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Addio a Jörg Möller, il 'tedesco di Pesaro', mago della Morbidelli

Il Genio dietro ai successi del costruttore pesarese Giancarlo, diede i titoli mondiali a Bianchi, Pileri, Lega e poi passato alla Minarelli ad Angel Nieto. Aveva 80 anni e non si era più mosso da Pesaro

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Jörg Möller, scritto così, con le dieresi mi veniva a prendere sotto la redazione di Motosprint alla fine degli anni '70 con la sua Ferrari Bertone che io giudicavo bruttissima, se paragonata alle sinuose linee delle altre macchine di Maranello. Peraltro aveva uno strano colore, me la ricordo bronzo. Ma era pur sempre una Ferrari. Sedersi al suo interno, per un giovane giornalista, per di più con 'Il Genio' al volante, era un privilegio.

Jorg guidava allegro, ma non spericolato e comunque a quei tempi erano in pochi a potersi permettere un'auto così: lui poteva perché era l'ingegnere che stava dietro ai successi delle Morbidelli iridate con Bianchi, Pileri e Lega. Tedesco, ma perfetto nel suo italiano dalla pesante pronuncia teutonica. Era un tipo alla mano, con lui si parlava di tutto ed in più di una occasione mi rivelò di aver dialogato a più riprese addirittura con Enzo Ferrari perché aveva nell'animo di costruire un 12 cilindri 2 Tempi per il Drake.

Era un perfezionista: amava il caffè, che macinava personalmente, regolando la granatura in base alla temperatura ed umidità dell'aria. Diceva che solo così il caffè veniva perfetto. Annusava l'aria anche quando i meccanici preparavano la miscela e facevano la carburazione, così importante per i motori dell'epoca.

Il mio amico Guenther Wiesinger, di Speedweek, che analiticamente ha ricordato i molti successi agonistici dell'ingegnere, ha ripreso una sua frase che a me non disse ma alla quale credo: "c'è così tanto catrame sui miei polmoni che potrei asfaltarci un sentiero da giardino". Era vero, in quegli anni non politicamente corretti Jorg fumava almeno tre pacchetti di Gauloises senza filtro al giorno.

Jorg Moeller se ne è andato, aveva 80 anni, nella foto d'epoca è accanto a Giancarlo Morbidelli ed ai suoi tecnici, Bonaventura (detto 'Talacchio'), Cecchini e Dionigi. E’ morto nella sua casa adottiva di Pesaro, la città da dove aveva lanciato nel firmamento del motomondiale la Morbidelli, creata a sua volta da quell’altro genio assoluto di Giancarlo Morbidelli, proprietario della ‘Morbidelli woodworking machiney’.

Morbidelli mise Möller a capo del suo reparto corse come capo progettista nel 1974.

Moeller costruì la due cilindri Morbidelli per il campionato del mondo 125cc del 1975 e ingaggiò i due italiani Paolo Pileri e Pierpaolo Bianchi come piloti ufficiali. Al primo Gran Premio del 1975 a Le Castellet dominarono in prova i piloti ufficiali Yamaha Kent Andersson, Leif Gustafsson e Bruno Kneubühler.

Bianchi e Pileri caddero quasi subito, poi Pileri risalì sino al terzo posto, ma in quel momento, all’esordio, erano in testa alla gara che vide vincere Andersson e Gustafsson.

La Yamaha vinse ancora il mondiale, ma capì che contro ‘il mago’ non ce l’avrebbe più fatta e si ritirò dalle competizioni nella ottavo di litro. Cosa che fece dire a Jorg Moeller: “ho commesso un errore. I miei motori Morbidelli erano 5 CV più potenti di quelli Yamaha. È così che ho cacciato la Yamaha dal campionato del mondo”.

Moeller in seguito costruì anche la 250cc che affidata a Graziano Rossi, il papà di Valentino, colse tre vittorie nel 1979, poi una 350cc e una quattro cilindri 500cc GP che corse sempre con Rossi e poi con il pilota romano Gianni Pelletier, che in una gara non titolata, al Mugello, batté la Yamaha 500 ufficiale di Kenny Roberts.

Con Morbidelli Mario Lega vinse il mondiale della 250 nel 1977. Dopo il ritiro di Morbidelli, vennero prodotte delle moto da corsa di serie con la denominazione MBA (Motori Benelli Armi) , che vinsero il campionato del mondo 125cc con Lazzarini nel 1978 e con Bianchi nel 1980 e servirono come moto vincenti per molti piloti privati come Gustav Auinger prima che queste moto bicilindriche facessero posto a moto monocilindriche di Honda, Derbi, Rotax e Aprilia nel 1988.

Möller non fu solo responsabile del titolo mondiale di Pileri (1975) con la sua Morbidelli bicilindrica 125cc, ma dominò anche il campionato mondiale con Bianchi nel 1976 e 1977.

Möller passò da Morbidelli a Minarelli a Bologna, dove vinse due titoli con Ángel Nieto dal 1978 al 1981. In seguito, si dedicò ad altri progetti come la Parisienne 250 , guidata da Pierre Bolle e Jacques Cornu negli anni '80, per il fondatore dell'IRTA Olivier Métraux. In questo team si prese cura anche dei motori del pilota svizzero della Honda 125 Heinz Lüthi. Successivamente lavorò anche con Eskil Suter.

 

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