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MotoGP pensa a Abu Dhabi e Singapore

Con 4 GP in Spagna e 2 in Italia il mondiale è troppo latino

Moto - News: MotoGP pensa a Abu Dhabi e Singapore

Con quattro Gran Premi in Spagna - Jerez, Barcellona, Aragon e Valencia - e due in Italia - Mugello e Misano - il motomondiale è largamente ispanocentrico. E' vero, le gare sono 18, ma rimpiangiamo i tempi in cui il Continental Circus si espandeva nel nord Europa, verso la Svezia e la Finlandia.

E' vero, ad Imatra si correva in un circuito cittadino, ed i Gran Premi extraeuropei erano di meno, però si andava egualmente in paesi che non si toccano più: Venezuela, Argentina, Brasile. Dov'è il sudamerica ora? Ed il SudAfrica? E' vero, Kyalami non esiste più, al suo posto villette e centri residenziali, eppure siamo convinti che si dovrebbe fare di più per portare il motociclismo un po' fuori dai soliti paesi.

Della Russia si parla molto, e da tanto, anche perché pare volesse ospitare un GP di F.1. Sull'Ungheria, crediamo, è caduta una pietra tombale. Del resto Aragon ormai ne ha preso il posto stabilmente e con quattro circuiti in competizione in Spagna saranno i loro gestori a doversi dare da fare per elevare gli standard qualitativi.

Anche perché nel frattempo nuove realtà emergono e la storia - l'Indonesia e Jakarta insegnano - dimostra che ci vuole poco a perdere la titolarità. Specie se a farsi avanti, negli ultimi tempi, sono realtà come Singapore ed Abu Dhabi, organizzatori di due dei Gran Premi più spettacolari della Formula 1.

Certo, stiamo parlando di circuiti cittadini, difficili da mettere in sicurezza, ma con il denaro si fa tutto. Lo dimostrano annualmente in Qatar con una bel Gran Premio in notturna, televisivo al massimo ma che sul posto raccoglie poche centinaia di spettatori. Dunque prepariamoci: se il motociclismo vuole crescere arriveranno anche dei circuiti cittadini messi in sicurezza, come quello di Singapore, o cattedrali nel deserto come Yas Marina.

La Dorna, da tempo, è in contatto con questi organizzatori e l'intenzione è di farne entrare almeno uno nel calendario 2012.

Alla fine, se fosse possibile, preferiremmo che il motociclismo tornasse nel nord-Europa. Ma è mai possibile che la FIM non riesca a promuovere un po' meglio il nostro sport nemmeno nei confini europei?

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