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MotoGP, Marquez e Di Giannantonio: Gresini cerca gli eredi di Bastianini

Dopo il fantastico 2022, saranno Alex e Fabio a dovere tenere alto il nome del team italiano che domani alle 11 si presenterà a Cervia

MotoGP: Marquez e Di Giannantonio: Gresini cerca gli eredi di Bastianini

Domani il team Gresini toglierà i veli alle sue Ducati a Cervia, l’appuntamento è per le 11. Sembra incredibile sia passato solamente un anno dal nuovo capitolo inaugurato dalla squadra italiana. Dopo la tragica scomparsa di Fausto Gresini, la moglie Nadia e il team sono ripartiti (quasi) da zero. Finita la collaborazione con Aprilia, è iniziata quella con Ducati, con tante incognite e poche certezze.

Invece, è stata una stagione fantastica. Grazie a Enea Bastianini, che ha vinto la prima gara dell’anno in Qatar e poi altre 3, finendo al 3° posto in campionato, dopo essere stato a lungo in lotta per il titolo. Miglior debutto non avrebbe potuto esserci ed è già arrivato il momento di confermarsi. Questa volta senza la Bestia, passata al rosso della squadra ufficiale Ducati, ma con due piloti che vogliono e devono riscattarsi.

Sono Alex Marquez, che ha abbandonato la Honda, e Fabio Di Giannantonio, che l’anno scorso ha capito quanto possa essere difficile e spietata la MotoGP. Due ragazzi giovani (lo spagnolo ha 26 anni, l’italiano 24) con storie diverse ma la stessa voglia di vincere.

Di Alex spesso ci si ferma al cognome e si dimentica che è un due volte campione del mondo (nel 2014 in Moto3 e nel 2019 in Moto2), quindi un pilota che merita di essere in MotoGP a prescindere dalle parentele. Il suo ingresso nella classe regina non è stato facile: nel 2020 si è trovato catapultato nel team ufficiale Honda dopo il ritiro di Lorenzo, prima di iniziare l’anno ha saputo che sarebbe andato in LCR in quello successivo e poi si è trovato solo, a causa dell’infortunio di Marc. Nonostante tutto, al debutto ha piazzato due podi, che facevano ben sperare, non fosse che è stato vittima dell’involuzione della RC213V.

Per lui era il momento di cambiare aria, di mettersi in gioco e di avere sotto il sedere una moto che gli permettesse solo di pensare a guidare. La Desmosedici GP22 (quella con cui Bagnaia ha vinto il titolo) è una garanzia e il team Gresini un ambiente famigliare in cui la pressione non sarà troppa. Per lui sarà l’anno della verità, come ha detto più volte è tutto nelle sue mani, o nel polso destro se preferite.

Cambiare moto in MotoGP non è mai facile, soprattutto con i test ridotti al minimo (Alex avrà 5 giornate, a cui si aggiunge quella di Valencia a novembre, per adattarsi alla Ducati prima dell’inizio del campionato) ma se il buon giorno si vede dal mattino, siamo sicuri che avrà passato un buon inverno. In Spagna ha potuto solo avere un primo contatto sulla moto italiana, ma il sorriso stampato sul suo volto a sera diceva tanto, se non tutto. Se son rose, fioriranno.

Anche Di Giannantonio arriva da una stagione senza troppe soddisfazioni, a parte la pole position al Mugello. La classe regina è una brutta bestia da domare e Fabio l’ha capito sulla sua pelle. Debuttare significa però imparare e il team gli ha dato giustamente una seconda possibilità. Con qualche cambiamento importante nel team, perché avrà come capotecnico Frankie Carchedi, fino allo scorso anno al fianco di Joan Mir.

Per Diggia, è quindi il momento per dimostrare quello che sa fare. Per riuscirci, dovrà sfruttare l’esperienza del 2022 imparando dai suoi errori, senza mettersi troppa pressione addosso. Facile a dirsi e difficile a farsi, ma Fabio in passato ha già fatto vedere quale sia la sua velocità.

Il dopo Bastianini è già iniziato.

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