Tra i protagonisti assoluti della MotoGP degli ultimi anni, nel 2025, per la prima volta, i fratelli Espargarò, assisteranno ai GP da ex. Per celebrare la loro figura DAZN ha realizzato un documentario chiamato “Espargabros”, in cui i due si sono raccontati.
Parlando di carattere Aleix ha tenuto subito a mettere i punti sulle i. “Io sono il più sanguigno, per cui faccio fatica a gestire certi momenti di tensione. E’ una mia pecca. Ho lasciato immagini che forse non avrei dovuto”, ha confessato.
Un esempio recente, l’alterco con il race manager di Aprilia Paolo Bonora. “E’ stato per una sciocchezza. Era una fase complicata e io ho reagito molto male. Da sempre faccio pagare le mie arrabbiature alle persone che mi sono più care o con cui mi trovo meglio. Questo atteggiamento mi ha portato a commettere errori. Pur avendo costantemente criticato le mie squadre, non ho mai evitato di biasimarmi”.
Forse questa poca paura a riconoscere di essere parte del problema lo ha salvato. “Sai che ti perdoneranno o capiranno. Loro soffrono con te. L’adrenalina legata al rischio ti fa compiere cose che non faresti. Mantenersi ad alto livello per tanti anni, significa essere stati esigenti con sé stessi. Personalmente non dare tutto mi faceva sentire in colpa”, ha provato a tradurlo il fratello Pol.
Il suo “sangre caliente” il neo ciclista per la LidlTrek lo ha dimostrato anche nelle sue accuse ai social. “Posso dire con orgoglio di non essere per nulla ipocrita. Sono fedele a me stesso, nel bene e nel male” .
“A volte hanno insultato me per delle sue affermazioni. Ammiro molto la sua capacità di dire quello che penso. Personalmente ho paura delle piattaforme sociali e degli aspetti negativi”, ha sostenuto il collaudatore KTM.
Le cadute e le lesioni sono parte integrante del mestiere di pilota e per il 33enne sono state anche ragione di ansia. “Noi siamo abituati, ma ero stanco di vedere mia moglie piangere”, ha riconosciuto.
“Quando eravamo in categorie differenti ogni sua scivolata mi distruggeva e certo non mi ha aiutato. Uno dei motivi per cui ho deciso di ritirarmi anche se sono ancora competitivo è proprio ciò che ha dovuto passare mio fratello e perché ti rendi conto che nella vita c’è altro”, il ragionamento dell’ex di Noale.
Infine qualche parola su Marc Marquez. “Quando ero in Honda con lui ero più ribelle ed aggressivo. Ho sofferto un po’ in quella convivenza, ma da un lato sono stati anni meravigliosi, perché ero quello che cercava di soffiargli il titolo”, il commento di Polyccio.
“Il mio idolo è Rossi, anche perché quando ho iniziato io Marc non c’era ancora. Correre con Valentino è stato impressionante, ma non ho mai visto un pilota con più talento di Marc. Ha segnato un’epoca”, la chiosa del futuro tester Honda.