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Si è conclusa stamani la 46^ edizione della Dakar con i partecipanti che hanno dovuto affrontare in queste due settimane un percorso lungo quasi 8000 km distribuito su dodici tappe. A festeggiare è stato Ricky Brabec, autore di un Raid all’insegna della costanza.
Giù infatti il cappello di fronte alla prestazione del pilota americano, che bissa il successo ottenuto con Honda nel 2020. Lo statunitense ha infatti sbaragliato la concorrenza, regalando alla Casa dell’Ala Dorata il primo successo del nuovo anno, confermando al tempo stesso il potenziale della CRF 450 nell’off-road.
Di sicuro la 46^ edizione della Dakar esalta il valore di Honda, perché oltre a Brabec sul podio c’è anche spazio per Adrien Van Baveren, autore del terzo posto a soli 12’ dal proprio compagno di squadra. Tra i due alfieri HRC spicca invece un super Ross Branch. Giù il cappello di fronte a quanto fatto dal pilota di casa Hero, che fino all’ultimo si è giocato il trionfo nel Raid in terra araba.
Il botswano è stato certamente una delle rivelazioni di questa edizione a tal punto da confermarsi per tutta la durata della gara a stretto contatto col vertice. Un segnale non da poco in vista della prossima edizione.
Da registrare l’assenza sul podio delle KTM. Se fino a qualche anno fa la Casa austriaca era dominatrice, questa volta la Dakar lascia l’amaro in bocca agli alfieri della 450 Rally a tal punto che bisogna consolarsi con il quarto posto di Kevin Benavides, vincitore dell’ultima prova davanti a Price.
Un’edizione non proprio da ricordare per KTM e GasGas, costrette a recitare la parte di spettatrici di fronte alla concorrenza.
Per quanto riguarda infine gli italiani, con l’uscita di scena da parte di Lucci e Montanari, il migliore al traguardo è Gioele Meoni, figlio del grande Fabrizio. Il pilota toscano ha chiuso la gara in 47^ posizione assoluta.
