David Alonso si prepara a chiudere in bellezza la sua avventura in Moto3, buttandosi nella mischia a Barcellona per conquistare il suo 14° trionfo in stagione. Una vittoria che consentirebbe al fresco Campione del Mondo della classe leggera di mettere la ciliegina su una stagione fenomenale e passare in Moto2 da pilota più vincente di sempre in una singola stagione del Motomondiale. Un’ulteriore conferma dell’immenso talento del gioiellino del team Aspar, che è riuscito a ritrovare concentrazione e motivazioni anche dopo aver conquistato il titolo a Motegi. Con ben quattro gare d’anticipo.
“È stata una battaglia interna, perché il mio corpo si è rilassato dopo la vittoria del titolo e non ero più motivato. La mia motivazione, tutto ciò per cui mi ero allenato, era per ottenere quell’obiettivo che avevo già raggiunto. Mi sentivo in qualche modo svuotato e mi dicevo: ‘Adesso cosa faccio? Se ho già ottenuto ciò che desideravo di più, cosa mi motiva ad allenarmi per vincere un’altra gara?’. È stato difficile per me andare all’appuntamento successivo con quella fame, non riuscivo a trovarla” ha raccontato Alonso in un’intervista concessa a Marca, in cui ha spiegato come è riuscito a portare avanti il suo filotto di vittorie fino al GP della Malesia.
“All’inizio pensavo sinceramente che non mi importava dei record, non volevo correre altri rischi o spingermi al limite. Alla fine, in un anno così intenso, non vuoi più pressione - ha continuato - Poi, quando ero con Terol e la squadra, ho pensato a loro, a tutte le persone del team che erano lì per me quel fine settimana, lasciando a casa i loro figli e le loro famiglie, e a tutti i sacrifici che avevano fatto. Allora ho detto: ‘Diamo loro queste quattro gare e affrontiamole in modo professionale, senza limitarci a vedere cosa succede, ma puntando al massimo. Troverò la motivazione’”.
Proprio lo stesso spirito con cui il pilota colombiano nato a Madrid affronterà anche l’ultima uscita di campionato.
“Ciò che mi ha sorpreso di più è quello che hanno fatto piloti che hanno vinto tanto come Marquez e Valentino, perché dopo aver vinto devi continuare con quella fame di vittoria per tutto il tempo in cui l’hanno fatto loro. Non riesco a immaginare come l’abbiano fatto così a lungo e adesso li ammiro ancora di più - ha ammesso - Ora, in qualche modo, ho ritrovato questo desiderio. Per quanto riguarda l’ultima gara, me la godrò perché è l’ultima in Moto3 e sarà speciale”.
Proprio Rossi e Marquez sono due delle leggende che Alonso ha battuto ed eguagliato nel corso di questa sua seconda stagione in Moto3. Alimentando più di un paragone con i due campioni.
“Lo apprezzo, ma cerco di non dargli peso. Vado per la mia strada” ha assicurato David, che in termini di stile di guida si vede più simile a un altro giovane fenomeno nato in Spagna: “Il mio riferimento è Marc Marquez, ma come stile di guida forse sono un po’ come Acosta”.
Nonostante la sua giovane età, anche l’alfiere del team Aspar ha già attirato l’attenzione di alcuni team di MotoGP. Al punto che si parla già di un suo possibile approdo nella classe regina nel 2026.
“Sono molto grato che siano interessati e significa che le cose stanno andando bene. Significa anche che siamo sulla strada giusta, ma che dobbiamo continuare a lavorare perché non ci siamo ancora arrivati e c’è ancora tanto lavoro da fare - ha commentato - Salire in MotoGP nel 2026 se vincessi il titolo in Moto2 il prossimo anno? Se fosse così, cosa che non vedo molto realistica, sì, ci sarebbe la possibilità. Se il contratto con Aspar me lo permetterebbe? Non lo so. Dovrebbe succedere”.
Alonso, in ogni caso, non ha fretta di bruciare le tappe e vuole prendersi il tempo necessario per ambientarsi al meglio nella classe intermedia.
“È una buona scuola per la MotoGP in termini di guida, quindi è una categoria dove restare anche un anno in più rispetto ai propri piani non è un problema” ha osservato, prima di parlare dei rivali che lo attendono in Moto2: “Quanti piloti ci sono in griglia, 29? In questo momento sono tutti loro, perché parto da zero. Tutti hanno già una certa esperienza. E ciò che mi entusiasma davvero è correre con piloti come Canet, Alonso Lopez, Manu Gonzalez, Huertas, persone che sono sempre state qualche classe avanti davanti a me e contro le quali non ho mai corso con loro. Gareggiare con loro mi entusiasma e sono sicuro che imparerò molto perché hanno una certa esperienza”.