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MotoGP, Di Giannantonio: “Sto lavorando per togliermi dei sassolini dalle scarpe”

“È facile mollare quando tutti dubitano di te, mentre bastavano solo un po’ di fiducia e di pazienza. Essere così vicino al parco chiuso mi ha fatto effetto: ho sputato sangue per arrivare qui e mi serviva questo momento”

MotoGP: Di Giannantonio: “Sto lavorando per togliermi dei sassolini dalle scarpe”

Ci sono prestazioni il cui valore va al di là del loro risultato, proprio come il quarto posto ottenuto da Fabio Di Giannantonio nel Gran Premio sulla pista di Mandalika. La miglior prestazione di Diggia da quando veste i colori del team Gresini in MotoGP, siglata dal pilota romano nel momento più difficile della sua stagione: quello in cui era chiamato a rispondere, con i fatti, all’annuncio della sua sostituzione con Marc Marquez, dalla prossima stagione.

“Sono contentissimo, quasi orgoglioso, perché ho avuto un buono spunto alla partenza, ma poi io e Marc eravamo molto vicini, ho dovuto chiudere un po’ il gas, la moto si è impennata e ho sbagliato. Nel primo giro ero tipo 15° e mi sono detto: ‘poca miseria, è un disastro!’, poi però mi sono concentrato, c’erano 27 giri, la gara era lunga, avevo un bel passo e ho cercato di tenere le linee giuste e concentrarmi sul mio copo per sentire me e la moto e ho preso un ritmo pazzesco. Andavo molto forte, senza rischiare neanche tanto e questo mi ha dato ancora più carica. Sono riuscito a gestire bene la gomma anteriore, che era un po’ un limite, perché avevo scelto la soft e sapevo di doverla gestire. Penso di averlo fatto in maniera perfetta, perché appena arrivavo vicino a un altro pilota lo passavo subito, ma senza superare in maniera troppo aggressiva. Ho fatto davvero una super-gara! - ha affermato soddisfatto Di Giannantonio ai giornalisti – Il fatto di guidare in modo fluido e pulito è il mio punto di forza e mi aiuta a gestire le gomme, ma è anche un punto a mio sfavore perché vorrei vedermi un po’ più ‘cazzuto’ in TV, invece sembra che vada al bar ogni volta (ride ndr.). Secondo me stiamo lavorando davvero bene. È tutto giusto in questo momento”.

Il 25enne non ha nascosto il rammarico per aver visto interrompersi la sua avventura con il team Gresini proprio quando cominciava ad arrivare il più bello.

È un po’ un peccato che questo risultato sia arrivato solo adesso, perché è come se avessimo costruito tutto, fossimo quasi arrivati e avessimo deciso di fermarci. Quando con un po’ più di  fiducia e pazienza saremmo arrivati, bene e insieme, e sarebbe stata una veramente una bella storia” ha chiosato Fabio, che non chiude le porte a un suo ipotetico ritorno in squadra nel prosieguo della sua carriera: “Vediamo. Non si sa mai cosa può succedere in futuro, ma adesso va bene così. Non voglio pensare troppo ai ‘se’ e ai ‘ma’. Mi godo il momento”.

Questo quarto posto in Indonesia, del resto, ha un significato particolare per il romano. Tanto da commuoverlo, fino alle lacrime, nel parco chiuso.

“La pole dell’anno scorso al Mugello è stata romantica, perché era quella del rookie che arriva davanti al suo pubblico e fa la pole sul bagnato; ma la gara di oggi è stata più importante. C’è tanto lavoro dietro. Non è mai facile perché ci sono delle motivazioni quando i risultati non arrivano. Solo che sei solo tu a conoscerle. È facile mollare un po’ quando tutti dubitano di te e tu continui a spingere ma il lavoro non viene. Invece penso di essere stato bravo, ed è stato bravo anche il mio staff ad aiutarmi a restare sempre concentrato e a lavorare a testa bassa. Quella di oggi non è stata né una vittoria né un podio, ma ero il primo dei piloti indipendenti e vedermi anche solo lì vicino al parco chiuso mi ha fatto un po’ effetto. È stato un po’ come un premio, una boccata d’aria, ed è stato bello. Ho sputato sangue e mi serviva questo momento” ha riconosciuto Di Giannantonio, che si è preso la sua personale rivincita su chi non ha avuto abbastanza fiducia in lui.

“Questa è la massima espressione del nostro sport, i posti sono pochi e, se tu non fai bene, ovviamente serve qualcun altro che provi a riuscirci. Questo lo capisco, ma capisco un po’ meno il fatto che chi sa certe cose abbia avuto così tanta fretta - ha spiegato - Alla fine però sono scelte e va bene così. Io sto lavorando in primis per me e per togliermi qualche sassolino e dimostrare a chi ha dubitato un po’ troppo di me che si sbagliava”.

Continuare sull’onda di Mandalika è l’obiettivo di primario di Diggia, che spera di riuscire a guadagnarsi la permanenza in MotoGP a suon di risultati. 

Sono sempre andato bene in Australia, anche se per varie ragioni non ho mai raggiunto grandi risultati. Mi aspetto di continuare a essere veloce. Penso che adesso fare bene sia la chiave per il mio futuro, perché fare 15° o 18° non aiuterebbe sicuramente - ha osservato il ducatista - Adesso sarebbe un peccato anche per il campionato perdere un pilota che va così bene, quindi sto cercando di darmi, e di farmi dare, una mano a essere ancora qui l’anno prossimo”.

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