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Marquez come Doohan: quando a sbagliare è un fuoriclasse

L'incidente innescato da Marquez e che ha visto vittima Oliveira scatenerà sicuramente un odio social che nel passato non esisteva. O perlomeno non ricordiamo che lo strike di Doohan a Donington nel 1993 che coinvolse Schwantz e Barros gli appiccicasse addosso l'etichetta di 'pazzo'

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Il nuovo format dei Gran Premi, Sprint Race+gara regolare che ha portato il numero delle partenze a 42 ha già avuto i primi visibili effetti: è raddoppiato il numero di incidenti.

E’ statistica, non scienza aerospaziale. Fai due partenze e due gare, con le moto attuali a cui la deportanza creata dalle ali, unita all’efficienza dei freni in carbonio hanno regalato una stabilità in frenata impensabile nel passato, tanto da arrivare al bloccaggio della ruota anteriore, e avrai spazi di frenata estremamente ridotti all’interno dei quali provare ad effettuare le manovre di sorpasso.

Inoltre sono aumentati i punti a disposizione da conquistare: da 25 a 37, peraltro i primi 12 compressi solo fra i primi 9 qualificati. Un’altra buona ragione per correre con il coltello fra i denti.

Se a ciò aggiungiamo che la politica della Dorna, fino a ora, è stata quella di normalizzare le prestazioni delle moto delle varie case, per creare un equilibrio di prestazioni, sarà inevitabile che per effettuare un sorpasso è necessario alzare il livello di rischio.

Se comprimi lo spazio utile a superare un avversario nel corso di una frenata da 100 metri a 30 - numeri a caso - ridurrai anche il tempo indispensabile per aprirlo e chiuderlo. Con tutte quel che ne consegue. Ma non diciamo nulla di nuovo: la F1 ha combattuto e sta combattendo da anni questa battaglia, poiché le auto da anni grazie alla maggiore aderenza dovuta all’elevata deportanza hanno ‘luce’ per i sorpassi ridottissima.

Ma così sono le gare e l’unico modo per riequilibrare la situazione è mettere mano ai regolamenti, che però sono congelati sino al 2026 compreso.

Detto questo gli incidenti nel motorismo accadono e sono sempre accaduti, con il loro bagaglio di accuse e recriminazioni.

In questo fine settimana ne abbiamo visti diversi, ma sicuramente quello più spettacolare e controverso è stato il tamponamento di Marquez a Martin ed Oliveira che ha causato una pericolosa carambola che ha scatenato - ovviamente - gli odiatori social.

Marc questa volta si è preso tutta la colpa: un errore di guida, è arrivato al bloccaggio dell’anteriore che è un fenomeno tutt’altro che infrequente nella MotoGP di oggi. Ha sbagliato, OK, ma l’incidente di curva 3 di Portimao, un punto particolarmente insidioso che arriva dopo due semicurve, mi ha ricordato quello fra Doohan, Schwantz e Barros nel 1993 a Donington, quando Mick innestò una carambola pericolosissima alla fine del rettilineo prima della variante che immette nel loop creato per allungare il circuito.

Quello del cinque volte iridato fu un erroraccio di guida. All’epoca non ricordiamo alcuna crocifissione del protagonista. Solo in questo fine settimana abbiamo avuto clash fra Marini e Bastianini e fra Mir e Quartararo nella sprint race e poi fra Alex Marquez e Vinales e Binder e Aleix Espargaro oggi.G li incidenti ci saranno sempre. Se vogliamo averne di meno, certo la soluzione migliore non è raddoppiare le gare nel fine settimana.

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