Tu sei qui

MotoGP, Martin: "Mi sarebbe piaciuto avere Espargarò nel team, ma mi ha dato delle dritte"

"Sapevo da subito che Aleix non sarebbe rimasto. La vita va così. Io il numero 1? Non ho un ego tale da ritenermi di esserlo, ma nel 2024 sì, sono stato il migliore. Non conosco molto la moto, però con il team mi trovo bene e alcuni membri li conoscevo già grazie ad Aleix"

MotoGP: Martin:

Carico, ma altrettanto consapevole che difficilmente in questo 2025 potrà ripetere quanto fatto lo scorso anno Jorge Martin non demorde. Forte di un Mondiale arrivato con una moto ufficiale, ma in un team satellite ancorché speciale come Pramac, anche in questo caso proverà a tirare fuori il coniglio dal cilindro e se non altro a mettere in difficoltà la super favorita coppia Ducati Lenovo Bagnaia–Marquez che, di certo, si darà fastidio per primeggiare all’interno del box rosso.

Ovviamente Jorge non sa ancora il titpo di lavoro che dovrà affrontare a Sepang, avendo provato l'Aprilia una sola volta a Barcellona. La RS-GP '25, peraltro, è un mezzo completamente nuovo quindi lo spagnolo effettuerà qualche tornata con la RS-GP '24 prima di  provare la novità.
“Dovrò adattarmi alla moto e provare cose nuove. Non credo ci vorrà molto ad arrivare al di equilibrio, ma solo una volta compreso il limite potrò dare un riscontro realistico. Starà quindi a me dettare le tempistiche in questo senso".

Giudichi questa la sfida più difficile della tua carriera?
"Passare dall’essere campione del mondo a guidare un’Aprilia non è semplice,  però no, non la ritengo tale perché ad esempio in Moto3 sono stato costretto a stare  a lungo a casa, ma poi ho ottenuto una moto migliore e in Moto2 con KTM è stata una sfida grande”.

Hai avuto tempo per riprenderti durante la pausa?
“Sì, non a dicembre però, perché ho dovuto affrontare tantissimi eventi e impegni che avrei preferito non avere, ma poi a gennaio a casa, quando ho cominciato a prepararmi per questo campionato mi sono rilassato. Detto ciò io senza pressione non rendo, per cui ho anche dovuto ritrovare la voglia di vincere”.

Aver vinto  ha cambiato il modo in cui ti muovi nel paddock?
“Direi come mi muovo in generale perché so di essere stato il migliore. L’approccio al lavoro però è rimasto lo stesso perché se ha funzionato finora è giusto proseguire così. Io comunque non ho un'ego tale da ritenermi il migliore, il numero 1. Sono stato il migliore nel 2024, questo sì”.

Dove può arrivare Aprilia secondo te?
“A mio avviso possiede già tutti gli ingredienti, bisogna solo mettere tutto assieme. Penso che questo progetto porterà comunque a grandi cose”.

Cosa pensi che ti diranno questi test?
“Domani già avrò qualche informazione in più sulla moto, ma solo al termine delle tre giornate avremo un’idea più chiara di dove siamo”.

Come ti trovi con la squadra?
“Il team è fantastico e ha fatto un ottimo lavoro durante l’inverno. Essendo molto coinvolto nel progetto cerco di sapere tutto del processo di sviluppo, tuttavia, fino al contatto con la pista non mi sarà possibile fare previsioni. Diciamo che non siamo ancora una famiglia come in Pramac, ma ho portato qualcuno da Ducati e poi conoscevo parte dello staff frequentando Aleix Espargarò. Complessivamente ho un ottimo rapporto con tutti, capi compresi e l’atmosfera è buona".

Hai più o meno pressione rispetto al 2024?
“Per adesso non ne ho. Punto soltanto ad essere la miglior versione di me stesso. Quando sono arrivato a Noale tutti si sono posti come target il successo, invece, a mio avviso dobbiamo principalmente dare il massimo. Il potenziale è alto, ci manca da scoprire fino a che punto. Quest’anno la parola chiave è responsabilità e quella è tanta. Come detto, adesso mi sento rilassato, mi sono tolto un peso dalle spalle, e voglio solo dare il massimo”.

Sei amico di Aleix avresti voluto averlo come tester?
“Sapevo già prima di firmare che sarebbe andato via, certamente avrei voluto condividere il team con lui, che fosse pilota o collaudatore, ma la vita è così,  ma mi ha aiutato comunque molto a capire l’azienda, per cui mi sto adattando rapidamente”.

La moto che userai nella prima sessione sarà quella di Barcellona?
“Sì, ma non ho informazioni al riguardo perché volevano che fossi libero dai condizionamenti delle sensazioni dei collaudatori”.

Quanto ti ci vorrà a raggiungere la velocità?
“Non credo sia quello il punto perché la velocità si raggiunge rapidamente, è più che altro l’adattamento e capire quando spingere e quando no”.
 

Articoli che potrebbero interessarti

 
 
Privacy Policy