Una settimana all’alba. Quattro turni di prove, una qualifica, un Gran Premio e poi la (lunga) carriera di Valentino Rossi giungerà al termine, 9 titoli iridati, 89 vittorie, 199 podi, 55 pole e 76 giri veloci dopo quel lontano esordio del 1996.
Pensava, e sperava, in un finale diverso, il Fenomeno - perché lo è stato - pensava, e sperava di avere maggiore velocità in quel polso destro che, dicevano i suoi tifosi, racchiudesse un mezzo secondo rispetto a tutti gli altri.
Ma ritirarsi da imbattuto e vincente è un dono che il dio degli atleti concede a pochissimi, così a Portimao Vale ha chiuso in 13esima posizione a oltre 22 secondi dal vincitore, Pecco Bagnaia, uno dei suoi pupilli della Academy, battagliando con il fratello, Luca Marini.
“Il primo obiettivo era arrivare nei punti - puntualizza Rossi, che aggiunge - la gara è stata molto veloce ed ho avuto un buon passo rispetto alle prove. Sono stato dietro a mio fratello Luca, e avrei anche provato ad attaccarlo sul finale, ma è arrivata la bandiera rossa”.
Attimo di pausa. Ulteriori analisi.
“La scelta delle gomme è stata quella giusta, non avevo un buon passo con la media, mentre con la dura c’è stata qualche perdita di aderenza, ma sono state costanti… peccato per la bandiera rossa, nell’ultima parte del tracciato Luca era più veloce di me, ma ci avrei sicuramente provato”.
Luca parte da qui, Vale finisce invece qui. Una settimana ancora e poi potrà dedicarsi alla neonata famiglia, facendo ancora il pilota, ma su quattro ruote e principalmente per non staccare bruscamente da una vita che, al di là delle enormi soddisfazioni agonistiche, è come una droga. The need for speed, dicono gli americani. La velocità: Vale ancora non ne può fare a meno. Poi, sicuramente, arriveranno altre soddisfazioni, perché la vita va avanti, si cambia, anche se la competizione che ha nel sangue rimarrà per sempre.
“Questa è stata la mia penultima gara: per me la cosa più importante sono i risultati, e questa stagione è stata dura per me - prosegue Vale, che aggiunge, quasi parlando a sé stesso - speravo di andare più forte, ma sono tranquillo”.
Speravo di andare più forte, ma sono tranquillo.
Il ritiro di Valentino Rossi è tutto in questa frase.
Speravo di andare più forte.
Sono tranquillo.
Perché ad un certo punto si fa, si è costretti a fare, pace anche con i propri demoni.
“Da una parte sono un po’ triste, ma d’altra parte è stata una lunga stagione, dura. L’ultima gara è a Valencia, su una una pista difficile per me, ma proverò a fare punti anche lì”.
Fare punti non è una resa, per Rossi. In pista si batte contro avversari che hanno la metà della sua età, e non si può pretendere che il pesarese che a Portimao in gara ha fatto il 17° miglior tempo, quindi meglio di Bradl, Morbidelli, Marini e Dovizioso penosamente ultimo - abbia ancora la velocità dei bei tempi.
“Ieri con nove decimi ero 16°… oggi l’elettronica aiuta molto ad essere consistente. È vero anche che tutti sono molto preparati, e in pista ci sono molti campioni del mondo. Sono d’accordo con Casey sul fatto che le moto oggi sono più facili, ma la MotoGP ora è questo. Dorna ha lavorato per avere uno schieramento di partenza molto bilanciato, ci sono arrivati, questo risultato è buono”.
Così è ormai tempo per i ricordi.
“Quale pista mi mancherà? Mi mancherà il Mugello, Barcellona dove nella mia carriera mi sono sempre divertito, Assen, che è comunque l’università della moto, e poi Phillip Island, tosta, veloce e poi si vede il mare…”.
Il rimpianto che chiude ogni storia d’amore si apre poi alla saggezza di avere visto, se non tutto, molto del motociclismo moderno che però, per sua stessa definizione, è veloce e proiettato in avanti.
“Quello che è successo in Moto3 non è stato divertente per Foggia, è dura finire una stagione così - analizza Valentino - Non so se la superlicenza, che Pecco ha chiesto per tutelare dai salti di categoria, sia necessaria. Certo ci sono dei piloti come Darryl Binder che sono super super aggressivi,. È più una decisione sul singolo pilota, che bisognerebbe prendere, che avere una superlicenza. Peccato per Foggia, ma sono contento per Migno e Antonelli, un doppio podio per l’accademia. Andrea e Niccolò sono con noi dall’inizio, per questo siamo molto contenti quando sono sul podio”.
L’argomento Binder trattiene Vale dal passare ad altro tema.
“Ci sono delle dinamiche dietro alla sua promozione in MotoGP, perché Petronas gli ha dato fiducia. Tutti qui sono convinti che sia un pilota veloce. Il fatto è che ci sono dei piloti un po’ troppo aggressivi, non è una sorpresa, e sono sempre in mezzo gli stessi. Bisognerebbe parlare loro, perché fra piloti ci vuole più rispetto”.
E’ tempo di passare il testimone e Rossi sa di avere svolto un ruolo importante con la sua VR46 Academy che nel 2020 ha lanciato Morbidelli ed oggi ga Bagnaia come punta. Due vicecampioni del mondo nella classe regina in due stagioni consecutive.
“Pecco oggi è stato bravissimo: è stato il più veloce, sempre, guida benissimo e mi da gusto vedere come pilota la Ducati, è eccitante. È pronto: peccato che si sia stato steso a Misano con la gomma dura. Oggi però aveva ragione lui montando la media, io gli avevo consigliato la hard…”.
L’erede di Rossi è un ragazzo dalla guida pulita e caratterialmente all’opposto di Valentino. In pista ricorda Lorenzo.
“Pecco simile a Lorenzo? Io lo conosco benissimo, ha tantissimo coraggio ed un modo di guidare particolare. Da quando è riuscito ad utilizzare lo stile che aveva in Moto2 anche in MotoGP, ha fatto il salto in avanti. Lorenzo era più pulito, Pecco è più aggressivo… anche se fuori dalla pista non si direbbe. È pronto per vincere il mondiale, ma sarà difficile perché ha trovato avversari come Quartararo…Bagnaia e la Ducati hanno qualche rimpianto: potevano vincere anche quest’anno. L’errore determinante è stata la caduta al Mugello all’Arrabbiata 2, quando ha pizzicato la linea bianca e poi ha vinto Quartararo. Questo fine di stagione però deve essere di buon auspicio: si presenta come lo sfidante numero 1 nel 2021, se non addirittura il favorito”.