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MotoGP, Locatelli: i giovani piloti devono prendere esempio da Rossi

Roberto è il nuovo coach di pista del team Sky VR46 e dell'Academy: "Valentino ha 40 anni e vive per la moto, con l'obiettivo di vincere ancora"

MotoGP: Locatelli: i giovani piloti devono prendere esempio da Rossi

In un team Sky VR46 rinnovato e voglioso di ripetere i risultati dello scorso anno, il ruolo di Roberto Locatelli - ex pilota e commentatore televisivo - sarà importante e strategico.

L’ex iridato della 125 Gran Prix esce dalla cabina di commento ed entra nella squadra che ripropone il doppio impegno Moto3 - Moto2, coi piloti Foggia e Vietti nella entry class e Marini - Bulega nella categoria di mezzo motorizzata Triumph,

Roberto lavorerà a fianco dei piloti, seguendoli nel box ed osservandoli attentamente in azione tra i cordoli. Il bergamasco sarà il coach in pista, facendo affidamento alla propria esperienza e colpo d'occhio.

Mi sento carico ed emozionato - afferma Locatelli - questa eccitazione sportiva mi piace e mi mancava da tempo. Stare a contatto coi ragazzi dell’Academy e del team Sky VR46 mi porta vicino a dei talenti ed a piloti che Valentino supporta in altre squadre. Il ruolo di coach mi piace, seguirò, naturalmente, Marini e Bulega nella Moto2, Foggia e Vietti in Moto3 e gli altri: Bezzecchi, Antonelli, Migno, Manzi, Baldassarri e tutti i ragazzi appartenenti a questa famiglia”.

Cosa, di tuo, metterai a disposizione dei giovani piloti da seguire?

Per me questa non è una veste nuova, ma resta davvero stimolante. Proverò ad aiutare i ragazzi in ogni modo, Il mio suggerimento è il seguente: per fare bene il mestiere del pilota occorre metterci impegno, pazienza, sacrificio e saper ottimizzare ogni singolo risultato di Gran Premio in Gran Premio. Per arrivare in alto e rimanerci sono tanti i fattori necessari, non è facile, ma io tenterò di fornire ogni momento vissuto nella mia esperienza di corridore”.

Tu hai vinto un titolo, Rossi nove. Riuscirci una volta è difficile, per altre otto è immaginabile?

“Non riesco a spiegare come si possa vincere così tanto, ovviamente, solo Valentino potrebbe rispondere alla domanda. Dal canto mio, posso dire che Rossi ci abbia messo gli ingredienti citati prima, i consigli che darei ai giovani che vogliono fare carriere nel motociclismo. Rossi vive per la moto, questo è il punto, questo è il suo obiettivo; a 40 anni, lui si presenta ancora al via con l’obiettivo di arrivare primo e, magari, di conquistare un altro titolo Mondiale. I giovani dovrebbero prendere esempio dalla sua motivazione”.

C’è un giovane che somiglia al Roberto Locatelli pilota?

No, ora è cambiato tutto, dallo stile di guida al metodo di lavoro. Le piste sono più o mene le stessi sulle quali gareggiavo io, però in sella i piloti di oggi mi somigliano solo a moto dritta e ferma, in pratica, prima che il semaforo si spenga. Il modo di piegare in curva è diverso, ora ci si sporge in fuori con il corpo, cercando l’asfalto con il gomito, la spalla e la... testa! Le tute moderne montano slider sul gomito ed in futuro forse li vedremo anche sulla spalla e poi chissà”.

Non ti torna la voglia di correre?

“Sinceramente no, il mio tempo di pilota è passato. A fine carriera mi sono impegnato nel ruolo di coach per la Federazione, in seguito ho collaborato con Italtrans, poi ho cominciato con la tv, vivendo tre anni bellissimi, i migliori dopo il ruolo di pilota. Ora tornerò a bordo pista per osservare le mosse dei giovani piloti, si tratta di una missione fantastica con precisi obiettivi: salire sul podio con un pilota dell’Academy, vincere un Gran Premio con un pilota dell’Academy ed infine, conquistare un Mondiale con un pilota dell’Academy. Se ci penso, i miei sogni rimangono quelli di sempre”.

 

 

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