Presente nel round italiano di Misano, abbiamo incontrato il quindici volte campione del mondo Giacomo Agostini. E' stata l'occasione per parlare a tutto tondo di questo campionato, del dominio di Marc Marquez, delle difficoltà di Bagnaia e di come poterne uscire. Il tutto accompagnato da un immancabile aneddoto con un tuffo nel passato e nella storia di questo sport.
Con un Marquez così dominante ritorna in mente anche il tuo dominio, gli abbiamo chiesto se vorrebbe saltare delle gare, come Giacomo Agostini.
"No in realtà non le saltavo - racconta Agostini - innanzitutto perchè mi piaceva correre, io volevo correre! Saltarle sarebbe stato un dispiacere, ma è successo una o due volte che il conte Agusta me le fece saltare, e mi dispiacque farlo".
Cosa cambia quando sei sicuro di avere il titolo in mano ma ti restano ancora delle gare da affrontare?
"Vincendo tanto, tu hai una responsabilità verso il tuo pubblico, che viene a vederti perchè gli dai la gioia di vincere. Quando non gliela dai rimane deluso, quindi se non partecipi a una gara è come se l'avessi persa, indipendentemente se sei campione del mondo o meno, l'hai persa. Quindi non è una cosa piacevole per un pilota, la gara se puoi la vuoi vincere".
Ti aspettavi un campionato così dominato, con poche sfide?
"Marc lo conosciamo, sappiamo cosa ha fatto in passato. E' un grande campione e ha lottato con dei grandi piloti in passato. Poi purtroppo c'è stato l'infortunio e ha dovuto fermarsi. Ha avuto la grinta di ritornare, e io pensavo che sarebbe stato forte, ma pensavo anche che in qualche gara avrebbe avuto più difficoltà. Pensavo che Bagnaia avrebbe dato più battaglia e più spettacolo per il nostro sport, invece non è stato così. Ma ci sono Bezzecchi, Morbidelli e Di Giannantonio che sta andando molto bene, però Marquez ha qualcosa in più".
Cosa è successo a Bagnaia? La condizione psicologica conta così tanto?
"Non lo so. La testa è la cosa più importante, che si tratti di business o di sport, nella vita in generale. Si è trovato un Marquez che quest'anno è furibondo, ha perso la grinta, una grinta che io mi auguro che ritrovi perchè sarebbe bello per il nostro sport vederlo lottare per il primo posto. Tutti speriamo che sia un momento passeggero".
Che consiglio gli daresti?
"Non ci sono consigli, è un ragazzo intelligente, deve capire come aggiustare le cose. Dai tempi nelle prove qui a Misano pensavo che sarebbe tornato, invece in gara qualcosa non ha funzionato, non so se di moto o di testa".
Oltre che quindici volte campione del mondo sei stato anche manager di successo: Kenny Roberts, Lawson, Cadalora. Se oggi dovessi dare un consiglio su qualche giovane?
"Mi piace questo mondo ma quando vengo non ci penso. Vedo grandi risultati di ragazzi giovani però non saprei dare un consiglio nello specifico".
Quest'anno Marc è entrato in Ducati mettendo in difficoltà Bagnaia, ma tu quando nel 74 andasti a sfidare a casa sua Kenny Roberts, avevi un po' di timore?
"Non è stato facile, era la prima volta per me negli Stati Uniti, la prima volta con la Yamaha, la prima volta con un motore due tempi e su una pista sopraelevata. Sapevo che sarebbe stata dura ma ho confidato nelle mie capacità, cercando di lottare per la vittoria o per il podio. Sono partito bene a testa bassa. Roberts iniziò il weekend dicendo che l'America era il mondo, non l'Europa ed essendo lui il campione americano era lui il campione del mondo. Ci rimasi male ma essendo ospite non replicai. Lo feci con una vittoria e ricordo che quando lo incontrai venne e mi disse "Ago non sei umano".





