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Jorge Martin: "In MotoGP ormai l'elettronica conta più del setup"

VIDEO (ENG) - "Non vedo l'ora che arrivi il 2027. Questo aiuterà i talenti ad emergere ed i piloti a lavorare sul proprio stile di guida. Ad oggi anche il 20° in griglia esce da una curva in modo ottimale perchè queste moto fanno quasi tutto ormai"

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Il campionato MotoGP 2024 si preannuncia come uno dei più competitivi mai visti, a dirlo non sono soltanto i cronologici dei test (gli ultimi a Sepang parlano chiaro) ma a farlo sono anche i nomi d'eccellenza in campo. Se è vero che il dominio Ducati sarà difficile da spodestare, almeno nell'immediato, è pur vero che i valori in campo, come l'arrivo di Marc Marquez in Gresini e di un Pedro Acosta in KTM, ma anche e sopratutto in termini di sforzi di sviluppo da parte di case come Aprilia,KTM e Yamaha , si sono alzati.

Lo schieramento Ducati di quest'anno sarà uno dei più talentuosi di sempre, e tra questi spicca sicuramente anche il nome di Jorge Martin, che nella scorsa stagione ha saputo lottare per il titolo letteralmente fino alla fine, a quell'ultima, tesissima gara a Valencia.  Ai test di Sepang il madrileno ha dimostrato di non aver perso la velocità che lo ha contraddistinto nella seconda metà del 2023, chiudendo secondo appena dietro a Bagnaia, nella rosa dei più veloci sotto l'1'56.

E' vero, i test vanno presi con le pinze, ma sono un validissimo assaggio di quello cui potrebbero assistere i tifosi tra neanche due settimane in Qatar. In attesa così della presentazione della nuova livrea del team Prima Pramac Racing per la stagione 2024, attesa per il 28 di Febbraio, lo spagnolo è stato ospite di Alpinestars per la presentazione del nuovo casco Supertech R10.  Ha così colto l'occasione per tornare sui risultati della scorsa stagione, gli errori commessi e le lezioni imparate. Non è mancato poi uno sguardo al futuro ed un commento sullo stato della MotoGP attuale.

"E' stata una bella stagione e siamo rientrati nell'obiettivo iniziale, quello di chiudere nella top 3 - interviene lo spagnolo - anche se è chiaro che quando sei così vicino al vincere, vuoi vincere. Sono felice e orgoglioso del lavoro svolto col team, lottare per la vittoria in un team satellite è stato bello, ora non ci resta che lavorare per migliorare ancora".

Nell'ultima gara a Valencia è sembrato che il piano fosse di giocarsi il tutto per tutto.
"Dopo il Qatar ho realizzato che era o tutto o nulla, non c'erano alternative. Ci ho provato, forse la qualifica non è stata delle migliori, la sprint è stata difficile ma sono riuscito a vincere nonostante non fossi tra i favoriti. Così la domenica sarebbe potuto succedere di tutto, ma vincere non era abbastanza altrimenti la strategia forse sarebbe stata diversa. Dopo il tentativo di sorpasso su Pecco ed il contatto la gara è diventata un time attack per tre giri fino alla caduta che ha posto fine alla mia gara. Sentivo di avere la velocità ma abbiamo perso una grande opportunità, ora l'obiettivo è cercare di ottenere lo stesso livello quest'anno".

Prima di questa rivalità, avevi già speso molto tempo con Pecco.
"Era il 2015-2016 e correvamo per lo stesso team, dormendo nella stessa stanza, in due letti separati è chiaro! - sottolinea scherzando - poi lui è passato al team di Sky VR46 mentre io passai in Gresini e ci separammo. Negli anni successivi non avevamo quel tipo di rapporto giornaliero ma ci siamo sempre rispettati. E' stato bello lottare con un campione come lui, che ha vinto tre titoli. Ora è lui l'uomo da battere e lavorerò su me stesso per batterlo".

Quest'anno, come nella scorsa stagione, salirete entrambi sulla stessa moto, la GP24. Pensi di aver capito ora come battere Pecco?
"Nella scorsa stagione Pecco ebbe un grande inizio di campionato, mentre io sono stato più veloce nella seconda metà. Ma non basta essere veloci - precisa lo spagnolo - bisogna anche saper prendere le decisioni giuste, ed in certe situazioni bisogna avere il sangue freddo. Credo che quest'anno potrò fare bene nelle gare sprint e sicuramente ho imparato dai miei errori".

Il campionato di quest'anno si propone il più competitivo di sempre.
"Sulla carta sicuramente è così, se si guarda ai cronologici dei test di Sepang, ci sono otto piloti che possono lottare per la vittoria, ma bisogna anche saper essere costanti per poter vincere in ogni weekend. Nella scorsa stagione ho avuto alcune difficoltà ma sono sempre riuscito ad essere veloce su ogni tracciato e questo mi da molta motivazione per affrontare il campionato 2024. A volte bisogna imparare anche a finire secondo, terzo o quarto".

Sarà anche un campionato lungo, tolta l'Argentina saranno comunque 21 weekend. Come gestisci gli allenamenti e la vita privata?
"Per gli allenamenti non è un problema, abbiamo modo di allenarci ogni giorno. La vita privata invece... - sospira scherzando - è chiaro che bisogna fare dei sacrifici, abbiamo un mese di stacco a Luglio in cui posso prendermi forse una settimana ma per il resto ci si allena da Dicembre al Novembre successivo. E' complicato, sarà così per altri 6 o 7 anni..  spero anche 9! - scherza ancora - ma è un sacrificio che facciamo volentieri, così quando ci si ritira si ha la sensazione di aver dato il 100%".

Con l'evoluzione tecnica delle moto e dell'aerodinamica, le distanze tra i piloti in uscita di curva si sono assottigliate tanto dal far sembrare che siate tutti allo stesso livello.
"Non vedo l'ora che arrivi il 2027, col cambio del regolamento ho la sensazione che le cose cambieranno drasticamente. Probabilmente torneremo indietro di dieci anni. Non so se sarà positivo, forse non batteremo più tanti record sui circuiti come facciamo ora, ma sicuramente questo aiuterà i talenti ad emergere ed i piloti a lavorare sul proprio stile di guida, perchè ad oggi anche il 20° in griglia, penso siano tutti d'accordo su questo, esce da una curva in modo ottimale perchè queste moto fanno quasi tutto ormai. Quando la gomma è nuova poi, la differenza tra i piloti nelle curve è meno evidente, si rischia di più quindi in frenata, mentre quando poi la gomma si consuma allora puoi cercare di gestirla giocando col peso del proprio corpo, e questa è un'altra delle differenze che incidono maggiormente sulle lunghe distanze.  Al rientro ai box, quando mi confronto col mio capotecnico, Romagnoli, ormai l'elettronica conta quasi più del setup. Poi quando arriva Gigi Dall'Igna mi confronto anche con lui, perchè in genere ha sempre un suo punto di vista diverso".

Quest'anno tra i rivali ci sarà anche Pedro Acosta.
"Ha fatto un grandissimo lavoro ai test di Sepang. Sicuramente ci saranno alcuni tracciati in cui si sentirà davvero a suo agio ma è anche un rookie quindi avrà molto da imparare. Non avrà troppa pressione addosso e nulla da perdere, quindi potrà farlo, ma so che sarà veloce".

Audio di Pierluca Brunetti

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