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MotoGP, Marc Marquez: “Kawauchi vuole vedere con i suoi occhi quello che non funziona"

“Stiamo provando delle cose vecchie che non avevano dato risultati, ma è stato lui a chiederlo. La Malesia è uno dei circuiti peggiori per me, ma siamo lontani, abbiamo ancora un mese per migliorare e ci voglio credere”

MotoGP: Marc Marquez: “Kawauchi vuole vedere con i suoi occhi quello che non funziona

In questo lungo inverno la Honda sta cercando di colmare il gap con gli avversari, ma Marc Marquez non è ancora dove vorrebbe essere. Il catalano non demorde e continua a lavorare a testa bassa per riguadagnare terreno in vista della prima gara a Portimao, che allo stato attuale potrebbe vedere l’otto volte iridato ancora lontano dalle posizioni di vertice.

“Oggi abbiamo compiuto solo 25 giri sull’asciutto, ma sono stati sufficienti per provare le tre moto nere che abbiamo nel garage” ha raccontato il 29enne al termine della seconda giornata di collaudi, complicata dall’arrivo della pioggia. “È un po’ difficile perché a ogni uscita sali su una moto differente con componenti diverse, ma è il lavoro da svolgere nel pre campionato e qualcuno deve pur farlo in Honda - ha aggiunto - Oggi non avevamo la moto con i colori Repsol, perché è quella 2022, e ci siamo concentrati sulle tre diverse RC213V nere. Una l’abbiamo già scartata e domani continueremo con il lavoro. Non posso dirvi qual è (ride). Non so, magari domani non sarà più nel box”.

Il tempo comincia a stringere, ma il lavoro da fare è ancora tanto: “Ci resta un solo giorno e bisogna avere delle priorità. C’è una moto con cui mi sono sentito meglio e un’altra che userò domani per continuare il lavoro - ha chiosato Marc - È una moto molto differente e che non credo abbia un buon potenziale, ma delle belle soluzioni. In Honda devono continuare le analisi e ora hanno un mese per proseguire lungo una via o un'altra”.

Il piano è quello di avere una sola moto con cui lavorare a Portimao, o la decisione definitiva verrà presa nell’ultimo giorno dell’ultimo test?
Faremo la scelta definitiva nell’ultimo giorno utile, sto lavorando anche per questo. Il team sta facendo un ottimo lavoro sia sul versante giapponese che su quello europeo, perché hanno organizzato molto bene le cose che dobbiamo testare. Abbiamo tante componenti grandi e piccole ed è facile perdersi. Stiamo impiegando un sacco di tempo nelle comparative, per essere precisi e non perdere il filo. Ovviamente siamo lontani dai piloti di vertice, ma sfortunatamente oggi era il giorno in cui provare le parti, mentre domani ci concentreremo di più sul ritmo e le gomme. Ho provato tre moto differenti perché dirò la mia opinione in vista di Portimao, ma poi saranno loro a decidere se provare a migliorare una delle due moto, oppure entrambe”. 

Speri che la moto sarà abbastanza buona da entrare nella Top 5 a Portimao?
“Lo credo. È vero che la Malesia è uno dei circuiti peggiori per me in termini di risultati e stile di guida, ma siamo lontani. Penso che potremo migliorare un po’, ma credo anche che la moto debba migliorare. Al momento non possiamo lottare tra i primi cinque, ma credo nella Honda. Hanno ancora un mese. Dopo Valencia avevano già in programma di fare un passo avanti in Malesia e provare a farne un altro a Portimao. A volte la realtà è diversa da quello che dicono i computer, ma dobbiamo spingere e ci voglio credere. Siamo solo al secondo giorno del 2023”. 

Hai provato la carena con l’effetto suolo? In cosa si differenzia da quella usata l’anno scorso?
“L’ho provata, ma non posso dirlo perché tutta la moto è diversa. Va guidata in maniera differente, curva in modo diverso, quindi non abbiamo fatto un’analisi approfondita sulla sola carena”.

A livello di motore, che differenze ci sono rispetto al 2022 e quante diverse specifiche avete qui?
“Ho guidato usando solo il motore nuovo. Quello vecchio stava sulla moto con livrea Repsol e sostanzialmente era un po’ più lento in termini di velocità massima, ma molto simile per quanto riguarda l’accelerazione e l’ingresso curva”.

Qual è il miglioramento che vorresti ottenere con le componenti che stai provando?
“Fatico un po’ all’anteriore per via del mio stile, ma più che altro sto cercando qualcosa nell’accelerazione in uscita di curva, che è l’area dove la Ducati fa la differenza: i primi metri. Adesso il nostro motore è potente e come velocità massima siamo lì, ma la raggiungiamo dopo rispetto a loro, non tanto perché l’accelerazione è debole, ma per un discorso di trazione. Cerco di migliorare un po’ dappertutto, ma in queste due aree in particolare. È pur vero che in questo momento non ci stiamo concentrando sulla messa a punto, ma sul provare nuove parti con lo stesso set-up”.

Vi servono più cavalli per migliorare?
“Di cavalli ne abbiamo abbastanza, ma ci serve un modo per essere più efficienti. Dobbiamo capire perché abbiamo i cavalli, ma non riusciamo a usarli. Secondo me è più un discorso di grip al posteriore che di carattere del motore, ma è difficile da dire. Se migliori la percorrenza, di conseguenza fai progressi anche in uscita di curva, ma la cosa più importante è che Ken, arrivando dalla Suzuki, abbia delle nuove idee. È vero che il propulsore aveva una filosofia differente ed è diversa anche l’elettronica, ma oggi Rins e Mir hanno provato a guidare un'elettronica diversa e sembra siano andati meglio. Quando usi la stessa moto per tanto tempo alla fine puoi rimanere bloccato su vecchie convinzioni, quindi bisogna provare nuove idee e adattarci, se serve”.

È cambiato qualcosa con l’arrivo di Ken Kawauchi e la partenza di Takeo Yokoyama?
“Sta cambiando un pochino, ma non è mutato tutto dal giorno alla notte. Stiamo provando cose che l’anno scorso non avevano funzionato granché, ma se il nuovo direttore tecnico vuole vedere con i suoi occhi quel che succede accetto questo compito e il fatto che voglia avere queste informazioni. Sono molto grato a Takeo, ma in una grande azienda come la Honda a volte ci sono decisioni su cui non hai il controllo. Io resto concentrato sul mio lavoro e sul dare il 100% in pista”.

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