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MotoGP, Honda, Yamaha, Suzuki, KTM, Aprilia contro Ducati: via l'abbassatore dal 2023

La MSMA è stata compatta, ma ora la palla passa alla GP Commission e l'esito non è scontato. Sicurezza e costi le argomentazioni. Il ritorno dell'effetto suolo in F.1 testimonia corsi e ricorsi storici della tecnologia, che ha l'innovazione nel suo DNA

MotoGP: Honda, Yamaha, Suzuki, KTM, Aprilia contro Ducati: via l'abbassatore dal 2023

Tutte contro una. Mentre nel 2019 era stata l'Aprilia (seguita a ruota dalla Honda) a schierarsi contro il famigerato 'cucchiaio', questa volta sono state  Honda, Yamaha, Suzuki, KTM e Aprilia a dichiararsi compatte nella prima riunione della MSMA dell'anno per chiedere l'abolizione del dispositivo chiamato volgarmente l'abbassatore, o 'ride height device'.

Parliamo, ovviamente, del dispositivo che consente ai ducatisti di abbassare anche l'anteriore, perché il dispositivo che consente di abbassare la sospensione posteriore - il cosiddetto holeshot, per facilitare partenze e accelerazione in virtù dell'abbassamento del centro di gravita (COG) - ce lo hanno ormai tutte.

Sembra essere il destino della Ducati, e dell'ingegner dall'Igna, quello di vedersi costantemente opporre dei distinguo semplicemente per la sua 'visione laterale' del regolamento: ciò che non è espressamente vietato deve considerarsi ammesso. Una regola, anch'essa non scritta sulla quale la F.1 ha costruito da decenni le sue innovazioni.

La scusa, nel caso del 'ride height device' è la solita: sicurezza e costi. Per questo motivo le cinque sorelle hanno chiesto alla Gran Prix Commission di vietare il dispositivo a partire dal 2023. Naturalmente l'abolizione non sarà automatica: la GPC è composta da FIM, IRTA, MSMA e Dorna e decide a maggioranza, dove l'organizzatore spagnolo serve per sparigliare eventuali parità.

Come da regolamento interno le bocche sono cucite, ma siamo comunque riusciti a capire le argomentazioni proposte dalle cinque sorelle a sostegno dell'iniziativa.

Una, la prima, il fatto che l'abbassatore non sarebbe di alcuna utilità per le moto di produzione. Una affermazione, questa, risibile visto che in MotoGP sono utilizzati freni in carbonio, valvole pneumatiche e cambi seamless, anch'essi di nessuna utilità nella produzione. Forse il cambio seamless potrà avere degli sviluppi, ma per il momento costa come un appartamento in centro storico. Nessuno mai però vedrà valvole pneumatiche e dischi in carbonio su di una moto di serie.

Il fatto che possa essere vietato un dispositivo meccanico consentito dal regolamento è bizzarro, ma criticandolo con il tema 'sicurezza' si ottiene un facile ascolto. E già alcuni piloti, il più loquace Aleix Espargarò, hanno cominciato a lamentarsi spiegando di ritenerlo pericoloso perché fa perdere concentrazione nella guida.

In proposito, proprio oggi in conferenza stampa, parlando del 'ride height device' Pecco Bagnaia ha ribattuto: "pericoloso? Non credo, io devo solo schiacciare un bottone".

Il discorso in effetti è tutto qui: come ci aveva confessato Michele Pirro ieri, è un anno che la Ducati porta avanti lo sviluppo del dispositivo e perderlo significherebbe gettare al vento l'investimento. Del reasto i suoi avversari devono decidere presto il da farsi: se cioè provare a inseguire gli avversari su questa nuova tecnologia, per poi essi stessi essere i fautori della proibizione a partire dal 2023, oppure rischiare e tralasciarla, rimanendo però tecnicamente indietro rispetto alla Ducati. Un bel dilemma.

Certo, fra le opposizioni allo sviluppo si è levata anche la voce di chi cerca di mitigare le prestazioni delle MotoGP, di rallentarle. E' così da sempre e, del resto, è insito nello spirito delle competizioni il migliormento continuo. Per questo continuamente i regolamenti vengono modificati :per frenare l'escalation. E' la lotta di Sisifo: la MotoGP, così come la F.1, sarà sempre rigettata indietro: ricordate le monoposto ad effetto suolo?

Questa tecnologia fu inventata dalla Lotus nel 1977, per essere poi vietata nel 1983 con la scusa della sicurezza. Tornerà quest'anno nella massima formula dell'automobilismo per mitigare la continua ricerca aerodinamica. La scusa del ritorno è la difficoltà attuale nei sorpassi. E guarda casa proprio oggi Marc Marquez, parlando dell'effetto delle ali sulle moto ha detto la stessa cosa: "rendono più difficili i sorpassi, ma la guida è più sicura". Le ali, comunque rimarranno, l'abbassatore non si sa.

 

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