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SBK, Mercado: la missione (quasi) impossibile del gaucho argentino

La sconfitta in Superstock non ha abbattuto il nuovo pilota Aprilia SBK che promette: "diventerò l'ambasciatore delle moto per l'Argentina"

Mercado: la missione (quasi) impossibile del gaucho argentino

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Te lo ricordi Sebastian Porto? Lui corse nel Motomondiale, nella classe 250 fece grandi cose, cogliendo risultati fantastici. Sebastian è stato l’ultimo argentino davvero forte nelle due ruote e quest’anno ha commentato per un canale del mio Paese le gare SBK ed ogni singola prova della Superstock 1000”.

Questa frase di Leandro Mercado fa capire come una nazione molto lontana dalla vecchia Europa, l’Argentina, abbia molta voglia e bisogno di alimentare la passione motociclistica che nella cosiddetta “terra del fuoco” arde sotto la cenere.

La stagione di Mercado, tuttavia, non è finita nel migliore dei modi e la rottura della sua Panigale nel giro di allineamento a Jerez ha visto i sogni di gloria del forte e simpatico ventiquattrenne numero 36 sfumare in un battibaleno: “le gare si vincono e si perdono, questo è lo sport; ciò che mi ha fatto soffrire di più è stato il non potermi confrontare con De Rosa. Avevo 7 punti di vantaggio e la rottura del tubo della benzina mi ha tagliato fuori. Ho detto addio al secondo titolo Superstock. Quella in Spagna fu una giornata davvero storta, dal mattino sino al pomeriggio”.

Voltiamo pagina?!

“Sì sì! Adesso torno in Argentina per il periodo natalizio; ho bisogno di vedere la mia famiglia e stare coi miei cari a Cordoba. Mi allenerò, certo, ma la prima cosa per me sarà trascorrere il tempo con i miei genitori e i miei fratelli: mi mancano spesso e non hai idea di quante rinunce e sacrifici abbiano fatto per aiutarmi ad iniziare a correre. Come ogni anno, saranno tutti in aeroporto ad attendermi e, quando ripartirò, tutti mi accompagneranno fino al check in”.

Il tuo soprannome è “Tati”, chi te lo ha dato?

Fu mio fratello maggiore a chiamarmi Tati, molti anni fa. Non ha un significato preciso questo soprannome ma, da buon argentino, mi ci sono affezionato”.

È dura per un argentino iniziare a correre in moto?

Iniziare a correre in Argentina è difficile più o meno come nelle altre nazioni. Ma tutto finisce lì. La fase più difficoltosa è uscire dal Paese e diventare un reale professionista: se pensiamo che l’euro vale circa 18 volte la nostra moneta, uscire dall’Argentina è una missione quasi impossibile. Oltretutto, la distanza da casa influisce spesso anche nel morale di chi si allontana; io, agli inizi, ho sofferto molto”.

Però tu ce l’hai fatta…

Sì, andai direttamente negli Stati Uniti. Avevo 15 anni e corsi nella Rookies Cup. Nel 2009 gareggiai nella Supersport USA, vincendola. Nel 2010 arrivai in Italia grazie alla Kawasaki Argentina e, dopo varie stagioni tra CIV e SBK, conquistai il titolo Superstock 2014 in sella alla Ducati del Team Barni. Con la stessa squadra debuttai in SBK nel 2015, portando a casa buoni risultati e facendomi conoscere da tutti per il mio stile di guida".

Quale è il tuo stile?

Io amo far scorrere la moto in curva il più velocemente possibile, molto pulito e lineare. Non per caso, la mia pista preferita è il Mugello; peccato che, però, la pista toscana non sia tra quelle inserite nel calendario SBK 2017”.

A proposito di calendario, a ottobre c’è una data ancora da ufficializzare…

Vamos  todos en Argentina! (Ride). C’è una grande possibilità di andare a correre nel mio Paese, tutto dipenderà da quando saranno finiti i lavori. A Termas de Rio Hondo, per esempio, un tracciato già esisteva ed hanno solo dovuto costruirne le infrastrutture. Per la SBK verrebbe realizzato un tracciato totalmente nuovo a San Juan, vicino al Cile. Per l’Argentina e per la SBK sarebbe un grande traguardo ed un bel regalo per tutti i tifosi e gli addetti ai lavori”.

Un bel regalo tu lo hai già ricevuto…

La Aprilia RSV4? Sì, è una grande moto, ha vinto già diversi mondiali con Biaggi e Guintoli, oltre ad un numero di gare e podi da record. Quella del team Iodaracing e di Giampiero Sacchi è una opportunità fantastica: io e loro eravamo in contatto da tempo, mi avevano proposto la MotoGP qualche anno fa; ora sono dentro ad un team che ha fatto correre molti campioni, sono davvero contento di farne parte”.

Assurda ma doverosa previsione: come pensi di poter andare il prossimo anno?

A sensazione, ti dico che posso fare molto bene; ho già corso in SBK ma questa sarà una esperienza tutta nuova per me: la moto è una quattro cilindri a V, mai guidata prima. La squadra è tutta da conoscere e farò ogni gradino di questa scala con calma e nel migliore dei modi, perché la SBK non è affatto simile ad una Superstock. In Superstock ho vinto nel 2014 e ci sono ancora andato vicino, ma la SBK è diversa".

In caso di podio o… di più, che dedica faresti? Anzi, a chi?

A tutto il popolo argentino, che ama lo sport e le gare di moto. Io voglio essere un ambasciatore del motociclismo nel mio Paese. Il canale Fox Sport mi segue e trasmette le mie gare in diretta e voglio essere il portabandiera argentino nelle due ruote, un territorio ricco di talenti che faticano ad uscire dai confini”.

 

 

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