Johnny Rea si è rivelato mago del bagnato nel giovedì di Jerez. Il Cannibale ha infatti chiuso la seconda giornata di test davanti a tutti, senza che nessuno riuscisse a mettergli i bastoni tra le ruote.
Un risultato che regala soddisfazione, ma al tempo stesso lo costringe a tenere i piedi ben ancorati a terra.
“Ho trovato una buona fiducia quest’oggi con la Yamaha, soprattutto all’anteriore – ha detto – penso sia la giusta combinazione di tanti fattori che ci abbiano aiutato ad arrivare là davanti. Ovviamente è solo un test, ma abbiamo lavorato ben, facendo un passo alla volta”.
Quest’anno siete in regime di superconcessioni. Quanto possono essere utili?
“Prima di tutto dobbiamo capire quanto le parti concesse possano aiutare veramente la nostra moto. Serve un grande sforzo, consapevoli che serve arrivare ad avere il giusto compromesso su tutta la moto. Non è questione di una componente piuttosto che un’altra, ma si tratta di un discorso più generale, a 360 gradi. Per quanto posso dire, qua a Jerez abbiamo lavorato molto, focalizzandoci su elettronica e telaio. Ieri invece sul motore”.
A che punto pensi di essere?
“Al momento non mi sento ancora al 100% in sella alla moto, non riesco ancora a guidare la Yamaha come vorrei io, estraendo il massimo potenziale. Io però so che la moto ha un grande potenziale e di questo ne sono ben consapevole tanto che il meglio per noi deve ancora arrivare. Non so cosa ci sarà di nuovo a Portimao, ma ho visto uno sforzo importante da parte di tutta Yamaha, così come da parte mia”.
Lo scorso anno hai faticato molto in qualifica. Pensi sia ancora possibile fare quelle grandi rimonte di un tempo, come quando eri in Kawasaki?
“Secondo me sì, perché no? Toprak è un gatto, Bulega invece è molto aggressivo. Forsé Chaz era un pilota che ai tempi ne soffriva, ma penso che alla fine dipende da quello che è l'approccio di un pilota"