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Marelli chiude a Bologna, anche "grazie all'era dell'elettrico"

Nessun investimento sulla transizione da parte del gruppo  giapponese Calsonic Kansei. I collettori di aspirazione aria per motori endotermici ora, non servono più...

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Marelli, un'altra vittima della transizione ecologica. E' lo stabilimento di Crevalcore (Bologna), una delle vittime, che manda a casa 230 dipendenti. Chiuderà all’inizio del 2024, ed è la prima grande impresa del Made in Italy del settore automotive che alza bandiera bianca. Il motivo? Il gruppo giapponese Calsonic Kansei, a capo di tutto, non ha investito sul cambiamento. A Crevalcore si producono collettori di aspirazione aria e pressofusi di alluminio. Di cosa parliamo? Di pezzi che servono per i motori endotermici, inutili per motori ibridi ed elettrici.

I sindacati, così hanno dichiarato: "Risultato economico negativo e aumento del costo dell’energia, nonché dinamica negativa delle attività legate al motore endotermico che oggi porta a un utilizzo del 45% della capacità produttiva del gruppo e che calerebbe anno dopo anno fino ad arrivare al 20% nel 2027". Così continuano: "Chiediamo all’azienda di rivedere la decisione e al governo di convocare un tavolo istituzionale. La chiusura di Crevalcore sarà la prima di una lunga serie. Le risorse pubbliche vanno concentrate sulle leve che possono salvaguardare e rilanciare l’industria di esportazione. Il governo passi dalle dichiarazioni di principio sull’automotive ad atti concreti". Come andrà a finire?

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