Tra un appuntamento di MotoGP e l'altro, il team LCR non si è fermato portando team ed hospitality a Misano per gli Honda days. In pista tra moto di oggi e del passato è sceso anche Lucio Cecchinello, ex pilota, team manager ed ora nuovo presidente dell'IRTA, succedendo a Poncharal. Con lui abbiamo parlato di Motorsport a tutto tondo, di MotoGP, di futuro... ed anche del passato. "Mi hanno incastrato! - scherza il team manager - come dico sempre ho ricevuto tanto da questo sport e sento che è il momento di dare qualcosa indietro".
Sei sceso in pista con le due tempi, con la tua 125.
"E' sempre molto bello, vengo da quelle cilindrate, dalla 125, sono moto con le quali ho passato il periodo più bello della mia vita, quando sei pilota sei spensierato, hai dei sogni ed insegui degli obiettivi e la vita è molto eccitante. Lo è anche adesso ma è diverso, ma quando sei pilota è speciale e risalire sulle mie vecchie 125 è sempre un grande piacere ed una grande emozione. E' l'emozione di tornare su quell'oggetto che ti ha dato tante soddisfazioni, delle volte ci hai anche litigato, quando corri c'è sempre un rapporto di amore e odio, più amore anche se a volte la moto non fa ciò che vorresti".
Siamo arrivati a metà stagione, e con Zarco sono arrivate anche delle soddisfazioni. Quale è il bilancio al giro di boa del campionato?
"Il bilancio onestamente è positivo, ovviamente la vittoria a Le Mans è stata qualcosa di eccezionale, ed il podio a Silverstone una conferma che la Honda ha fatto un passo in avanti. D'altro canto pur avendo accorciato le distanze resta ancora del lavoro da fare, quindi il bilancio è positivo ma dobbiamo continuare a lavorare per colmare il distacco da Ducati ed anche Aprilia".
Nelle ultime due gare la Honda ha avuto più difficoltà, quale punto debole hanno messo in luce questi tracciati?
"Discutendo anche con gli ingegneri, il bilancio è che la moto nel misto e nello stretto si comporta molto bene, con un'anteriore che permette un ingresso curva anche più veloce rispetto alla concorrenza. Sul veloce invece, nei circuiti in cui c'è tanta percorrenza facciamo fatica a curvare la moto. Pensiamo quindi che ci sia ancora da lavorare sull'aerodinamica, e soffriamo il calore più degli avversari. Stiamo cercando di capire con gli ingegneri il perchè ciò accada, al momento per noi è uno svantaggio".
Dai test di Misano lo scorso anno quanto è cambiata la Honda?
"Ci sono stati progressi in tante aree, ma sicuramente l'evoluzione più grande è stata nel motore, non in termini di prestazione massima perchè dobbiamo ancora colmare il gap dalle altre moto, ma sopratutto in termini di erogazione. I piloti hanno apprezzato molto il motore 2025, ora riescono ad aprire il gas senza "rompere il grip". Quindi in uscita di curva la trasmissione di coppia è più dolce e riusciamo a sfruttare meglio l'accelerazione. Il motore è stato un grosso punto di sviluppo nel 2025".
Ora si parte alla volta del Sachsenring e di Brno. Quali sono le aspettative?
"Il Sachsenring è un circuito con un settore lento, dove Honda può esprimersi bene, e una parte veloce. Fortunatamente la velocità media è abbastanza bassa e se le temperature non dovessero essere troppo alte potremmo vedere un risultato interessante come una top 6. Il podio onestamente è difficile, i piloti di vertice al momento sono molto competitivi come le loro moto. Quanto a Brno invece, è un circuito con delle velocità medie più alte, e a luglio le temperature saranno alte quindi potremmo avere delle difficoltà. Ma stiamo provando delle evoluzioni quindi mi auguro che arrivino in tempo anche per noi per poter fare un altro passo avanti".
Parlando di mercato, Zarco fino ad ora è stato il miglior pilota Honda e la tentazione del team ufficiale è comprensibile.
"E' normale che un pilota come Zarco abbia interesse a valutare un team factory. Le trattative tra lui e Honda sono di competenza del suo manager, sappiamo che entrambe le parti hanno l'intenzione di rimanere legati. Honda d'altro canto non vuole rompere l'equilibrio che si è creato tra Zarco e la nostra scuderia, tutto questo rappresenta un asset, modificarlo potrebbe modificare la performance del pilota. Piuttosto di rompere qualcosa che funziona, forse loro stanno cercando di creare un'altra opportunità nel team factory. Come sappiamo stanno valutando l'opzione di Jorge Martin qualora si liberasse in via ufficiale".
La stagione di Chantra si sta rivelando opaca, ed ora si è infortunato. Qualche novità sul suo futuro? Si è fatto il nome di Moreira.
"Quanto al lato destro del box, il peso decisionale lo ha la Honda, noi sappiamo che ha un contratto di due anni, ma non conosciamo le specifiche del contratto ed eventuali clausole risolutorie. E' evidente che in questo momento Chantra non sta raccogliendo i risultati sperati, ci sono piloti che arrivano con una certa facilità ed altri che hanno bisogno di più tempo. Starà ad Honda quindi prendere questa decisione, secondo noi è un pilota veloce ma gli manca un po' la tecnica per guidare la MotoGP. Per tecnica intendo che entra molto aggressivo in curva pensando di guadagnare qualcosa, ma invece lo paga in uscita. Qualora Honda decidesse di interrompere il rapporto starebbe comunque alla casa la decisione su chi prendere".
Di debuttanti te ne intendi, nel 2006 l'esordio di Casey Stoner, all'epoca era chiamato "Rolling Stoner". Quale fu la tua prima impressione, talento smisurato sin da subito o qualche perplessità?
"Nessuna perplessità, senz'altro un grande talento, un fenomeno. Lo abbiamo detto spesso e lo ripeteremo, nella storia del motociclismo ci sono stati tanti campioni ognuno con le sue caratteristiche. Stoner era uno dei più dotati con maggiori doti naturali rispetto ad altri, senza nulla togliere a Marc Marquez o Valentino Rossi. La naturalezza con la quale riusciva a salire su qualsiasi moto e circuito ed essere veloce, saper interpretare le curve e memorizzare rapidamente e portare la moto al limite...era un qualcosa che gli veniva in modo naturale. Lo ricordo a Laguna Seca, una pista difficile e importante in MotoGP, col suo famoso "cavatappi". Non aveva mai visto la pista, gli proponemmo di vederla con uno scooter e non volle. Ezpeleta gli aveva proposto di vederla su una safety car e disse che non gli serviva perchè "l'aveva già vista sulla Playstation". Morale della favola, alla fine del primo turno di prove c'erano Nicky Hayden, Colin Edwards e Casey Stoner, e dietro tutti gli altri. Lì ti da la misura del suo talento".




