Quando si radunano in un solo luogo oltre 250.000 persone nel bel mezzo di una pandemia mondiale, e molte di queste non rispettano le norme di distanziamento sanitario e l'obbligo di indossare la mascherina, non può che succedere nascere un focolaio.
È successo allo Sturgis Motorcycle Rally, evento motociclistico americano molto famoso che quest'anno si è svolto nella cittadina del Dakota del Sud dal 7 al 16 agosto, richiamando una gran folla.
Focolaio annunciato
E anche se è stata circa il 7% in meno rispetto all'anno scorso, è successo quello che ci si aspetta dopo un raduno di dieci giorni con oltre duecentomila persona.
Immaginate quali potevano essere le conseguenze, se si fosse raggiunto o per lo meno andati vicini al record di presenza, registrato nell'edizione del 2015 con quasi 740.000 partecipanti.
I resoconti dell'iconico rally motociclistico hanno descritto una scena affollata, in cui pochi partecipanti si sono attenuti alle regole di distanziamento sociale o agli standard di sicurezza sanitaria (indossare la mascherina, lavarsi le mani, non salutarsi dandosi le mani etc.).
Raccontare questa storia quindi non è sorprendente: il Rapid City Journal (quotidiano di Rapid City, nel South Dakota, secondo giornale più grande dello stato che copre anche lo Sturgis Motorcycle Rally) ha registrato il primo caso di COVID-19 pochi giorno dopo l'inizio della manifestazione.
Super diffusione
La persona in questione l'11 agosto dalle 12:00 alle 17:30 ha fatto visita al One-Eyed Jack's Saloon di Sturgis: il che significa che chiunque si trovasse al bar in quell'arco di tempo potrebbe essere stato potenzialmente infetto (e presumibilmente anche i luoghi visitati in seguito potrebbero essere infetti, e così via).
Questo caso ha dato vita a quello che gli esperti chiamano 'super spreader', ovvero un contagio ad alta diffusione data l'elevata presenza di persone concentrata in un luogo, la loro mobilità durante l'evento e la provenienza da diversi parti degli Stati Uniti (e non solo).
Una combinazione di fattori che ha potenzialmente permesso di diffondere il coronavirus con una certa facilità e ampiezza, non solo in tutta la manifestazione ma anche in tutta la nazione.
A dimostrazione di questo fenomeno (in tutti i sensi...), gli Stati americani dove sono stati riscontrati casi di positività al coronavirus legati alla partecipazione allo Sturgis Motorcycle Rally sono otto: Sud Dakota, Nord Dakota, Washington, Wyoming, Wisconsin, Minnesota, Montana e Nebraska.
Evento polemico
L'80ma edizione dello Stargis Motorcycle Rally non era visto di buon occhio da gran parte dei settemila abitanti della cittadina del South Dakota: in una votazione che si era tenuta prima della manifestazione infatti, il 60% della popolazione si era dichiarata contraria al suo svolgimento, data la pandemia da coronavirus.
Ma la natura decentralizzata del rally aggiunta a qualche implicazione legale degli organizzatori, alla segnalazione della presenza di migliaia di motociclisti che sarebbero venuti a Sturgis indipendentemente dalla decisione della città di organizzare l'evento, hanno avuto la meglio sulla volontà espressa dalla città, che si è fatta trovare il più preparata possibile.
Un'altra polemica è scoppiata attorno la decisione della governatrice dello stato americano, Kristi Noem, che alla luce dei bassi numeri di contagio nel Sud Dakota, si è rifiutata di annullare l'evento.
Ma non è stato riferito che il numero dei test effettuati sarebbe inferiore rispetto alla media nazionale.