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Moto3, Fenati: "Valentino Rossi e Max Biaggi, così diversi e così uguali"

INTERVISTA - Romano ha corso nei team di entrambi: "carattere opposto ma stesso spirito. In MotoGP tifo per Bagnaia e Bastianini, Pecco ha fatto bene a provarci. Torno in Moto2 con Boscoscuro, fra di noi è bastata una stretta di mano"

Moto3: Fenati:

Romano Fenati nella sua carriera ha avuto tanti alti e bassi. Enfant prodige al suo debutto in Moto3 nel 2012, la sua strada non è stata sempre in discesa. Anzi, ha spesso in salita. Un titolo sfiorato nella classe cadetta nel 2017, poi il passaggio in Moto2 e la squalifica dopo la brutta manovra contro Manzi. L’ascolano non si è mai arreso, dopo avere corso per Valentino Rossi lo ha fatto per Max Biaggi e nel 2022 lo attende una nuova avventura con Boscoscuro.

Romano, a due gare dalla fine qual è il bilancio di questa stagione?
Secondo me è andata molto, molto bene. L’anno scorso non ero partito competitivo, in questo ho vinto una gara, per il momento, e sono salito 4 volte sul podio. Nel 2020 da metà campionato in poi avevo un po’ trovato la quadra, ma mi era mancata un po’ di velocità, a differenza di quest’anno. Abbiamo lavorato, a mio avviso meno, e sono stati due anni in cui ho imparato molte cose”.

Sei caduto una sola volta in gara, nel primo GP di Misano, fino a quel momento credevi ancora al campionato?
“Sì. La sfortuna era iniziata ad Aragon, quando mi era caduto Rodrigo davanti e per evitarlo ero andato a toccare gli air fence. Ero riuscito a rimontare da ultimo a 12°, avevo perso dei punti, ma non era cambiato molto perché solo Foggia aveva preso dei punti. A Misano sono caduto e da lì sono iniziati un po’ di problemi, il campionato non era più alla mia portata. Ho fatto un errore nel momento peggiore, ma sono cose che capitano. Come a Bagnaia domenica”.

C’è chi ha lo ha criticato per quella caduta.
C’è chi dice che avrebbe dovuto spingere meno, ma se lo avesse fatto sarebbe caduto comunque perché il livello di concentrazione si abbassa. Le gare in solitaria sono difficili perché ti devi gestire”.

"Famiglia, amici e findanzata mi danno la serenità anche nei momenti difficili"

Il prossimo anno tornerai in Moto2, dove eri già stato nel 2017. Fu un anno critico per te, dopo la squalifica per quello accaduto con Manzi avevi pensato di smettere. Cosa ti ha dato la forza di continuare?
È quello che succede a tutti i piloti: ora non vedo l’ora di fare le ultime due gare per sdraiarmi sul letto e non fare niente. Però so già che dopo 3 giorni avrò di nuovo voglia di tornare in moto. Mi mancava”.

È stato difficile ritrovare la serenità? Ti avevano addirittura minacciato.
“Sono sempre molto tranquillo, grazie alla famiglia, agli amici, alla mia ragazza. Loro mi fanno stare tranquillo. Con gli anni, ovviamente, si matura, si cambia e ora non do peso a tante cose a cui prime ne davo e viceversa”.

"Rossi e Biaggi cercano sempre di migliorarsi, ho cercato di assimilare il loro attegiamento"

Sei l’unico pilota che ha corso nei team di Valentino Rossi e Max Biaggi, i due grandi rivali. Qual è stata la tua esperienza con loro?
“Conoscendoli da vicino, ho scoperto che fondamentalmente sono due persone opposte caratterialmente, però alla fine sono uguali. Hanno entrambi la competizione nel sangue e pur essendo diversi il risultato è lo stesso. Hanno il medesimo spirito, vogliono prevalere a livello agonistico su tutto e tutti. Ancora adesso, Max quando va a ancora a girare in moto e se scopre qualcosa che gli fa togliere un decimo lo fa, Valentino lo stesso. Sono sempre alla ricerca di migliorarsi”.

Cosa hai imparato da loro?
Ci sono degli atteggiamenti che puoi percepire e assimilare, come il modo di prepararsi a una gara. Loro hanno vinto tanto, bisogna ascoltarli e poi adattare i loro consigli alle proprie esigenze. Hanno entrambi una marcia in più”.

"Boscoscuro è come me: è bastata una stretta di mano per metterci d'accordo"

Il prossimo anno sarai con Luca Boscoscuro, con cui c’erano stati dei contatti anche in passato. Come vi siete rincontrati?
Luca è un persona come me, è bastata una stretta di mano per metterci d’accordo, senza bisogno di tante parole. Mi piace il suo team, sono i piccoli contro i grandi e condivido questo spirito”.

Hai già corso in Moto2 prima di tornare in Moto3, hai capito quali errori non ripetere?
Alla fine ero andato forte, considerando che eravamo partiti da zero, non avevamo l’esperienza dei nostri rivali. Avevamo capito i nostri errori, ma avevamo perso del tempo. Mirko (Cecchini ndr) e tutti i ragazzi erano stati bravissimi, ma ci sono dei dettagli per cui ti serve esperienza”.

Avevi guidato con il motore Honda, ora c’è il Triumph.
Sarà come ripartire da zero, da quanto mi hanno raccontato sono cambiate anche le gomme e ora c’è l’elettronica, che ti permette di lavorare sulle mappe, sul freno motore, sulla potenza. Ci sono tante cose in più rispetto alla Moto3, a partire dalla scelta degli pneumatici. È un po’ più simile alla MotoGP”.

Ti piace questa evoluzione?
Io e l’elettronica siamo come il mare e la montagna, prendo sempre la scossa (ride). Sicuramente è una cosa che mi diverte, sono curioso, mi stimola capire e provare cose nuove. Non sarà facile, ma mi piace”.

"Tifo per Bagnaia e Bastianini e vorrei essere in MotoGP con loro"

Piloti come Quartararo, Mir e Bagnaia sono protagonisti in MotoGP e tuoi ex rivali in Moto3, ti scoccia non essere ancora arrivato nella classe regina?
Assolutamente no, anzi sono contento per loro, soprattutto per Pecco che sta andando molto forte. Non c’è nulla da recriminargli, a Misano è caduto e non penso che sia stato un problema di gomme o di moto. Ho sentito dire di tutto, anche che non sarebbe funzionato il GPS, forse non prendeva il 5G in quella curva (ride). Tifo per loro, sono stato contentissimo dei due podi di Bastianini. Ovviamente vorrei essere con loro, ma non mi dispiace e non è per me un problema”.

"Giusto alzare l'età minima a 18 anni, si è più maturi sia in pista sia fuori"

Non trovi che si cerchi di portare in MotoGP il prima possibile? Acosta il prossimo anno sarà già in Moto2, Raul Fernandez nella classe regina, entrambi dopo un solo anno nelle rispettive categorie.
È un team caldo, di cui tutti parlano. Come ho già detto in passato, non c’è nulla di giusto e nulla di sbagliato. Se guardiamo Pedro, è un pilota bravissimo ma nell’ultima parte di campionato zoppica e ci sta. Non ci sta nel fatto di recriminarglielo, nei campionati nazionali o di ingresso ci sono meno gare, una stagione del Mondiale è più dura anche dal punto di vista fisico perché non si è abituati. Non sopporto né chi dice che sia il pilota migliore, al momento lo è Foggia, né chi dice che sia stato un bluff. C’è questa fretta per fare scendere l’età media della MotoGP, i piloti giovani sono fisicamente più pronti ma senza esperienza ti puoi fare male con moto più pesanti e potenti”.

Quindi sei d’accordo sull’innalzamento ai 18 dell’età minima per correre nel Mondiale?
È una regola corretta, io non ammetterei eccezioni. Io a 16 anni contavo ancora col pallottoliere (ride), nel senso che a quell’età si capisce poco e ci si deve raffrontare con per persone adulte, nel paddock ci sono anche dei lupi. Serve un genitore che faccia da filtro, è meglio entrare a 18, sia per la sicurezza, perché ragiona un po’ di più, sia perché riesce a rapportarsi meglio con le persone. Si è un po’ più maturi, possono fare esperienza nei campionati minori per arrivare più formati nel Mondiale”.

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