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MotoGP, Gran Premio di Le Mans: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Bezzecchi vince, Ducati domina, Bagnaia e Vinales sbagliano senza sbagliare e cadono. Il GP numero 1.000 è una festa e anche Arbolino ha voluto partecipare

MotoGP: Gran Premio di Le Mans: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Il Gran Premio numero 1.000 (millesimo non si può né sentire né scrivere, almeno che non si parli di un paese) non tradisce le aspettative. Bezzecchi domina, Ducati festeggia colorando di rosso tutto il podio grazie a Martin e Zarco, poi sorprese, spettacoli, polemiche. Tutto a Le Mans, che accoglie il motomondiale come sa fare, con passione.

La MotoGp ha parlato italiano, come la Moto2. Lì c’è Tony Arbolino a incantare, lui che si è scoperto grande e maturo in questo inizio di 2023. Bene così, soprattutto pensando che la prossima tappa sarà al Mugello.

IL BELLO – Forse ai francesi le palle ancora gli girano per avere visto vincere solo italiani e spagnoli a Le Mans, casa loro. Però sono stati ospiti perfetti, 166.692 solo la domenica, 278.805 in tutti il fine settimana, un record. Sulle tribune dall’alba al tramonto a tifare qualsiasi pilota passate su un mezzo a due ruote davanti ai loro occhi, la notte scatenati nei campeggi fra motori e in fuorigiri e qualche (si fa per dire) birra. Un corso per come si organizza un Gran Premio di MotoGP.

IL BRUTTO – Un paio di secondi in più e Lowes sarebbe potuto partire dalla pole position alla ripartenza. Se lo sarebbero meritato i meccanici del team Marc VDS, detentori del nuovo record di ricostruzione di una moto. La luce rossa della corsia box non ha cuore, per fortuna Arbolino sì e ha risollevato loro la giornata.

IL CATTIVO – Lo dipingono così, volente o nolente. Intanto Marc Marquez è tornato e lo ha fatto a suo modo. Lottando, rischiando, anche sprecando. Lui è ripartito verso casa con una manciata di punti, noi con la sicurezza che la MotoGP ha ritrovato un protagonista.

LA DELUSIONE – La Yamaha è come una serie tv: la stagione precedente è sempre meglio della successiva. Quartararo si affida agli assetti del 2021, Morbidelli a quelli del 2022, da qualche parte nel box ci potrebbero ancora essere gli appunti di Rossi e Lorenzo. L’unico remake che si vorrebbe è quello dei risultati del passato. 

LA CONFERMA – Può tagliarsi quei baffi che non gli piacevano, ha fatto un regalo a mamma Daniela e pure vinto un GP. Il secondo, ma allo stesso modo del primo: scappando e dominando. Marco Bezzecchi vince sull’asciutto come sul bagnato, non si prende troppo sul serio e va per la sua strada. Siamo curiosi di scoprire dove lo porterà.

L’ERRORE – Non sbaglia nessuno, sbagliano tutti. Bagnaia e Vinales si scontrano prima in pista e poi nella via di fuga. Gli animi poi si calmano, la pace è fatta, la battuta a vuoto resta.

LA SORPRESA – Il carneade della MotoGP si chiama Augusto Fernandez. Non fa il filosofo ma il pilota,  e a Le Mans al meglio. Tanto da essere il primo pilota su una KTM (anche se la sua moto si chiama GasGas) al traguardo, e nel GP di casa del suo team. Bravo lui, tutti in MotoGP possono essere famosi per 45 minuti. Per una volta – finalmente - non ha dovuto rispondere solo a qualche domanda su Acosta destinato (forse) a rubargli il posto.

IL SORPASSO – Qui è facile, che li faccia o che li subisca, basta che ci sia Marc Marquez in pista per essere certi che avremo la nostra dose di spettacolo quotidiano.

LA CURIOSITA’ – Agostini, Icxs, Alesi, Lafitte, il paddock di Le Mans era pieno di leggende, non solo nei box.

IO L’AVEVO DETTO – “Se in un sorpasso ci sarà un contatto, si verrà penalizzati”. Lo avevano detto gli Steward, quindi era logico che poi facessero l’opposto.

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