Sta crescendo Luca Marini, e non solo in altezza. Il fratello di Valentino è il più alto dei quattro piloti in forza nel team Sky VR46 – supera addirittura Bulega – ed è pronto alla sua terza stagione completa in Moto2, campionato che affronterà nella “squadra di famiglia” con una Kalex motorizzata Honda CBR.
Si sta allenando molto Luca, con l’obiettivo di arrivare in forma nel primo appuntamento iridato in Qatar: “vado tutti i giorni in palestra coi ragazzi dell’Academy – racconta Marini – dove, insieme, seguiamo un programma di lavoro specifico e, quando posso, gioco a pallone coi miei amici di Tavullia. Sarà fondamentale presentarsi al 100% a Losail, passando prima dai test invernali”.
Luca ritroverà una Kalex, moto che conosce bene, arricchita da alcuni dettagli tecnici di pregio: “dal punto di vista tecnico siamo fortissimi – è convinto – perché questo è un team dei migliori, anzi, forse è proprio la squadra migliore della Moto2, malgrado il solo anno effettivo di esperienza nella Middle Class. Con Kalex ed Ohlins stiamo lavorando anche in officina per migliorare la moto e renderla più facile e costante da guidare per tutta la durata del campionato”.
Sarai al terzo anno in Moto2; cosa serve per primeggiare?
“Il livello dei piloti è molto alto; ho seguito attentamente Zarco e Morbidelli, gli ultimi due vincitori, carpendo ogni tipo di segreto, anche quello più impercettibile. Quando erano miei rivali, io mi ispiravo a loro. Adesso sono entrambi in MotoGP e mi concedono qualche consiglio in più: mi dicono che in Moto2 nulla va lasciato al caso ed ogni dettaglio è fondamentale. Quando la moto non è al 100%, bisogna saper fare la differenza”.
Ora che sei nella squadra di Valentino avverti una forte responsabilità?
“Io sono sempre lo stesso, ma ho più stimoli. È come nelle squadre di calcio: ora gioco per un top team, per quello giusto. Ho con me un gruppo di persone di alto livello e non mi resta che lavorare a testa bassa, ambendo insieme ai risultati che cerchiamo e meritiamo. Mi sento addosso la medesima responsabilità che sentivo prima di approdare nella VR46. Alla fine in moto ci vado io ed i risultati che ottengo sono per me e per la squadra. Occorre impegnarsi al massimo, sempre, questo è il significato della carriera di un pilota”.
Cambierà qualcosa tra voi due?
“Il rapporto tra me e Valentino è identico a prima. Però, adesso che corro per la sua squadra, ora potrà dedicarmi più tempo ed aiutarmi di più. Solo lui può darmi certi insegnamenti dopo tanti anni di esperienza nel Motomondiale. Il mio obiettivo è crescere ulteriormente durante questa stagione ma con calma, imparando ancora più segreti dalla Moto2. Mi vedo bene ancora un altro anno in questa categoria: nel 2019 voglio puntare alla posta in palio più alta, ovvero, il titolo Mondiale”.