Brno, la settimana prossima, aprirà come sempre il mercato piloti. Contrariamente a quanto è accaduto l'anno passato, però, non ci sono molti top rider liberi sulla piazza. Anzi al contrario la lotta e mantenersi ben stretto il sellino su quale si poggia in questo 2011.
Con questi chiari di luna, infatti, c'è poco da giocare al rialzo: le MotoGP in pista sono poche, anzi pochissime, le star hanno tutti contratti firmati e da qualunque parte si osservi la situazione questa appare tutt'altro che rosea. Anche perché l'altra metà del cielo - la Superbike - che inalberava la bandiera della sette case presenti, non è che stia meglio: la Ducati si è ritirata ufficialmente a fine 2010 ed apparentemente va meglio ora che prima, la Yamaha ha seguito il suo esempio qualche giorno fa, la Honda è praticamente inesistente, la Suzuki trasparente, la Kawasaki ininfluente, mentre Aprilia e BMW si stanno chiedendo se vale la pena spendere quanto un mondiale prototipi per correre nelle derivate di serie.
La parola d'ordine, dunque, è austerità, il che è preludio ad un mercato tutt'altro che esaltante. Questo non significa però un mecaro fermo, anzi: a piedi ci sono numerosi piloti. Qualche nome? Toni Elias, Loris Capirossi, Randy De Puniet, per citare solo i nomi più noti. Qualcuno (Randy) è protetto dal passaporto, per gli altri è difficile anche emigrare, per quanto dicevamo prima, in Superbike. Facciamo dunque un giro d'orizzonte alla luce di questa situazione.
DUCATI - Al momento è al centro del gossip. Valentino Rossi se ne va, Valentino Rossi resta. Chiacchiere da bar. La casa di Borgo Panigale ha un contratto firmato con entrambi i suoi piloti e sono esclusi cambiamenti. Ciò che non è escluso è una radicale rivisitazione della GP12. E chi dice che la Ducati non ha esperienza sui telai dimentica che da tempo a Bologna lavorano i due Marco, Palmerini e Liberati, ex Aprilia proprio in questo settore. Ciò che non si dice, invece, è che anche la Bridgestone deve fare la sua parte per mettere tutte le case sullo stesso piano. Non si tratta di favorire, ma se una gomma non lavora con due Case (Ducati e Suzuki) un motivo ci sarà. In Superbike la Pirelli, per ovviare a questo problema, fa dei test proprio con le case ufficiali. Anché lì, ovviamente, ci sono problemi, ma il monogomma, "grande livellatore", sulla carta, non può diventare al contrario, l'ago della bilancia. La MotoGP ha bisogno di una Ducati competitiva, e non solo per Valentino. In pista, infatti, ci sono attualmente altre quattro GP11. Quante sarebbero nel 2012 senza l'assicurazione di un netto miglioramento? Karel Abraham se la paga e se la tiene, mentre è probabile un ridimensionamento del team Pramac a beneficio del team di Jorge Martinez. Piloti? Veramente da definire: sono ben tre sellini liberi, ma si tratta di selle avvelenate. Perlomeno per il momento.
HONDA - Shuei Nakamoto, vicepresidente dell'HRC, è stato chiaro: la Honda fa la voce grossa su tutto, ma non scucirà una lira. Si terrà Casey Stoner e Dani Pedrosa, ma farà a meno di Andrea Dovizioso (in LCR?), mentre Marco Simoncelli, se vuole rimanere con Gresini dovrà pattuire l'ingaggio con il manager imolese. I due anni di contratto HRC sono in scadenza. Andrea e Marco dovrebbero comunque mantenere materiale ufficiale.
YAMAHA - Jorge Lorenzo e Ben Spies hanno in mano un biennale, i posti liberi sono solo due, quello di Colin Edwards e quello di Cal Crutchlow. L'inglese è "protetto" dalla BBC, che paga la Dorna per avere un inglese in pista, Colin invece è un personaggio che Hervé Poncharal vorrebbe mantenere, ma dipenderà dai costi. E se arrivasse un pilota con la valigia...
SUZUKI - Nessun programma. Se rimarrà lo farà con la attuale 800, della 1000 non c'è traccia. Alvaro Bautista è sul mercato, ma quale mercato?
CRT - I Claiming Rule Team sono come l'araba fenice, che ci sian ognun lo dice, dove sian nessun lo sa...La Suter, che ha provato al Mugello con Mika Kallio beccava sei secondi dalle MotoGP 800 ed è stata più lenta anche della BMW S1000 RR Superbike con Leon Haslam alla guida: ovvio, quanto ha speso la casa di Monaco e quanto Suter? La ha provata anche Andrea Iannone, ma difficilmente ci salirà. Attualmente i piloti che potrebbero guidare in un team CRT possono essere solo quelli di terza schiera. In poche parole nessuno di quelli con un minimo di ambizione.