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Mugello-Rashomon: Marquez vs Bagnaia, la vittoria grandiosa è una cocente sconfitta

Lo stesso evento visto da persone diverse da origine a inerpretazioni differenti e contradditorie. Dopo i primi giri in cui ha ingaggiato un furioso duello con Bagnaia ed il fratello Alex, Marc ha corso in solitaria, mentre Pecco ha perso anche lo scontro per il podio contro Fabio di Giannantonio

Mugello-Rashomon: Marquez vs Bagnaia, la vittoria grandiosa è una cocente sconfitta

Tutti (quasi) i sabati e le domeniche sul podio. Spesso sul gradino più alto. Più che una stagione del motomondiale questa di Marc Márquez sembra una campagna di conquista nel quale gli avversari - non chiamiamoli nemici - sono così disorientati da non essere capaci di organizzare una vera e propria reazione.

Resiste all’avanzata, arretrando senza ingaggiare veri e propri scontri solo il fratello Alex che, comunque, dopo nove confronti accusa un distacco di 40 punti. Sempre meglio di quanto realizzato da Pecco Bagnaia che, nonostante una reazione testosteronica nei primi giri del Gran Premio d’Italia, al Mugello, la sua pista, ha mancato anche il terzo gradino del podio, andato dopo una bella rimonta a Fabio Di Giannantonio, ed ora vede il suo compagno di squadra distante 110 punti.

Ci fosse un nuovo Plutarco interessato a scrivere una 'Vita di Marquez' potrebbe usare le stesse parole dello storico greco - Veni. Vidi. Vici - per descrivere la vittoria di Marc Marquez al Mugello.

E la domanda è una sola: è stata più una (grandiosa) vittoria di Marc o una (cocente) sconfitta di Francesco? Ce lo domandiamo perché dalla risposta al quesito dipenderà probabilmente anche il resto del campionato.

Per carità: non siamo nemmeno al giro di boa, con tredici appuntamenti ancora da disputare in giro per il mondo, ma l’avanzata di Marquez in territorio Ducati non mostra crepe. Così mentre a Borgo Panigale si continua a pronunciare come un mantra il ‘dobbiamo aiutare Bagnaia a recuperare fiducia sull’avantreno e nella guida’, la formica atomica non fa prigionieri: ormai il box è suo e chi si aspettava da questa stagione un duello testa a testa fra Marc e Pecco per il possesso di quei 20 metri quadri di terreno, si aggira disorientato chiedendosi se ciò a cui sta assistendo è reale.

Questo perché Marc, come un Duplantis in grande forma ha messo l’asticella ad una altezza a cui gli avversari non riescono ad arrivare, ridimensionandoli.

“Bisogna utilizzare parole più comprensive per gli avversari in difficoltà”, ci ha consigliato il Ceo di Ducati Claudio Domenicali nei giorni scorsi, ma temiamo che versare olio sulle ustioni non sia la medicina adatta.

Qui ci troviamo di fronte ad un Achille che ha sfidato Ettore sotto le mura di Troia. Un semidio furioso con coloro i quali, negli ultimi tre anni hanno usurpato la sua terra, ma Achille-Marquez è guarito dalla ferita al tallone e quando tutti lo davano per morto si è rialzato ed ha attaccato al suo carro Pecco, l’unico eroe che ha trovato, visto che Quartararo non è della partita e Martin non c’è, trascinandolo nella polvere.

Il risultato ora è che pur non avendolo ancora riconquistato, Marc Márquez sta urlando forte di essere l’unico legittimato a sedere sul trono della MotoGP. Il duello di oggi, fra Marquez e Bagnaia, è stato clangore di spade e di scudi ma Marc non voleva ferire Pecco, solo sottometterlo. Domarlo.

Se ci sia riuscito lo vedremo già dalla prossima settimana perché ogni occasione è buona, da chi è sconfitto, per ripetere che il vero mondiale deve ancora iniziare. Il problema è: da quale Gran Premio?

 

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