare dell’anno.
“Quando provo a respirare e a rilassarmi divento più nervoso e tutto si fa più difficile - ha riconosciuto - Questa mattina ero un po’ nervoso, quindi ho detto a Gino Borsoi che avrei provato a vincere. Non volevo arrivare 2° o 3°, ma provarci perché Pecco avrebbe vinto soltanto se fosse stato più forte. Domani sarà più o meno la stessa storia. Se lui sarà molto più forte bene così, ma io darò il meglio di me perché questo è l’unico modo in cui posso mantenere la piena concentrazione”.
Jorge farà il massimo, conscio che il titolo non è ancora nelle sue mani.
“Ovviamente mi piacerebbe chiudere il Mondiale domani, ma sarà molto complicato, perché dipenderà da Pecco e dal suo risultato. Senza errori, Bagnaia può tranquillamente vincere o stare con me. Sarà complicato chiuderla qui, ma resterò concentrato e se avrò l’opportunità di farlo, lo farò” ha ammesso l’iberico, che ha voluto dedicare un pensiero speciale al popolo valenciano: “Dedico a loro il mio podio, la mia vittoria, e donerò il bonus ottenuto da questo successo per aiutare le famiglie in difficoltà. Spero di poter aiutare qualcuno”.
Tornando a parlare della gara appena conclusa, il pilota Pramac ha spiegato più nel dettaglio i problemi avuti e le ragioni per cui, a suo avviso, la Sprint è stata circa nove secondi più rapida di quella della passata stagione.
“Penso dipenda dalle gomme, perché anche Marc Marquez è migliorato. Io ho fatto esattamente lo stesso tempo che avevo fatto nei test, quando ero ancora sulla moto 2023. È stato tutto molto più veloce da che siamo arrivati qui. Le gomme sono migliorate molto e sono più stabili - ha analizzato - Oggi in realtà ho avuto qualche problema con lo pneumatico posteriore, ma sono contento di essere arrivato primo e credo di poter migliorare per domani”.
Martin si è poi espresso sulle criticità riscontrate in Curva 9. Il punto in cui Bagnaia è finito a terra nel terzo passaggio.
“È stato un punto critico per tutto il fine settimana e mi sono preso qualche spavento sia ieri che oggi nel time attack. Ci sono tre asfalti diversi sulla traiettoria ideale e ad un certo punto non c’è nemmeno più l’asfalto: è come essere nel motocross. Bisogna essere molto precisi in quella curva - ha affermato - Non ho visto la caduta, quindi non posso dare la mia opinione a riguardo, ma anch’io ho avuto qualche brutto momento in quel punto e qualche volta ho dovuto rallentare durante la gara, per non cadere”.
In testa dall’inizio alla fine, il ducatista è convinto che sia stata proprio la partenza a giocare un ruolo determinante per la sua vittoria.
“Penso che le gomme siano cruciali in questo discorso, perché credo che oggi non avrei vinto se non avessi preso subito il comando della corsa. In quel caso, avrebbe vinto Bagnaia e io sarei arrivato 2°. La strategia e una buona partenza sono molto importanti. Perché al giorno d’oggi, se non sei bravo a risalire da dietro come Bastianini, è molto difficile vincere se non sei nelle prime posizioni a inizio gara - ha commentato - L’anno scorso ero andato largo alla prima curva sia nella Sprint che nel GP. Quest’anno è andata meglio e, alla fine, io mi trovavo in una posizione più privilegiata rispetto a Bagnaia: dovevo soltanto frenare dove frenava lui e fare ciò che stava facendo lui. La cosa importante oggi era stare davanti alla prima curva”.