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MotoGP, FOTOGALLERY - Pramac prende il volo: Gino Borsoi Top Gun per un giorno

La squadra italiana è stata per due giorni ospite dell’89° Flying Training Squadron alla Sheppard Air Force Base. Borsoi: "nella prossima vita voglio essere ancora pilota, ma di caccia"

MotoGP: FOTOGALLERY - Pramac prende il volo: Gino Borsoi Top Gun per un giorno

Con tutte quelle ali, le MotoGP sembrano dei jet, ma questa volta il team Pramac ha preso la similitudine alla lettera e ieri ha fatto tappa alla Sheppard Air Force Base, a Wichita Falls, sede dell’80th Flying Training Wing. La base aerea della Us Air Force di Wichita Falls, in Texas, è sede dell’Euro-NATO Joint Jet Pilot Training (ENJJPT), il programma di addestramento al volo con equipaggio e gestione internazionale, ideato per formare i futuri piloti da caccia della Nato e che ospita studenti piloti e istruttori provenienti da 14 Paesi alleati.

La squadra italiana è stata per due giorni ospite dell’89° Flying Training Squadron guidato dal tenente colonnello Aristide Carotenuto, e incontrando anche il comandante della RAMi, la Rappresentanza Aeronautica Militare Italiana, il tenente colonnello Andrea Cerri. Attraverso il programma ENJJPT, i futuri piloti passano, durante un corso della durata di 55 settimane, dalla scuola di terra all’addestratore T-6 Texan II turboelica e, quindi, al T-38 Talon, un jet supersonico.

Di solito, in queste occasioni, vige la regola ‘guardare e non toccare’, ma non per Gino Borsoi. Il team director di Pramac è tornato a indossare tuta e casco da pilota, ma di aerei. Ha avuto infatti la possibilità di partecipare a un volo di addestramento.

Sono estremamente grato per questa opportunità che mi è stata concessa dall’89° Flying Training Squadron nell’ambito del programma ENJJPT. Questa è stata l’esperienza più bella della mia vita - ha detto senza mezzi termini Gino - Richiede molto a livello fisico e, infatti, per chi come me non ha mai affrontato una situazione simile, all’inizio non è molto divertente, nei primi minuti si tratta soprattutto di resistere. Ma poi, quando ti abitui, provi sensazioni uniche. Se devo sottolineare l’aspetto che mi ha impressionato di più, non è stata l’accelerazione, quanto le virate con i G sostenuti in volo: in quei momenti devi concentrarti a respirare, a fare forza nell’addome, spingere con le gambe. Tutto estremamente impegnativo ma allo stesso tempo affascinante, perché, per quanto molto diversi l’uno dall’altro, ti permette di scoprire i punti di contatti tra il mondo aeronautico e quello delle corse: la tecnologia, innanzitutto, la disciplina, l’addestramento. Una cosa adesso so: nella mia prossima vita voglio essere ancora un pilota, ma questa volta da caccia” ha concluso con un sorriso.

Ora è il momento di tornare con i piedi per terra, sull’asfalto del Cota, dove il team Pramac schiererà, accanto a Jack Miller, il collaudatore di Yamaha Augusto Fernandez, in sostituzione all’infortunato Miguel Oliveira.

Intanto, godetevi tutte le foto della visita alla base militare.

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