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MotoGP, Marquez: "Non ho motivazioni, affronto le difficoltà con sforzi e sacrifici"

"Ho una costola rotta, non mi sento pronto per guidare oltre al limite ad Assen. Guiderò per raccogliere informazioni, domani avrò un nuovo telaio da provare"

MotoGP: Marquez:

Basta guardare negli occhi Marc Marquez per accorgersi quanto il fine settimana nel Sachsenring lo abbia colpito nel fisico e nel morale. Assen è l’ultima prova che dovrà affrontare prima di concedersi delle vacanze di cui sembra avere bisogno. La caduta di domenica del warm up gli ha lasciato segni sul corpo e lo spagnolo sa di non potere più permettersi un GP come quello in Germania.

Ho lavorato bene in questi tre giorni a Madrid con lo staff medico e con i fisioterapisti per recuperare da tutte le botte che ho preso - spiega - La caviglia era quella che mi preoccupava di più perché c’era una grande infiammazione, poi ho una frattura all’ultima falange del pollice, ma non credo che queste due lesioni saranno un grande problema alla guida. Quello che mi dà più fastidio è una frattura alla seconda costola, penso che la sentirò in moto”.

Il morale com’è?
I brutti momenti si affrontano con sforzi e sacrifici, non con la motivazione. Bisogna continuare a lavorare, se sono qui è per continuare ad apportare il mio aiuto al progetto e migliorare”.

Domenica al Sachsenring sembravi stremato.
È stato un fine settimana duro. Quando cadi mentre spingi lo accetti, come mi era successo in qualifica. Nel warm up, però, non lo stavo facendo, girare in 1’22” con le gomme nuove significa andare piano, ma sono andato a terra. Quando succede, è la cosa più difficile da accettare per un pilota.

In tutti gli anni con Honda hai avuto moto migliori o peggiori, ma sei sempre riuscito a essere competitivo. Questa ti ha battuto?
L'anno non è ancora finito e continuiamo a lavorare. Certo non si può pensare a vincere il titolo o a stare nei primi 3 o nei primi 5, ma solo a continuare a impegnarsi. Non ci sono moto migliori o peggiori, ma moto più evolute e altre in cui questa evoluzione non è andata come si sperava. Noi dobbiamo continuare progredire per arrivare a un livello che ci permetta di lottare con le moto e i piloti più veloci, non solo per un giro ma per tutta la gara”.

Stai gettando la spugna?
Per nulla, o non sarei qui ad Assen. Se ci avessi pensato, dopo tutte le cadute del Sachsenring, mi sarei chiuso in casa a pensare all’estate. Non è il mio stile, logicamente non sono motivato in questo momento, ma lo affronto con spiriti di sacrificio, insistendo per migliorare”.

Cosa ti aspetti dal GP di Assen?
Vedremo, al Mugello e al Sachsenring stavo bene fisicamente e avevo guidato oltre al limite, ma dopo 5 cadute non mi sento pronto a farlo di nuovo. Penserò solo a guidare e raccogliere informazioni. Magari con un stile di guida più dolce sarò più veloce, chi lo sa. So solo che non mi sento pronto a spingere come in Germania, lì si e l’ho fatto anche troppo

Ci sono sempre più voci su un tuo futuro lontano da Honda.
“Anche se non vuoi leggerle, alla fine senti queste cose. La voglia di continuare a lavorare con Honda, per rivoluzionare il progetto, per provare cose nuove - domani avrò un nuovo telaio - è la stessa che avevo all’inizio della stagione”.

Qual è il piano nel box?
Abbiamo delle idee, Santi (Hernandez, il suo capotecnico ndr) e il suo staff tecnico ne hanno alcune per lavorare dove più abbiamo bisogno, cioè avere una parte posteriore della moto che dia più informazioni al pilota. Ho detto al mio team che non so come mi sentirò fisicamente in questo Gran Premio, fino al Sachsenring ero in una delle condizioni migliori di tutta la mia carriera e potevo andare oltre al limite, ora non lo posso fare. Posso comunque provare nuove parti, dare informazioni”.

Non hai l’impressione che sia arrivato il momento che Honda faccia una moto totalmente nuova per il prossimo anno?
Non sono io a doverla chiedere, io devo stare in pista per dare il 100% e fornire le mie opinioni sui pezzi che provo, che poi sono le stesse di tutti gli altri piloti Honda, a differenza di quello che si crede. Soffriamo tutti nelle stesse aree, penso che questo possa facilitare il lavoro, ma io non sono un ingegnere, non ho le conoscenze per dire come dev’essere un telaio o un motore. Io faccio il pilota, sono loro a trasformare i miei commenti in pezzi nuovi”. 

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