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Bonora: "cambiare il formato delle prove era una questione di sicurezza"

La maggior parte dei piloti, persino i piloti Ducati, ritengono che il nuovo formato che concentra troppe attività nel singolo giorno, abbia aumentato i rischi e che cambiarlo sarebbe stata una buona idea

Bonora: "cambiare il formato delle prove era una questione di sicurezza"

La MotoGP continua a dare una impressione di sé di categoria dove si procede a spanne e dove le regole vengono spesso piegate alle esigenze dei singoli.

Una esempio eclatante lo abbiamo avuto quando, l’anno passato, è stato vietato a partire dal 2023 l’abbassatore o ‘shape shifters’ che dir si voglia, all’anteriore, che aveva solo Ducati. E questo nonostante il marchingegno fosse pienamente all’interno delle regole.

La GP Commission mise fuori legge il dispositivo ideato dalla Ducati per regolare la parte anteriore della moto in corsa con 5 voti contro 1 (e l'intervento diretto di Ezpeleta). Formalmente furono indicate ragioni di contenimento dei costi.

Successivamente i dispositivi che operano solo uno scatto alla partenza di gara (cosiddetti holeshot) sono rimasti in vigore.

Introdotti dalla Ducati a partire dalla stagione 2018 per abbassare la parte posteriore delle Desmosedici e aiutarle nell'accelerazione in partenza, l’anno successivo furono migliorati per abbassare la moto in uscita dalle curve e migliorare la trazione.

Imitati dalle altre Case a partire dalle stagioni 2020 e 2021, durante i test invernali Gigi Dall’Igna mise in pista un dispositivo in grado di abbassare anche la parte anteriore della moto. Dopo il ban il solo Zarco continuò ad utilizzare il dispositivo, che aveva comunque bisogno di ulteriore messa a punto, e successivamente anche la Ducati fu costretta ad abbandonarlo.

Una ingiustizia fatta passare come un freno all’aumento delle spese. In quel caso la Ducati aveva pienamente ragione, eppure dovette piegarsi. Cosa che non è accaduta qui ad Assen quando la maggioranza delle Case ha chiesto di modificare il format attuale delle qualifiche adducendo motivi di sicurezza.

Ieri infatti si è parlato di trasformare, a partire dal GP di Silverstone, le P1 in FP1, riportando i piloti ad avere un turno di prove libere in cui il tempo non è valido per le qualifiche. La motivazione addotta, come ha ottimamente spiegato Paolo Bonora di Aprilia, è stata quella di aumentare la sicurezza.

“Riteniamo che nella prima sessione le moto non siano a posto - ha detto Bonora - i piloti si devono scaldare e la pista non è gommata, quindi ci sono maggiori probabilità di commettere errori e di cadere e non ci possiamo permettere di perdere altri piloti in questo campionato. Un costruttore però si è schierato contro la proposta, non c’è stata unanimità, anche se noi eravamo assolutamente a favore. C’è stata apertura, ma solo a partire dal 2024. Come Aprilia non condividiamo la posizione, riteniamo che fosse una scelta votata alla sicurezza e non vediamo il motivo perché non si possa cambiare fin da Silverstone. Ne riparleremo, comunque“.  

Questa volta, dunque, Ducati non ha abbassato la testa ed ha vinto la sua battaglia, anche se l’argomentazione portata da Ciabatti è, naturalmente ed anche ovviamente, utilitaristica e negazionista sul discorso sicurezza, secondo noi incontrovertibile.

“Ci siamo adeguati al format che ci è stato proposto dall’inizio della stagione – ha detto Ciabatti – riteniamo che il cambiamento vada fatto il prossimo anno, visto che non ci sono problemi di sicurezza. Abbiamo fatto una buona parte del campionato con questo format e riteniamo corretto proseguire così fino al termine della stagione. Non ci sono ragioni particolari per cambiare in corso d’opera un format al quale i nostri piloti e i nostri ingegneri si sono adeguati dalla prima gara“.

Ciabatti si dimentica però di aggiungere che con otto moto in pista, avere poco tempo per provare, dà alla Ducati un vantaggio che possiamo tranquillamente definire importante. E su tutti gli aspetti della messa a punto. La grande quantità di dati raccolti grazie a quattro team  in pista permette alla casa di Borgo Panigale di utilizzare la tecnica del crunching data, grazie alla quale si possono prendere le decisioni più corrette. D’altro canto perché perdere una posizione di vantaggio?

Resta da capire per quale motivo, invece, pur avendo Carmelo Ezpeleta ripetutamente dichiarato a nome della Dorna che avrebbe cambiato il nuovo format delle prove e della gara Sprint se si fosse dimostrato inadeguato e perfettibile, non lo abbia fatto avvalendosi del potere utilizzato invece nella questione dell’abbassatore.

Del resto la maggior parte dei piloti, persino i piloti Ducati, ritengono che il nuovo formato che concentra troppe attività nel singolo giorno, abbia aumentato i rischi e che cambiarlo sarebbe una buona idea.

Il nuovo formato rende forse ogni giorno più interessante perché si combatte per qualcosa: l’accesso diretto alla Q2 il venerdì; la pole e la vittoria nella gara Sprint il sabato; il Gran Premio la domenica, ma a che costo?

Il fatto è che, situazione dell’infermeria a parte, il nuovo formato frena enormemente lo sviluppo delle moto…a meno che tu non ne abbia un buon numero schierate. Tutto il nuovo formato è da rivedere e secondo noi andrebbe rivisto ora. Non fra un anno.

 

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