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Moto3, Foggia: “La Moto2 è una ghigliottina, tornare indietro una scelta di carattere”

INTERVISTA - “Con Italtrans non ci siamo capiti e con l’ingresso in squadra di Suppo non ero più a mio agio. Avevo perso il sorriso, ma conoscevo il mio valore e della Supersport non volevo neanche sentirne parlare”

Moto3: Foggia: “La Moto2 è una ghigliottina, tornare indietro una scelta di carattere”

Un passo indietro per farne due avanti: è questo lo spirito con cui Dennis Foggia tornerà a competere in Moto3 nel 2025, subentrando al fresco Campione del Mondo David Alonso nel box del team CFMoto Aspar. Una grande occasione per il pilota romano per rilanciarsi dopo due difficili stagioni in Moto2 e per tornare a lottare per quel titolo sfuggitogli nel 2021 e nel 2022, quando gareggiava con la Honda del team Leopard.

Dennis, il 2025 sembra l’anno giusto per saldare il conto che ti era rimasto aperto con la Moto3.
“Assolutamente (ride ndr.). Non sarà facile, ma so che posso farcela. Sono carico e mi sto allenando tutti i giorni. Mi fermerò giusto per le feste di Natale, ma poi torneremo subito al lavoro”. 

Come è stata la prima presa di contatto con la moto? Hai avuto le sensazioni che ti aspettavi?
“Sì. Tornare indietro è diverso perché non ricordavo certi automatismi, però fatte due o tre curve mi era subito tornato il sorriso. È stato molto figo e abbiamo anche girato molto forte, per essere la prima volta in due anni, quindi sono stato molto contento. La moto è sicuramente molto diversa da quelle che avevo guidato in precedenza. Ha dei punti forti e dovrò abituarmi subito e riuscire a sfruttarli il prima possibile. Con la telemetria e i dati che abbiamo di Alonso sarà sicuramente un po’ più facile”.

Come è nato il sodalizio con il team Aspar?
“Martinez ha chiamato il mio manager perché aveva bisogno di un pilota con cui vincere subito, al primo anno, e quando gli ha proposto il mio nome è stato subito propenso. Abbiamo firmato a distanza di due settimane e mezza”.

C’è mai stato un momento in cui hai pensato che la tua permanenza nel Motomondiale fosse a rischio? 
“L’ho pensato, però sapevo il mio valore: sapevo che non sarei rimasto a piedi, perché penso sarebbe stata un’ingiustizia. È pur vero che ultimamente ho visto molti piloti forti rimanere a casa, quindi questa idea, sinceramente, un po’ mi è venuta, ma non ci pensavo assolutamente”.

Avresti mai preso in considerazione l’idea di fare il passaggio opposto a quello di Huertas?
“No, non avrei mai pensato di andare in Supersport. Non volevo neanche sentirne parlare”.

Questa, come dicevamo, sarà la tua grande occasione di riscatto. Come vivi il fatto di essere obbligato a vincere?
“Sono sicuro che riuscirò a fare bene. Sono molto carico, ho molta cattiveria e voglia di riscatto. Quindi, so che darò tutto. Con la pressione ci conviviamo: sono un pilota, sono sempre sotto pressione e se non ci fosse non sarebbe tutto così speciale”.

Pensi che il fatto di essere già stato in lotta per il Mondiale in passato ti possa essere d’aiuto?
“Ci sono tanti piloti forti e sinceramente non saprei cosa aspettarmi, ma non mi arrendo davanti a nulla. Anche il fatto di tornare indietro è stata una scelta di carattere: mi sono messo in discussione con umiltà, facendo un passo indietro per farne due avanti. Staremo a vedere, ma non vedo l’ora di entrare in azione già nei primi test a Portimao, che è una pista che mi piace molto”.

Che effetto ti fa pensare di tornare in Moto3, mentre Acosta, Aldeguer, Ogura e altri piloti contro cui hai corso saranno in MotoGP?
Strano, però ognuno ha il suo percorso. Sinceramente, in questi due anni non sono riuscito assolutamente ad esprimermi e a esprimere il mio potenziale. La Moto2 è spesso una ghigliottina per molti piloti, anche Guevara si è salvato in calcio d’angolo. Quindi, spero di riuscire a riscattarmi e ce la metterò tutta, perché so il mio valore e so che il team è molto forte e crede in me. Mi sono trovato veramente molto bene con loro al primo impatto”.

Se dovessi riuscire a vincere il titolo, cercheresti di andare direttamente in MotoGP o riproveresti con la Moto2?
“Sinceramente, non lo so. Non è un passaggio che hanno fatto molti piloti, ma se ci fosse la possibilità di andare direttamente in MotoGP, perché no?! Ho già fatto la Moto2, quindi so com’è una moto grande. Se mi si presentasse un’occasione del genere, direi di sì”.

Hai capito cosa non ha ha funzionato nella classe intermedia e ti ha impedito di esprimerti come in Moto3?
“Onestamente, non mi sono trovato benissimo. Con i membri del team mi sono trovato molto bene. Non c’è nulla da dire a Italtrans, che è un grande squadra e ha vinto un Mondiale. Ma evidentemente non ci capivamo, non sono riuscito ad esprimere il mio potenziale e si è visto, perché l’ho fatto solo a sprazzi”. 

Ad Austin, infatti, sembrava avessi trovato la quadra. 
“Sì, speravo anch’io che fosse così, ma alla fine non lo è stato. Però Austin è stata una dimostrazione a me stesso che potevo, e sapevo, guidare quella moto, anche se poi non ce l’ho fatta. I pianeti non si sono allineati nel modo giusto? Assolutamente no, perché alla fine il mio manager era Livio Suppo e quando è entrato a far parte del team c’è stato un conflitto di interessi. Diciamo che io non mi sentivo più a mio agio come il primo anno, quando c’era Giovanni Sandi, e questo alla fine mi ha un po’ penalizzato”.

Cosa hai imparato da questo biennio?
“La Moto2 è sicuramente una categoria molto difficile. Sono tutti molto attaccati, quindi lì non devi lasciare veramente nulla al caso. Onestamente però non c’è una cosa in particolare che ho imparato e mi porto dietro, perché è stata un’esperienza veramente molto strana”.

Ti preoccupano le possibili ripercussioni che potrebbe avere la situazione di KTM in Moto3?
“Non so. La Moto3 è una categoria in cui la moto già funziona bene, poi noi siamo CFMoto, quindi da questo lato siamo tranquilli. Più che altro sarà in MotoGP che il progetto farà molta fatica, quindi sarà molto difficile per Bastianini, Vinales, Acosta e Binder. Io però rimango tranquillo. Noi non abbiamo nessuna difficoltà per il momento: il team funziona e non vedo l’ora di cominciare, perché mi è ritornata tanta voglia e mi sto allenando in moto tutti i giorni”.

Avevi perso anche un po’ di motivazione in questi ultimi anni?
“La motivazione no, non l’avevo persa, ma non riuscivo a esprimermi e la situazione del team era comunque molto stressante a livello mentale, quindi ho fatto tanta fatica. Avevo perso il sorriso, quello sì”.

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