I piloti stanno iniziando a digerire il nuovo format della MotoGP, rivoluzionato con l’introduzione della sprint race. Non è però la gara corta del sabato ad attirare le critiche dei protagonisti della classe regina, ma le prove libere, che in verità di libero hanno poco.
Da quest’anno, infatti, le prime due sessioni (una di 45 minuti e l’altra di 60) decidono con la loro classifica combinata i 10 che entrano direttamente in Q2. Così facendo, si capisce bene che i piloti sono sempre in ‘modalità time attack’, perché fin dal primo turno devono assicurarsi un posto in Top 10, soprattutto quando le condizioni meteo sono incerte.
Questo significa avere poco tempo per mettere a posto la moto e aumenta anche i rischi, perché i piloti sono costretti a spingere con un assetto non ancora ottimale. Hanno parlato spesso di questi problemi in Safety Commission e la situazione sembra destinata a cambiare, anche se non da questo anno.
Dorna e FIM avrebbero infatti accolto le richieste dei piloti e concordato che dal 2024 sarà solo la classifica delle FP2 (o P2, come recita la nuova dicitura) a decidere i 10 piloti che andranno direttamente in Q2. Rimarranno le FP3 del sabato, anche queste non valide per qualificarsi.
“Bene, così avremo più tempo per lavorare sulle moto, ma ci serveranno anche più gomme anteriori per farlo - ha commentato Pecco Bagnaia - In questo momento ne abbiamo 10 per tutto il fine settimana, ne dovrebbero aggiungere almeno una o due”.
In un primo tempo è sembrato che il cambiamento potesse essere introdotto già a Silverstone, “ma non è giusto cambiare le regole nel corso della stagione” ha osservato il campione del mondo.
Positivo anche il giudizio di Jorge Martin: “sono d’accordo con Pecco, avremo più tempo per lavorare sul passo gara”.