I medici del circuito gli hanno dato il loro ok e Joan Mir potrà risalire ad Austin sulla sua Honda dopo l’incidente nella sprint race in Argentina, per cui aveva dovuto saltare la gara di domenica. Un po’ acciaccato, ma desideroso di riprendere il lavoro sulla Honda dove l’aveva lasciato, lo spagnolo è pronto per il GP delle Americhe.
“Mi sento bene - assicura - Ho avuto mal di testa per un paio di giorni per un paio di giorni, poi mi sono sentito sempre meglio e ora ho solo qualche escoriazione, la caviglia è ancora un po’ gonfia. Penso che non avrò problema a guidare, ma avrò bisogno di un paio di giri per scaldarmi”.
Austin è un circuito particolarmente fisico.
“Ho potuto allenarmi in questa ultima settimana, anche se non in moto. Fisicamente sto bene, l’unica cosa che potrebbe succedere è che la tuta mi stringa un po’ in alcune parti. Non ho niente di rotto ed è la cosa importante”.
Cosa è successo nell’incidente in Argentina?
“Non mi ricordo molto, ma vedendo le immagini e parlando con i piloti che mi seguivano, Di Giannantonio e Rins sono andati larghi, io sono andato all’interno e quando loro sono tornati in traiettoria ci siamo toccati. Non credo che l’abbia fatto apposta, è stato un incidente simile a quello che era capitato a Jerez nel 2018 con Lorenzo, Dovizioso e Pedrosa… io ero Dani in questo caso (ride). Non penso che sia stata colpa di nessuno”.
Bradl ha provato a Jerez a inizio settimana e in questo GP sarà nel box con te. Ti sarà di aiuto?
“Sì, essere soli è sempre difficile, perché è sempre importante avere un riferimento, più informazioni e qualcuno con cui confrontarsi”.
Speri che arriverà presto il nuovo telaio di Kalex?
“Ho sentito parlare di quel telaio solo dai giornalisti, non so nulla al momento. Devo parlare con il team”.
Come ti aspetti che vada la Honda ad Austin?
“Negli ultimi due anni è stata difficile anche per Marquez qui, vedremo. È un circuito complicato, quindi puoi fare più la differenza che su altri, ma se non hai tutto a posto può essere difficile. La mia impressione è che a Portimao e a Termas non abbiamo potuto mostrare il nostro potenziale, quindi è l’obiettivo per questo fine settimana. Cercherò di essere il più rilassato possibile con questo nuovo format e fare bene dal primo turno. In Argentina eravamo partiti male, abbiamo dovuto risalire e non è stato sufficiente per essere in Q2. Voglio essere un po’ più pronto fin dalla prima uscita, dobbiamo lavorare”.
Un nuovo telaio potrebbe cambiare il volto della stagione?
“Non credo che un telaio possa darmi tutto quello che voglio, le cose non vanno così. Sicuramente ogni aiuto è benvenuto e molto importante, ma io credo che bisogni lavorare sui dettagli e non cambiare la moto a ogni gara, altrimenti non ne capisci il potenziale. Un telaio, una piccola modifica al motore, un forcellone, un buon setup: Ducati e Aprilia hanno lavorato per anni su queste cose ed è quello che ti riporta in cima. Bisogna spingere forte”.
Con Kawauchi state seguendo lo stesso metodo di lavoro che avevate in Suzuki?
"Era completament diverso rispetto a quello di Honda, ma in Suzuki facevamo delle cose molto bene. Dobbiamo portare qui alcune di quelle cose e trovare un compromesso, penso che sia il lavoro che Ken stia cercando di fare”.