Siamo soltanto al secondo appuntamento della stagione, eppure Xavier Artigas sembra già trovarsi perfettamente a suo agio nel contesto del CIV Supersport. Scaraventato in questa nuova realtà dall’improvvisa chiusura del team Preicanos, insieme al quale sarebbe dovuto andare in cerca del rilancio nell’Europeo Moto2, dopo il difficile 2024 vissuto con Forward Racing nel Mondiale di categoria, il giovane pilota catalano ci ha messo meno di una gara per ritagliarsi uno spazio tra i grandi protagonisti del campionato tricolore. Buona la prima, o quasi, per Xavi, che in sella alla Kawasaki ZX-6R schierata dal team Black Flag Motorsport si è fermato a un passo dalla vittoria già all’esordio a Misano. Ritornando poi sul podio nella prima gara di questo Round al Mugello, dove è stato autore di una gran rimonta dal 14° al 3° posto. Un avvio di stagione travolgente quello del 22enne, lanciato verso un futuro nel Mondiale Supersport che sembra potrebbe provare a saggiare già nella tappa a Misano di metà giugno.
Xavi, sei partito subito forte con la ZX-6R. Ti aspettavi di essere così competitivo sin dalla prima gara?
“Da una parte sì, perché sentivo di già avere la velocità per farlo. Ma essendo il primo weekend dovevo anche capire come si comportavano la moto, il team e come mi sarei trovato io stesso con questo format, che è diverso da quello a cui ero abituato. Qui è tutto più tranquillo e c’è più tempo per far tutto ma la dinamica è più veloce che nel Mondiale, perché ci sono un turno di libere e due di Qualifiche e non il contrario. Il tempo in pista è comunque lo stesso, ma poi qui ci sono due gare ed era dai tempi del JuniorGP che non le facevo. In ogni caso, mi sono sentito veloce, mi sono trovato bene anche con la squadra e sono contento per come è andato il primo Round”.
Come ti stai trovando con la ZX-6R? Quanto cambia rispetto a una Moto2?
“È abbastanza diversa dalla moto che avevo guidato fino adesso, ma era già da due o tre anni che mi allenavo con una 600cc, anche se la mia era full stock, e quindi avevo già capito alcuni aspetti, come la risposta del motore e l’inerzia. Però non ero mai salito prima su una Kawasaki e non avevo mai usato queste gomme Dunlop. Cambia tanto da ciò che avevo guidato fino adesso, ma alla fine tutte le moto hanno due ruote. Si tratta solo di adattarti a quello che ti serve”.
Ora che sei anche collaudatore Bimota hai avuto modo di provare anche la KB998. Come l’hai trovata?
“Finora ho fatto un solo test con la Bimota all’inizio dell’anno a Jerez ed è andato bene. Anche quella è una moto che cambia tantissimo rispetto a quelle che avevo guidato in precedenza. Ho fatto solo pochi giri, ma è stato divertente ed è stato positivo capire come funziona un team così grande come quello Bimota, che ha tanta esperienza in Superbike e ha vinto tanti Mondiali. È tutta esperienza in più, di cui potrei fare tesoro se in futuro dovessi andare lì o comunque in Superbike”.
Penso sia stato un bel cambiamento per te, visto che avresti dovuto continuare nell’Europeo Moto2 con Preicanos.
“È stato difficile perché nessuno si aspettava che quel progetto chiudesse da un giorno all’altro. È stata dura cercare un’altra possibilità, ma alla fine quella migliore e più attraente è stata questa e tanto il team Blackflag quanto Kawasaki hanno fatto di tutto sin dall’inizio per portarmi qua. Li ringrazio, perché non era situazione facile. Abbiamo fatto soltanto una gara, ma ritengo che siamo sulla strada giusta”.
Come stai vivendo questa stagione nel CIV? La vedi come un passo indietro, o come un punto da cui ripartire?
“Non considero mai un passo che faccio come un passo indietro, perché c’è sempre qualcosa da imparare. Adesso sto imparando un’altra categoria e a conoscere un’altra moto, con un altro stile di guida, e penso che questo possa essere un percorso per continuare in futuro nel Mondiale Supersport, con moto stradali preparate per il circuito”.
Ripensando ai tuoi anni nel Mondiale, mentre in Moto3 eri partito subito bene, in Moto2 non sei riuscito a esprimere lo stesso potenziale. Cosa ti è mancato?
“Quello che mi è mancato è il tempo e nel periodo che ho trascorso in Moto2 mi è mancata competitività. Quando ho corso l’ultima gara dell’Europeo con una Kalex ho capito cosa è mancato in tutta la stagione nel Mondiale. Con quella moto mi sono sentito veloce e mi sono reso conto che mi è mancato un anno di maggior qualità sportiva. A livello di risultato, è stato un anno di passaggio da una Moto3 a una Moto2”.
Si tratta di un salto che ha messo in crisi tanti piloti. Come mai è così complicato?
“Dev’essere tutto allineato. Tutte le moto sono più o meno simili, perché metà della griglia ha Kalex e l’altra metà è Boscoscuro, mentre io ero con un altro costruttore. Avevamo soltanto due moto in pista era difficile recuperare i dati ed eravamo sempre dietro agli altri. Per un rookie è complicato salire su una moto più grande e lo è ancora di più se si sale su una moto che non ha i chilometri delle altre. Alle squadre del Mondiale manca il tempo per far crescere il pilota e vogliono i risultati velocemente. Ma a un pilota serve un po’ più di tempo e poi un altro fattore è la nazionalità, perché ci sono già tanti piloti spagnoli e italiani. È così ma non è problema, perché adesso sono qui e sono concentrato su ciò che devo fare per tornare al Mondiale”.
Sono effettivamente tanti i tuoi connazionali che stanno facendo bene nel Motomondiale. Ce n’è qualcuno che ti ha colpito, o al quale sei particolarmente legato?
“Io sono molto amico di Sergio Garcia e José Antonio Rueda, che quest’anno sta vincendo tutto. Sono molto contento per i risultati che sta raggiungendo quest’anno, in cui è in lotta per il titolo. Come lo era stato anche Garcia l’anno scorso. Loro sono i due piloti per cui faccio sempre il tifo quando guardo le gara in TV. E poi c’è Fermin Aldeguer, con cui ho corso nelle categorie giovanili”.
Ti ha sorpreso vedere il livello di competitività che ha raggiunto Aldeguer in queste prime gare?
“Sì e no. Sì perché dopo cinque gare era già lì davanti e no perché aveva già dimostrato in Moto2 e in altre categorie il suo talento. È cresciuto velocemente, e poi ha sia una moto che un team competitivi. È un debuttante, ma ha tutto per vincere. Lo si vede dal suo compagno di squadra. Fermin adesso ha bisogno di un po’ più di tempo, ma in futuro arriverà sicuramente alla vittoria”.
Parlando di futuro, il tuo sogno è quello di tornare nel paddock della MotoGP o punti a continuare tra le derivate?
“Il sogno di tutti i giovani piloti è quello di arrivare in MotoGP, però vedo abbastanza difficile tornare in quel paddock, o nel Mondiale Moto2. Dopo questo passaggio, vedo più fattibile andare in Supersport e continuare sulla strada del Mondiale Superbike, ma non chiudo la porta a nessuna opzione, perché non si sa mai. Adesso è un po’ presto per pensare al prossimo anno perché ho affrontato un solo Round e per il momento non ho ancora disputato nessuna wildcard. È difficile avere qualche opzione dopo una sola tappa, ma se dovessi far bene qui al CIV, e in una wildcard, credo che le squadre lo noteranno e magari potrei avere una possibilità per correre nel Mondiale Supersport”.







