È il leader della SSP e nel weekend potrebbe laurearsi addirittura Campione del Mondo. Stefano Manzi preferisce non pensarci, ma di certo il portacolori Ten Kate sta vivendo il suo miglior momento della carriera agonistica.
Dopo le difficoltà incontrate nel paddock del Motomondiale, quello della SBK gli ha consentito di rilanciarsi e ora vuole proseguire sulla strada imboccata.
Alla vigilia del round di Aragon, abbiamo condiviso una lunga chiacchierata con Stefano tra passato, presente e futuro con ovviamente qualche retroscena curioso.
“Sono ovviamente contento di questo mio percorso – ha esordito – quest’anno Yamaha ha portato la R9 per sopperire alle mancanze della R6 e c’era grande curiosità per questo progetto. La moto si è rivelata competitiva e ad oggi sono abbastanza soddisfatto nonostante ci sia stato molto lavoro da fare all’inizio”.
Che Stefano Manzi abbiamo oggi di fronte ai nostri occhi?
“Sono arrivato qua negli anni della perdizione, dove avevo perso la strada e al tempo stesso facevo i conti con tante difficoltà. Inizialmente ero considerato come un pilota molto promettente, poi mi sono perso. Sono però riuscito a trovare la mia strada, nonostante un vuoto temporale di 10 anni. Diciamo che il passaggio in SSP mi ha fatto ritrovare la retta via, ecco possiamo riassumerla così (sorride)”.
Tu però non eri molto convinto di venire qua?
“Esatto! Arrivare in questo paddock la vivevo un po’ come scendere di categoria e dopo la Moto2 io non volevo correre in SSP. Dosoli mi ha però offerto la possibilità di una wildcard, ma io non ero molto dell’idea. Dentro di me avevo valutato la possibilità di smettere, magari fare il gommista o lavorare in officina, non sarebbe stato un problema sporcarmi le mani”.
Alla fine è andata diversamente….
“Direi di sì! Come ho detto sono riuscito a ripartire e sono molto felice di essere in Yamaha e dell’occasione che mi hanno dato, infatti gli sono riconoscente”.
Chi è Stefano Manzi?
“Io sono una persona riservata, infatti non mi piace far vedere più di tanto la mia vita sui social. Preferisco pensare alla moto e al mio lavoro. La cosa che mi rende felice è che questo paddock mi ha fatto conoscere meglio agli occhi della gente, sono riuscito ad esprimermi ed essere me stesso. Di là invece non era la stessa cosa”.
Cosa dobbiamo aspettarci da Manzi in SBK?
“Sarà il mio primo anno e avrò tutto da imparare e capire. Yamaha dovrà crescere e al tempo stesso io dovrò dare il meglio di me stesso, senza caricarmi di troppe aspettative. Sono ben consapevole di ciò che mi attende”.
Facciamo un passo indietro: se ti dicessi VR46?
“Sarò sempre grato a Valentino e a tutto l’entourage per l’occasione che mi hanno offerto, dato che io non ho mai dovuto portare la valigetta per correre. In quegli anni ero in un momento difficile e la VR46 mi ha dato subito l’opportunità per il salto in Moto2. Io purtroppo non ho trovato la mia realtà, nonostante loro mi avessero dato il massimo. Non ho trovato la mia dimensione, ma certamente rapportarsi con Rossi è un supporto di grande crescita. Ora invece sono un solista (sorride)”.
Sei rimasto in contatto con Valentino?
“Certo! Ci sentiamo ed è sempre un grande piacere. Mi hanno invitato alla 100km anche quest’anno, ma purtroppo non potrò andarci”.
Con chi conservi un bel rapporto?
"Pecco! Ancora oggi siamo tantissimo legati. La cosa strana è che inizialmente ci stavamo sulle balle, dato che qua ad Aragon ci eravamo sportellati all’ultima curva (sorride). Poi siamo diventati compagni in Sky e si è creato un bellissimo legame con Bagnaia che dura ancora oggi”.
Manzi in tre parole?
“Esuberante, mordente, lavoratore… direi così!”
Cosa fai dopo aver vinto il Mondiale?
“Se dovesse andare come spero, direi un po’ di festa, come giusto che sia, e poi si torna a lavorare”.
Cosa ci dici invece della pinzata di Fenati?
“Guarda, a me quella storia non ha mai toccato, anche perché poi è stato montato un cinema mediatico più grande di quello che è stato realmente. Tra l’altro, negli anni 90, si vedevano diverse azioni del genere in pista tra piloti. Di certo quanto fatto non era giusto, ma non ho gli incubi la notte. Se non me lo ricorda la gente, per me nemmeno esiste. Che dire: se avessi corso contro il me di quella volta mi sarei stato sulle balle da solo, perché ero bello rompipalle”.
Tuo fratello è sempre al tuo fianco, non ti lascia mai solo…
“Inizialmente avevamo un rapporto freddo con lui, poi però la situazione è cambiata. Ora è diventato il mio preparatore e gira sempre con me, dato che prima non avevamo grande budget per portarlo in giro. Sono davvero contento di questo rapporto e non è mai cosa scontata, nonostante siamo fratelli. Mi vuole molto bene”.
Sei scaramantico?
“Sì, però in questi anni me le sono tolte tutte quelle scaramanzie, perché se no non vivi più. Tocca andare in giro con un sacco nero in testa”
Il prossimo anno ritroverai Bulega?
“Qualora dovessi essere vicino a lui il prossimo anno, significa che ho svolto un bel lavoro”.





