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“Si cavi dai c...” dice lo scooterista all'automobilista. Non è reato

Auto in sosta vietata. Il motociclista rivolge al guidatore frasi ingiuriose e la Cassazione...

Moto - News: “Si cavi dai c...” dice lo scooterista all'automobilista. Non è reato

Parolacce fra guidatori: è un reato? Una questione in apparenza semplice, ma rivelatasi così complessa da finire in Cassazione: vediamo il caso specifico, facendo un passo indietro. Il Tribunale di Arezzo, con sentenza dell'8 ottobre 2012, confermava la sentenza del Giudice di Pace di Arezzo del 12 aprile 2011 che aveva condannato uno scooterista alla pena di 400 euro di multa per il delitto di ingiurie. Aveva rivolto parolacce a un automobilista. E per questo era stato anche condannato alla rifusione delle spese processuali e al risarcimento del danno, liquidato 1.800 euro, in favore della parte offesa.


Le espressioni ingiuriose erano costituite dalle parole “Si cavi dai coglioni” rivolte dal motociclista, a bordo del suo scooter, alla persona offesa, che si trovava a bordo della propria auto parcheggiata in sosta vietata. E che ostacolava la moto. Ma lo scooterista non si arrendeva e si rivolgeva alla Corte Suprema. Fra i vari motivi del ricorso per Cassazione, lo scooterista sosteneva di aver subìto una provocazione, di cui all’articolo 599, secondo comma, del Codice Penale. Ma soprattutto, non c’era “efficacia ingiuriosa delle espressioni adoperate”. Il ricorso, per la Cassazione merita accoglimento: sezione quinta penale, sentenza dell’11 aprile, resa nota il 5 giugno 2014, numero 23584.


L’espressione “si cavi dai coglioni” deve, in conclusione, interpretarsi come manifestazione scomposta di fastidio per l'intralcio al traffico posto in essere dalla parte offesa piuttosto che di un ingiustificato attacco all'onore e al decoro della stessa. Anche perché occorre fare riferimento al valore sociale delle espressioni utilizzate (lo aveva già stabilito la Cassazione, il 26 giugno 2012, con sentenza numero 30719): per gli ermellini, il Tribunale aveva per errore ritenuto che l’espressione “si cavi dai coglioni”, rivolta dall'imputato alla parte civile in particolari circostanze (auto in sosta vietata, passaggio ostruito), avesse contenuto offensivo. Non c’era volontà, da parte dello scootersita, di offendere l’onore o il decoro della parte offesa. Attenzione, comunque: la Cassazione parla di “indubbia volgarità dei termini utilizzati”. Che però non ha determinato automaticamente la lesione del bene protetto dalla fattispecie di cui all'articolo 594 del Codice Penale: la frase incriminata si è tradotta in una manifestazione di maleducazione e ha rappresentato una intimazione, sicuramente scomposta e non giustificabile sul piano della ordinaria educazione, alla situazione di fatto in cui si trovava il motociclista.


Del resto, come già la Cassazione aveva detto, l’utilizzo di un linguaggio più disinvolto, più aggressivo, meno corretto di quello in uso in precedenza caratterizza oggigiorno anche il settore dei rapporti tra i cittadini. Ne deriva un mutamento della sensibilità e della coscienza sociale: è certamente censurabile sul piano del costume, è ormai accettato (se non sopportato) dalla maggioranza dei cittadini. L’uso frequente di certe espressioni ne ha fortemente attenuato la portata offensiva, con riferimento alla sensibilità dell’uomo medio.

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